Adriano Bolognino
, Simone Repele e Sasha Riva: questi i tre protagonisti della Serata giovani coreografi in scena al Teatro Nazionale di Roma da mercoledì 31 gennaio (con repliche il 1 e 2 febbraio) sempre alle ore 20.00.
In scena, Yellow di Bolognino e I died for love di Repele/Riva commissionati dalla commissione della direttrice Eleonora Abbagnato e realizzati con la collaborazione delle étoiles Alessandra Amato e Rebecca Bianchi, del solista Simone Agrò (premio Danza&Danza 2023 interprete emergente) e dell’intero Corpo di Ballo dell’Opera di Roma.
Fortemente voluta dalla Abbagnato, fin dal suo arrivo nel 2015 come direttrice del Corpo di Ballo, la serata dedicata alla coreografia contemporanea, consolidata ormai nel corso degli anni per incrementare il repertorio della compagnia, si spinge quest’anno ancora oltre ampliando ulteriormente lo sguardo sul contemporaneo e promuovendo il talento di giovani coreografi italiani.
“Dal mio arrivo, nel 2015, ho fortemente voluto che nuovi grandi nomi della coreografia contemporanea entrassero nel repertorio della compagnia. E così è stato per esempio con Millepied, Forsythe, Preljocaj, Inger, Pastor, Wheeldon – spiega la Abbagnato – ma la serata è una novità della programmazione perché ampliamo lo sguardo sul contemporaneo aprendo le porte del nostro Teatro ai giovani talenti e in particolare italiani. Un’occasione per loro di lavorare con un corpo di ballo ma anche per i ballerini dell’Opera di mettersi alla prova con linguaggi completamente nuovi. Ho danzato io stessa le creazioni degli autori che ho scelto di accostare.”
La serata si apre con Yellow di Adriano Bolognino, napoletano, classe 1995, al debutto all’Opera, ma con un cv ricco di esperienze internazionali. Precisione e dinamica sono le caratteristiche dei lavori di Bolognino che, da sempre affascinato dai corpi, gli assegna forte gestualità: Yellow va visto come lavoro di chiusura di un percorso artistico, come presentazione della sua ricerca artistica, della sua evoluzione come giovane coreografo che ha già conquistato importanti traguardi, come il premio Danza&Danza 2022 come coreografo emergente e il Premio Prospettiva Danza 2019.
“Da piccolo muovevo matite colorate vestite con tutù fatti con tulle per confetti. Erano i corpi delle mie prime coreografie. Immaginavo un’anima gialla, splendente, che sprigionava tutta la sua forza per dare vita alle cose inanimate – spiega Bolognino – Da qui Yellow (giallo). Sarà per quei ricordi da bambino, sarà perché il giallo è il colore preferito di mia madre. Aspettavo l’opportunità di lavorare per un corpo di ballo per dare una chance a questa pièce che ho conservato nel cassetto fino ad oggi”.
A seguire I died for love di Simone Repele e Sasha Riva: i due coreografi, noti come poeti della danza, proseguono con successo una collaborazione che si inaugurata quattro anni or sono a Ginevra. Un linguaggio fortemente teatrale quello di Repele, classe 1993, torinese, e Riva, classe 1991 originario della Virginia, che si conferma anche in questo nuovo lavoro che nasce intorno alla storia della canzone folk The Butcher Boy che racconta di un’amante che, abbandonata dal suo uomo, decide di togliersi la vita e chiede di porre una tortora sul suo petto per mostrare al mondo intero che è morta per amore.
“Siamo felici di poter tornare per una produzione di danza, sicuramente un’esperienza diversa visto che tutto parte da una nostra idea. Per questa creazione – spiegano Repele/Riva – ci siamo ispirati alla figura della ragazza abbandonata più conosciuta nella tradizione americana e descritta nella canzone folk The Butcher Boy. Dalla frase che chiude la canzone è nata l’idea del titolo del nostro balletto.”
Per l’Opera la coppia ha già realizzato le coreografie di Mass di Bernstein nello spettacolo inaugurale di Caracalla 2022, ma vanta numerose collaborazioni internazionali, anche con lo Stuttgart Ballet che ha inserito nel repertorio la loro La Jeune Fille et Les Morts. Il nuovo allestimento del Teatro dell’Opera di Roma vede le scene di Michele Della Cioppa, i costumi di Anna Biagiotti e le luci di Alessandro Caso su musiche su base registrata di autori vari. “Vorrei diventasse anche questo un appuntamento abituale nella stagione, per fare dell’Opera di Roma un luogo di crescita e promozione del futuro della danza” conclude la Abbagnato confermando il Teatro Nazionale come spazio aperto alle arti performative contemporanee e alla contaminazione dei linguaggi con tre serate.
Info e biglietti in sul sito www.operaroma.it e al botteghino.
Fabiana Raponi