NEW YORK CITY BALLET – MIXED BILL
7 Marzo 2024
Questa è la prima visita del NYC Ballet a Londra dal 2008, e la prima la prima assoluta al
Sadler’s Wells Theatre. 16 anni di assenza, un’eternità in anni di danza!
Nell’ultima apparizione del NYC Ballet a Londra, infatti, Jonathan Strafford era appena stato
promosso principal dancer e Wendy Whelan era all’apice della sua carriera artistica: ora
sono rispettivamente direttore e vice direttore artistici della compagnia.
Molto è accaduto in questi anni – un cambio di leadership, una spinta all’inclusione e
diversità, oltre che l’emergere di una nuova generazione di danzatori. E una pandemia.
Tutto cambia, insomma.. o quasi.
Rimane centrale il ruolo dell’opera di George Balanchine, cuore del repertorio del NYC Ballet
con la sua riconoscibile dinamica, stile e tecnica che hanno permeato la danza del XX secolo.
In questo mixed bill, Duo Concertant offre tributo al grande coreografo, un duetto
sofisticato e teatrale dove la danza sembra sbocciare spontaneamente dalle note di
Stravinsky.
Rotunda, apre le danze. Si tratta del 19 balletto di Justin Peak per la compagnia,
accompagnato da una musica di Nico Muhly, realizzata apposta per la coreografia e suonata
live dalla Britten Sinfonia. 12 danzatori in abiti color pastello si raggruppano e si separano, in gruppo o in coppia, facendo eco a una partitura dinamica.
Il fulcro del programma è rappresentato da Gustave Le Gray No 1 di Pam Tanowitz, abbinato alla composizione per pianoforte in stile Chopin di Caroline Shaw. Quattro ballerini
indossano splendidi costumi scarlatti a firma di Reid Bartelme e Harriet Jung, increspando le misure di Tanowitz con impassibile spirito. La danza è musicalmente vigile e fortemente
imprevedibile. I quattro si accoppiano in doppi duetti, zoppicano all’unisono o si trascinano inaspettatamente fuori dalla dinamica di danza, come se stessero ancora decidendo cosa verrà dopo.
In conclusione, Love Letter (on shuffle), quarto lavoro del coreografo Kyle Abraham per il
NYC Ballet. Alimentati dai ritmi di James Blake, 16 danzatori squadernano il vocabolario
poliglotta della danza di Abraham, dove i cliché del balletto classico si intrecciano alla danza
contemporanea e allo street style. I costumi sono ben lontani dal minimalismo
balanchiniano, dando sfogo a lycra stampata e impreziosita da gorgiere, polsini, tutù
longuette e calzoncini.
Serata ben riuscita e compagnia accolta da grandi applausi di una sala al gran completo.
Repliche in scena fino al 10 marzo.