La trama familiare e commovente di questa intramontabile commedia americana si svolge in un quarto di secolo, che va dal 1948 al 1973, in un’America che lotta per la parità di diritti civili. La relazione che vede protagonista Miss Daisy, impegnata a mettere alla prova e ad allargare i confini del suo rapporto sociale e lavorativo con Hoke, riflette il mondo che sta cambiando intorno a loro, mentre affrontano insieme i pregiudizi di razza e di classe, e la realtà dell’invecchiamento.
Driving Miss Daisy è ambientato ad Atlanta, la città natale di Alfred Uhry, autore dell’opera teatrale. Miss Daisy è un’attempata e facoltosa ebrea del Sud che fatica a venire a patti con la diminuzione della sua indipendenza man mano che invecchia. Dopo un incidente d’auto, suo figlio Boolie la convince ad assumere un anziano autista afroamericano, di nome Hoke. I due inizialmente si mescolano come l’acqua con l’olio. Poi, nel corso di 25 anni, la sorniona matriarca finisce per cedere allo stile accattivante di Hoke fino a diventare amici, come sugellato nei momenti finali dello spettacolo.
La raffinata regia di Guglielmo Ferro, che si avvale dell’allestimento scenico di Fabiana Di Marco, è un’illustrazione umoristica della commedia classica che, con drammaticità e suspense, si affida a una signora della scena teatrale italiana, Milena Vukotic, prossima a ricevere, nel corso della 69ª edizione dei Premi David di Donatello, il Premio alla Carriera, che andrà ad aggiungersi ai numerosi riconoscimenti raccolti in oltre 60 anni di carriera.
Milena Vukotic offre una magnifica interpretazione nei panni dell’orgogliosa Daisy, dotata di una buona dose di sarcasmo e di ironico sussiego, mentre invecchia davanti ai nostri occhi. Ci ricorda l’instancabile ricerca di sobrietà, con il rifiuto di ogni segno di lusso, il passato di insegnante di scuola con l’abitudine di trattare suo figlio e il suo impiegato come se fossero alunni recalcitranti e mostra la sua consumata sensibilità artistica nel sentimento di amicizia verso Hoke che cresce fino a trascendere i confini sociali e razziali. Vukotic evoca con grazia anche il graduale declino verso la vecchiaia. Eppure, anche quando finisce in un reparto geriatrico, trasmette ancora l’ostinazione di Miss Daisy.
È un superbo pezzo di recitazione abbinato ad arte a quello di Salvatore Marino, molto efficace nel far emergere la tranquilla dignità di un uomo che è sopravvissuto alle umiliazioni della vita ma conosce il proprio valore. Dal canto suo, Maximilian Nisi, come il suo personaggio Boolie, ha una natura simpatica e fa da perfetto contraltare al carattere irritabile di Miss Daisy.
Per quanto lieve sia l’opera, la presenza del terzetto dimostra che l’alchimia della recitazione può avere un effetto magico.
L’accoglienza critica dell’opera teatrale e della sua trasposizione sul grande schermo è stata discordante. Mentre alcuni hanno trovato l’opera un “commovente tributo all’amicizia e alla dignità umana” e hanno elogiato la rappresentazione sottile del movimento per i diritti civili e dei pregiudizi razziali, altri hanno criticato la sua rappresentazione romanticizzata ed eccessivamente semplicistica di una relazione tra una ricca donna bianca e il suo impiegato nero. Ciò nonostante, la commedia continua ad essere apprezzata dal pubblico per i conflitti personali e sociali dei suoi personaggi che rendono l’opera ancora attuale e universale.
Roberta Daniele