Tre modi per non morire. Toni Servillo a teatro regala poesia
Alla ricerca della vita e dei suoi infiniti significati, uno dei più amati attori italiani di cinema e teatro ha fatto tappa al Teatro Arena del Sole di Bologna con Tre modi per non morire. Toni Servillo conduce gli spettatori in un viaggio immersivo illuminato solo dalla sua voce attraverso le parole di alcuni dei poeti più emblematici di tutti i tempi. Così Baudelaire, Dante e i greci prendono vita grazie all’attore partenopeo e ai testi dello scrittore e traduttore Giuseppe Montesano, in uno spettacolo intenso e denso di significati.
Il teatro pieno, la trepidazione del primo spettacolo dell’anno, un attore noto ai più per vocalità e movenze, solo al centro del palcoscenico leggermente rialzato e inclinato verso la platea. Illuminato dai diversi colori del fondale che donano vita e fluidità alle sue parole, Servillo recita i tre momenti dello spettacolo servendosi del leggio davanti a lui più per sicurezza che per necessità. Ricorda inevitabilmente la malinconia dell’iconico Jep Gambardella de La grande bellezza, soprattutto inizialmente.
Padrone assoluto dello spazio scenico passa da un poeta all’altro con una delicatezza infinita, rendendo speciale ogni passaggio, modulando la sua interpretazione in maniera sublime. Trascina gli spettatori con sé, li tiene per mano e li porta alla ricerca della verità, dei misteri insondabili della vita, delle complicate relazioni fra gli esseri umani e i mille interrogativi senza risposta del mondo astratto e indiscibile.
Lo spettacolo si pone l’obiettivo, coraggioso, di essere un antidoto alla paralisi del pensiero, alla non-vita che tenta di ingoiarci. Sorprendentemente, ci riesce. Almeno per quelle due orette passate in compagnia di un attore che dona tutto sé stesso nel qui e ora dello spazio teatrale. Ci crede, e vuole che anche gli spettatori ci credano. Conoscendo la bellezza che combatte la depressione e l’ingiustizia con Baudelaire, passando in rassegna i personaggi della Commedia, legati fra loro e nel presente, fino ad arrivare al fuoco sapiente dei greci, dove poesia e filosofia sono in grado di generare il futuro.
Uno spettacolo che è cibo per l’anima, nutrimento per l’interiorità oggi forse troppo poco stimolata. Perché l’insegnamento delle grandi menti sia ancora di sostegno per un domani più consapevole, ponderato, libero.
Erika Di Bennardo