Per la prima volta in Italia, tra gli artisti del gala internazionale di danza Les Étoiles, per la direzione artistica di Daniele Cipriani, Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone – Roma, il giorno 15 marzo (ore 21) ci sarà Leroy Mokgatle.
Leroy arriva dal Sud Africa, in passato paese dell’odioso Apartheid ma che dell’inclusività oggi ha fatto la sua nuova bandiera. Nel 2016, a sedici anni, vinse il Premio del pubblico del prestigioso Prix de Lausanne e con esso una borsa di studio per la scuola del Balletto Nazionale Olandese (l’anno prima aveva vinto l’altrettanto prestigioso Premio del pubblico “Margot Fonteyn” al Genée International Ballet Competition). Finiti gli studi, Leroy si trasferisce in Svizzera dove danza prima con il Béjart Ballet Lausanne, sotto la guida di Gil Roman, e dopo al Balletto di Zurigo di cui è direttore artistico il coreografo Christian Spuck, che seguirà nella capitale tedesca quando questi prende le redini dello Staatsballett Berlin l’anno scorso.
Leroy Mokgatle appartiene a quella che la giornalista Margaret Fuhrer, in un articolo sul New York Times (19 aprile 2022), definisce “una nascente generazioni di ballerini non conformi al genere e che mette in discussione i rigidi ruoli di genere nel balletto” (“a rising generation of gender-nonconforming dancers questioning ballet’s rigid gender roles”). Due anni fa, infatti, Gil Roman affida a Leroy un assolo femminile, sulle punte: La Porte di Maurice Béjart. La interpretazione di Leroy fece sensazione: era la prima volta, infatti, che questo ruolo, creato per la celebre ballerina Maina Gielgud, veniva assegnato a un ballerino.
Oggi Leroy Mokgatle, che nel frattempo ha scelto di identificarsi con il pronome femminile (prima aggiungeva i non binari “They/them/theirs” dopo la propria firma, ora opta per “She/her/hers”), interpreta in prevalenza ruoli femminili, sognando di arrivare, un giorno, al banco di prova di ogni ballerina: Giselle. Al Parco della Musica Leroy danzerà Nocturne del suo mentore Christian Spuck, su un Notturno di Fryderyck Chopin. Questo passo a due, che viene visto per la prima volta in Italia, è stato montato appositamente da Spuck per Leroy e il ballerino italiano Alessandro Frola (recentemente nominato da John Neumeier principal al Balletto di Amburgo), uno dei ‘beniamini’ di Les Étoiles.
Sul palcoscenico della grande Sala S. Cecilia, dunque, Leroy Mokgatle raggiungerà – oltre a Frola – le stelle Bakhtiyar Adamzhan, Sergio Bernal, Lutz Förster, Claudia García Carriera, Dani Hernández, Isaac Hernández, Maia Makhateli, Roman Mejia, Tiler Peck, Giada Rossi e Daniil Simkin, nonché l’étoile a sorpresa il cui nome è ancora coperto dal massimo segreto. Il gala va in scena nel quadro della collaborazione tra Daniele Cipriani Entertainment e Fondazione Musica per Roma anche nei giorni, 16 marzo (doppio spettacolo, ore 16.30 e 21) e 17 marzo (ore 16.30). La presenza di Leroy è prevista unicamente la sera del 15 marzo.
“Ho voluto invitare Leroy Mokgatle a Roma“, dichiara il Direttore Artistico Daniele Cipriani, “perché vedo in lei la luce di una futura étoile, un talento e una vitalità straordinaria. Quella forza vitale che è sinonimo di nascita, perché davvero credo fermamente che Les Étoiles possa contribuire all’evoluzione verso una futura società, contraddistinta da un’inclusività assoluta. Con l’internazionalità delle sue grandi compagnie, connotato che il cast di Les Étoiles riflette in pieno, il nostro mondo è già in sé un modello di inclusione. A Roma i cubani, Claudia García Carriera e Dani Hernández omaggeranno nei loro passi a due (tratti da Giselle e da Il Lago dei Cigni) la “ballerina assoluta” Alicia Alonso che danzava malgrado la propria cecità; il tedesco Lutz Förster interpreterà un assolo, The Man I Love, nella lingua dei segni per i non-udenti. L’inclusione, estesa anche all’eliminazione di barriere di genere, è un dovere. Il nostro messaggio è semplice e diretto: la danza è per tutti.”