Spazio gli appuntamenti della settimana al Teatro Sala Umberto di Roma: il 23 gennaio ore 20.30 va in scena SEGRE. COME IL FIUME con Alberta Cipriani, liberamente tratto da “La memoria rende liberi” di Enrico Mentana e Liliana Segre (Rizzoli), “Fino a quando la mia stella brillerà” di Liliana Segre con Daniela Palumbo e il 24 gennaio ore 20.30 va in scena LA VOCE DEL CORPO con Luca Vullo, Uno show di Luca Vullo & Angela Gabriele.
Segre, come un fiume, è Un lavoro teatrale per offrire ai giovani l’opportunità di non dimenticare la tragedia della Shoah, definita dal premio Nobel Elie Wiesel come “La più grande tragedia della storia”. Liliana Segre ha otto anni quando, nel 1938, le leggi razziali fasciste si abbattono con violenza su di lei e sulla sua famiglia. Discriminata come “alunna di razza ebraica”, viene espulsa da scuola e a poco a poco il suo mondo si sgretola: diventa “invisibile” agli occhi delle sue amiche, è costretta a nascondersi e a fuggire fino al drammatico arresto sul confine svizzero che aprirà a lei e al suo papà i cancelli di Auschwitz. Dal lager ritornerà sola, ragazzina orfana tra le macerie di una Milano appena uscita dalla guerra, in un Paese che non ha nessuna voglia di ricordare il recente passato, né di ascoltarla. Dopo trent’anni di silenzio, una drammatica depressione la costringe a fare i conti con la sua storia e la sua identità ebraica a lungo rimossa. “Scegliere di raccontare è stato come accogliere nella mia vita la delusione che avevo cercato di dimenticare di quella bambina di otto anni espulsa dal suo mondo. E con lei il mio essere ebrea”. Abbiamo ascoltato le testimonianze della signora Segre incontrandola nella sua casa milanese e abbiamo letto i suoi libri, in particolare “La memoria rende liberi” e “Fino a quando la mia stella brillerà”. Ciò ci ha convinti quanto sia importante e anche necessario portare in scena i suoi racconti: la tragedia della Shoah, ma anche le conseguenze delle leggi razziali in Italia, spesso sottaciute. Oggi si vanno sempre più diffondendo forme di razzismo, di intolleranza e di violenza verso i “diversi”, di cancellazione umana, alimentate oltretutto da situazioni di disagio sul mercato del lavoro e dai fenomeni migratori verso l’Europa: da un momento all’altro possono aprire la via a nuove tragedie. La memoria della Shoah può servire a favorire iniziative per reagire ai massacri del nostro tempo.
Lo spettacolo raccoglie le memorie, dalla sua viva voce, di una testimone d’eccezione in una narrazione cruda e commovente, ripercorrendo la sua infanzia, il rapporto con l’adorato papà Alberto, le persecuzioni razziali, il lager, la vita libera e la gioia ritrovata grazie all’amore del marito Alfredo e ai tre figli.
“Erede della memoria è colui che ascolta”
Liliana Segre
Il 24 gennaio ore 20.30 va in scena LA VOCE DEL CORPO, uno show di Luca Vullo & Angela Gabriele
Luca Vullo è stato definito l’ Ambasciatore della gestualità italiana nel mondo per aver trasformato quello che spesso viene visto come uno stereotipo negativo in una vera e propria materia universitaria, come patrimonio immateriale della nostra cultura che ci rende unici.
Durante la mia lunga esperienza internazionale di performer e formatore di gestualità italiana, ha raccontato quanto usare il corpo con maestria sia una grande abilità del nostro popolo e in questo show analizza con ironia le differenze tra la gestualità italiana e quella degli altri Paesi, ma non solo.
Infatti con leggerezza svela quanto la comunicazione non verbale e l’intelligenza emotiva siano importanti per tutti gli esseri umani, motivo che la ha spinto a coinvolgere sul palco anche la madre Angela Gabriele, sua guru di intelligenza emotiva.
La signora Angela Gabriele non è un’attrice di professione, ma una cuoca straordinaria che interpreta sul palco il ruolo di sé stessa: una mamma calabrese che ama profondamente suo figlio e lo segue in tutte le sue folli avventure aiutandolo come può. In effetti, insieme hanno superato momenti di grande difficoltà economica ed emotiva facendo squadra e costruendo insieme alla figlia/sorella Liana una vera e propria azienda di famiglia “Made in Italy” che ha permesso il riscatto di ognuno di loro.
Uno spettacolo divertente, utile e profondo che fa ragionare su tanti temi e porta con sé valori importanti come quello della famiglia, dell’amore, della motivazione nella vita che unita alla forte determinazione, nonostante le avversità più disparate, possono fare vivere i propri sogni.
Non è un caso che mamma e figlio vengono spesso invitati dagli Istituti Italiani di Cultura, Consolati e Ambasciate di diversi paesi come Norvegia, Vietnam, Malesia per rappresentare l’Italia durante la Settimana della Lingua Italiana nel mondo.