Dopo il successo ottenuto in occasione della Prima Assoluta lo scorso settembre al Festival Oriente Occidente, giovedì 14 marzo al Teatro Palladium, per Vertigine – la stagione danza realizzata dal Centro Nazionale di Produzione della Danza Orbita | Spellbound curata da Valentina Marini – arriva l’acclamato Go Figure, una delle ultime creazioni del pluripremiato coreografo Sharon Fridman.
Ideatore di un nuovo linguaggio corporeo chiamato INA Practice, basato sulla ricerca di nuovi percorsi di contatto, equilibrio e sostegno tra i corpi, tutta la sua ricerca coreografica è incentrata sulla relazione tra gravità ed equilibrio ed è ispirata da sua madre, nata con la sindrome di Arnold Chiari.
Go figure è un duetto che si sviluppa come un percorso di conoscenza/scoperta/incontro fra i due corpi in scena, quello di Tomer Navot e quello di Shmuel Dvir-Cohen segnato da un disturbo neurologico che si manifesta con movimenti muscolari involontari. Un lavoro che evidenzia le caratteristiche di ognuno, i limiti e le possibilità dei loro movimenti, un equilibrio che si fa perfetto nel desiderio di sostenersi a vicenda, senza che nessuno dei due prevalga o nasconda l’altro. Perché un corpo diventa una mappa di possibilità quando respira e muove la sua divergenza rispetto agli altri corpi: è in questa relazione di divergenza che è autenticamente libero. L’universo di Shmuel, risvegliato dall’espansione e dalla contrazione dei suoi muscoli, e soprattutto da ciò che lo spinge a tracciare percorsi e direzioni alternative non solo consente il legame che poi si instaurerà con Tomer, ma permette anche l’emergere di un equilibrio diverso.
“L’estetica del mio lavoro è sempre influenzata dal corpo che lo realizza. In questo caso il corpo unico di Shmuel mi ha proposto nuove forme e nuovi modi di creare architettura da un corpo che funziona in modo diverso dal mio. In questa creazione il mio obiettivo era creare bellezza mediante logiche a me sconosciute, cercando in un altro corpo un’opportunità per un nuovo linguaggio” afferma Fridman che aggiunge: “il fatto di portare in scena un corpo che per tanto tempo è stato percepito come fragile, creando nuove forme espressive che il mio corpo non può fare, invita a pensare in modo diverso la non conformità. Quindi la danza ha il potere di cambiare qualcosa, fermo restando che ogni volta lavoriamo con un corpo unico che ci dà l’opportunità di parlare in un’altra lingua.”
BIO
Sharon Fridman ha fondato la sua compagnia di danza contemporanea in Spagna nel 2006. La base tecnica che utilizza nel suo lavoro è incentrata sulla relazione tra gravità ed equilibrio ed è ispirata da sua madre, nata con la sindrome di Arnold Chiari. Ha sviluppato un nuovo linguaggio del corpo che ha deciso di chiamare INA_Practice. Molti dei suoi lavori hanno ricevuto importanti premi e menzioni, come il Max per il Miglior Spettacolo per Free Fall nel 2015, il Max per la Miglior Coreografia per Erritu nel 2019 o il Primo Premio e il Premio del Pubblico per Hasta donde…? al Concorso Burgos-New York (2011), tra gli altri.
Credits
Direzione e coreografia Sharon Fridman
Assistente alla direzione e Production Manager Tamar Mayzlish
Con Shmuel Dvir Cohen, Tomer Navot
Musiche originali Noem Helfer
Light Design Yaron Abulafia e Sharon Fridman
Costumi Miki Avni
Management Lola Ortiz de Lanzagorta (New Dance Management)
Con il supporto di Comunidad deMadrid, INAEM, Ayuntamiento de Pinto
Durata 50′