Un percorso di iniziazione e di scoperta individuale degli affetti e della sessualità fino all’indipendenza: è questo Die Zauberflöte (Il flauto magico) il celebre singspiel di Mozart secondo il regista Damiano Michieletto che va in scena al Teatro dell’Opera di Roma dal 12 al 21 gennaio 2024.
La prova generale del 12 gennaio alle ore 20.00 è aperta a favore di Medici Senza Frontiere: il ricavato della vendita dei biglietti sarà devoluto ai progetti che MSF porta avanti in oltre 70 paesi del mondo, mentre la prima del 13 gennaio alle 20.00 sarà trasmessa in diretta da Radio3 Rai.
Realizzato nel 2015 da La Fenice di Venezia in coproduzione con il Maggio Musicale Fiorentino, Die Zauberflöte, su libretto di Emanuel Schikaneder vedrà il debutto al Costanzi del giovane direttore d’orchestra Michele Spotti, classe 1993, e neo Direttore musicale dell’Opera e dell’Orchestra Filarmonica di Marsiglia.
“Con la Rivoluzione francese si è affermata una nuova concezione della scuola, che deve essere laica, così ho immaginato di raccontare questa allegoria favolosa e surreale all’interno di una scuola che si apre ad un viaggio fisico di scoperta e consapevolezza individuale – il commento di Michieletto sul suo Flauto Magico che ambienta il singspiel in una scuola – Tamino e Pamina, accompagnati dall’analfabeta Papageno, che però conosce il linguaggio non scritto degli animali, vivono il conflitto tra l’istruzione religiosa e laica (riassunto nel conflitto tra la Regina della Notte e Sarastro) e si aprono ad una scoperta individuale degli affetti e della sessualità, della maturità come indipendenza dai padri”.
Michieletto racconta un percorso di iniziazione che va dal tempo del gioco alla ribellione ai dogmi genitoriali, con Tamino e Pamina che da fanciulli diventano adulti in “una grande allegoria delle forze che si contendono l’umanità” secondo il regista che come sempre si avvale della collaborazione della sua squadra consolidata formata dallo scenografo Paolo Fantin, dalla costumista Carla Teti dal ight designer Alessandro Carletti con i video di Rocafilm.
Per Michieletto, due premi Abbiati, nel 2007 e nel 2017, si consolida ulteriormente il proficuo rapporto di collaborazione con il Costanzi, anche dopo il recente successo del Giulio Cesare in Egitto di Händel, e che proseguirà nell’estate 2025, anno del Giubileo, quando Michieletto avrà carta bianca per realizzare il Caracalla Festival che includerà anche una nuova produzione di West Side Story di Bernstein.
Nel ruolo di Tamino, torna il tenore Juan Francisco Gatell, già nello stesso ruolo nel 2017 al Maggio Musicale Fiorentino, Pamina è Emőke Baráth, riconosciuto soprano di ruoli mozartiani specializzata nel repertorio del Sei-Settecento, il soprano Aleksandra Olczyk è la Regina della Notte nello stesso ruolo anche bella Staatsoper di Berlino e al Théâtre des Champs-Élysées di Parigi.
Il baritono Markus Werba, già in Mass di Bernstein diretto da Michieletto a Caracalla, è Papageno, Mariam Suleiman, dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma, è Papagena.
Il sacerdote Sarastro è il basso John Relyea, già Mefistofele nel titolo inaugurale della Stagione del Costanzi, il tenore Marcello Nardis è Monostatos, il basso-baritono Zachary Altman, le tre dame sono Ania Jeruc, Adriana Di Paola e Valentina Gargano, da “Fabbrica” Young Artist Program come Arturo Espinosa (diplomato della terza edizione) e Nicola Straniero, impegnati nei panni dei due sacerdoti e dei due armigeri. In scena anche il Coro dell’Opera di Roma diretto da Ciro Visco.
Nelle repliche del 14, 17 e 19 gennaio il ruolo di Tamino è affidato a Cameron Becker e quello di Pamina a Maria Laura Iacobellis. Papageno è Äneas Humm (Premio Giovane Artista dell’Anno 2022 per Opus Klassik) e Sarastro Simon Lim. Nelle stesse repliche e in quella del 21 gennaio la Regina della Notte è interpretata da Aigul Khismatullina.
Info e dettagli su operaroma.it.
Fabiana Raponi