Tre balletti anti narrativi nati dall’estro di tre coreografi viventi per il Trittico Contemporaneo in scena al Teatro dell’Opera di Roma (recite fino al 29 marzo) con due prime italiane, Windgames di Patrick De Bana e Playlist (Track 1, 2) di William Forsythe e la prima assoluta di Women di Juliano Nunes.
Stavolta il nuovo appuntamento dell’apprezzata formula dedicata alla danza contemporanea, voluta, instituita e consolidata da Eleonora Abbagnato, direttrice del Corpo di Ballo del lirico capitolino, fin dal suo arrivo a Roma nel 2015, riesce a regalare forse qualche emozione in tre lavori dal sapore di classicismo moderno, seppur in modo molto diverso. In scena étoiles, primi ballerini, solisti e l’intero Corpo di Ballo del Teatro che arricchisce di anno in anno il proprio repertorio e che dimostra una costante crescita professionale e artistica.
Balletto per sole donne sulle punte e cuore della serata, Women è una prima assoluta, nuova creazione del brasiliano Juliano Nunes, giovane coreografo al debutto romano invitato dalla Abbagnato a creare un balletto dedicato alle donne.
Ventiquattro minuti animati da 24 donne in scena, su musiche di Ezio Bosso, per un balletto astratto, aperto a ogni tipo di interpretazione, da cui ciascuno può ricavarsi una storia o molte storie in base alle proprie personali intuizioni. “Celestiali e allo stesso tempo piene di energia, per me le donne sono un’ispirazione costante” spiega Nunes spiegando che la sua coreografia è una sorta di “conversazione con la tecnica classica”.
E il pezzo è interamente basato sulla tecnica classica, fra contaminazioni, assoli, delicati passi a due, speciale il duetto con le étoiles Alessandra Amato e Rebecca Bianchi, coppie che si avvicendano, affollate scene d’ensemble di donne che disegnano linee morbide e perfette, che dialogano o si rincorrono, sempre inguainate in aderenti tute in tulle (costumi di Mikaela Kelly) dai colori sfumati, dal bianco, al blu al rosso svettante delle gambe. Una coreografia astratta, ma che convince, omaggio alla celestiale energia delle donne, alla loro bellezza e all’inarrestabile capacità evocativa intrinseca dell’universo femminile.
Alle étoiles Rebecca Bianchi e Alessio Rezza, i primi ballerini Federica Maine, Claudio Cocino e Michele Satriano, i solisti e il Corpo di Ballo l’apertura del Trittico, l’apertura della serata con Windgames di Patrick De Bana, in prima italiana al Costanzi: una creazione affascinante e bellissima, onirica e favolosa, ode al classicismo moderno, all’universo dei balletti russi di Diaghilev e di Nijinsky, alla bellezza e all’equilibrio cristallino di Balanchine. Windgames è un balletto estremamente musicale, che segue quasi pedissequamente le note del celeberrimo e amatissimo Concerto per violino e orchestra op. 35 di Čajkovskij (Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma diretta da Carlo Donadio, Vincenzo Bolognese violino solista).
Un pezzo coinvolgente in grado di suscitare emozioni nell’ascoltatore che accompagna i danzatori in scena in una storia astratta e squisitamente evocativa, che lascia sognare il pubblico cullandolo passo dopo passo: l’incanto prende forma attraverso la leggerezza dei costumi, meravigliosi i lunghi abiti in bordeaux e in blu di Agnès Leteszu i pantaloni ampi in raso dei solisti uomini, le fluidità della coreografia di solida base classica, l’equilibrio perennemente concreto fra musica e danza, sia nelle scene di gruppo, sia nei delicati passi a due, sia nel confronto fra la donna e gli uomini. Windgames è un piacere per gli occhi, “opera multinazionale” come ricorda De Bana, coreografo di origini tedesche al debutto al Costanzi, che l’ha costruita nel corso di 10 anni e con diverse compagnia, realizzando nel 2013 con il Wiener Staatsballett la coreografia per il primo movimento, nel 2017 con lo Shangai Ballet il secondo movimento, nel 2021 con il Tokyo City Ballet il terzo movimento finale.
Che dire poi di Playlist (Track 1, 2) di William Forsythe? In prima italiana nella versione originale, creato nel 2018 per l’English National Ballet, e declinato interamente al maschile, è energia allo stato puro che schiera 12 danzatori, fra cui l’étoile Alessio Rezza, i primi ballerini Claudio Cocino e Michele Satriano che sulle note groove di Surely Shorty di Peven Everett e dal remix house di Jax Jones su Impossible di Lion Babe travolgono il pubblico che batte le mani e segue il tempo. I danzatori (scene e costumi di Forsythe) si muovono secondo codici prettamente accademici, cui uniscono passi atletici e linee taglienti che si alternano alle più classiche delle variazioni.
I danzatori si divertono e lasciano divertire il pubblico in questo gioco di puntuale osmosi: è come se la danza classica venisse toccata e contaminata da innovative sperimentazioni e travolgenti architetture virtuosistiche. Divertimento allo stato puro per un balletto “popolare” che chiude in bellezza un programma particolarmente apprezzato dal pubblico. Ultime repliche giovedì 28 (ore 20) e venerdì 29 marzo (ore 18).
Fabiana Raponi