Il 3 luglio doppio concerto dei talenti dell'Avos Project, il 4 luglio il jazz di Vittorio Esposito Quarter e Arturo Stalteri suona Glass
Settima edizione per Classica al Tramonto, la rassegna estiva dell’Istituzione Universitaria dei Concerti ospitata in uno dei posti più suggestivi della Capitale, il Museo Orto Botanico, negli ex Giardini di Cristina di Svezia, nel cuore di Trastevere.
Ancora più numerosi gli appuntamenti della rassegna che si terrà dall’11 giugno al 25 luglio in 14 serate con concerti unici o con la consolidata formula del doppio concerto, alle 20.30 e alle 21,30.
La settima edizione di Classica al Tramonto della IUC prosegue mercoledì 3 luglio con il Duo Althea e il Trio Amal, giovani talenti di Scuola Internazionale di Musica Avos Project.
Protagonista del primo concerto della serata, alle 20.30, il Duo Althea composto da Nicola Possenti al pianoforte e Paolo Pellegrini al clarinetto: una collaborazione, per i due musicisti, iniziata nel 2019 a Tallinn, presso l’Estonian Academy of Music and Theatre. Pianista eclettico con esperienza come solista, come accompagnatore e come camerista, apparso in sale da concerto in Italia, Estonia, Polonia, Austria, Bulgaria, Svizzera, Ungheria, Spagna, Possenti ha partecipato con successo a numerosi concorsi nazionali e internazionali. Diplomato con lode in Clarinetto al Conservatorio di Bolzano e poi in Musica da Camera all’Accademia di Musica Estone, Pellegrini coltiva un profondo interesse per la musica contemporanea, e ha eseguito in prima assoluta molte opere del compositore di Hong Kong Yung Sin Kan.
Il duo Althea propone un repertorio contemporaneo e virtuosistico per clarinetto e pianoforte. Le Miniature di Penderecki vedono la luce negli anni ‘50 e appartengono ad una fase giovanile del compositore polacco, ancora studente a Cracovia. Agli stessi anni appartengono i cinque Dance Preludes di Lutoslawski, basati su melodie popolari della Polonia del Nord, considerati dallo stesso compositore come il proprio commiato nei confronti della musica popolare. Pochi anni dopo, ma lontano dalla Polonia, Francis Poulenc compone la magnifica Sonata per Clarinetto e pianoforte (1962), destinata ad essere la sua penultima composizione (morirà l’anno successivo). Chiuderanno il concerto con una rarità assoluta del repertorio, la Sonata per clarinetto (1985) della compositrice estone Ester Mägi, e con un classico del repertorio: la Sonata per clarinetto di Leonard Bernstein. Composta nei primi anni ‘40, alterna severità compositiva alla Hindemith a tonalità jazz e rappresenta il primo brano pubblicato dal celebre direttore d’orchestra.
Il secondo concerto della serata, mercoledì 3 luglio ore 21.30, vede salire sul palco il Trio Amal, composto da Maddalena Fogacci Celi al violino, Alice Romano al violoncello e Adriano Leonardo Scapicchi al pianoforte. Il trio nasce a Roma nel 2022 all’interno di Avos Project – Scuola Internazionale di musica, dove si perfeziona con i Maestri del Quartetto Avos. Il Trio Amal è vincitore di una borsa di studio presso il Conservatorio “Arrigo Boito” partecipa a numerose masterclass ed è stato invitato in numerose rassegne concertistiche, tra cui Villa di Donato, Villa Pennisi in Musica 2023, Reale Circolo Canottieri Tevere Remo. Il programma presentato dal giovane Trio coinvolge due capolavori del repertorio cameristico, offrendoci un viaggio musicale tra la tradizione romantica e la vivacità del XX secolo. Le “Bergerettes” di Bohuslav Martinů, composte nel 1939, sono un’opera vivace e piena di freschezza. Martinů, influenzato dalla musica popolare e dal folklore ceco, infonde in questi brani una leggerezza e una spontaneità che affascinano l’ascoltatore. La suite, suddivisa in cinque movimenti brevi, è caratterizzata da melodie orecchiabili e ritmi vivaci, rispecchiando il tipico stile neoclassico del compositore. Segue il Trio per pianoforte, violino e violoncello n.2 op. 66 di Felix Mendelssohn: composta nella primavera del 1945, costituisce l’ultimo approdo del compositore nella produzione cameristica con il pianoforte che si apre con il carattere passionale del primo movimento, l’approccio melanconico fra intrecci timbrici e soluzioni melodiche del secondo, la brillantezza dello Scherzo, il carattere ombroso dell’ultimo movimento.
Spazia dal jazz a Philip Glass la serata di giovedì 4 luglio con il Vittorio Esposito Quartet e Arturo Stalteri.
Il primo concerto della serata, giovedì 4 luglio ore 20.30, è Homes, progetto del Vittorio Esposito Quartet, vincitore del Premio Lelio Luttazzi 2023. Il Vittorio Esposito Quartet nasce a Roma nel 2020 dall’incontro tra il pianista Vittorio Esposito, il sassofonista Gabriel Marciano, il contrabbassista Gabriele Pagliano e il batterista Cesare Mangiocavallo, con l’intento di esplorare nuove sonorità e linguaggi nel panorama jazzistico contemporaneo. Sin dall’inizio, i membri hanno condiviso la visione di creare musica originale che rifletta le loro influenze diversificate e le loro esperienze personali. Il concerto si compone di un repertorio di brani originali scritti in questi ultimi anni. Faranno parte del primo lavoro discografico intitolato “Homes” e traggono ispirazione dalla scena newyorkese, caratterizzata da una forte componente innovativa e sperimentale. Tra i musicisti di riferimento del quartetto vi sono figure di spicco come: Aaron Parks, Ambrose Akinmusire, Kurt Rosenwinkel, Immanuel Wilkins e Daryl Johns. Attivo nella scena jazz italiana e della capitale, il quartetto si è esibito in alcuni dei più rinomati palchi tra cui la Casa del Jazz e il Cantiere.
Per il secondo concerto di giovedì 4 luglio, ore 21.30, torna all’Orto Botanico, dopo il sold out dello scorso anno, Arturo Stalteri. “Dodecagon, Arturo Stàlteri plays Philip Glass” nasce per volontà di Richard Guerin, assistente personale di Glass, e dello stesso compositore. L’album, da cui Stàlteri in questo programma esegue alcuni momenti, è stato pubblicato dalla Orange Mountain Music, etichetta dell’artista statunitense, il quale è considerato tra i più importanti musicisti del novecento, e uno dei padri della corrente minimalista. Si parte dalle Metamorfosi di Kafkiana memoria: Stalteri invita a seguirlo attraverso alcune sue rielaborazioni della suite “North star”, scritta negli anni ‘70 per una formazione elettronica. Lo Studio numero 8 mostra l’amore di Glass per le forme più romantiche, quasi Schumaniane, mentre l’aria dall’opera Satyagraha, per tenore e orchestra, viene in questa occasione proposta in una versione elaborata da Michael Riesman, storico collaboratore del maestro. Mad Rush è stata concepita in origine per organo da chiesa, con dedica al Dalai Lama e nella versione pianistica dello stesso Glass. Di intensa drammaticità la lettura del brano Closing, composto negli anni 80 per il concept album Glassworks, che chiude il concerto. Arturo Stalteri, romano, pianista, compositore, conduttore, si è diplomato in pianoforte al Conservatorio Alfredo Casella de L’Aquila: svolge una vivace attività concertistica nazionale e internazionale, rivolgendo la sua attenzione, oltre alle sue composizioni, anche ad autori dell’area extra-colta. Stalteri diventa noto al grande pubblico con il gruppo Pierrot Lunaire, uno dei nomi storici del rock progressivo degli anni settanta, una band che seppe mediare tra rock e classicismo e vanta numerose incisioni come solista. Ha collaborato con David Sylvian, Sonja Kristina, Rino Gaetano e Carlo Verdone e come conduttore anche accanto a Franco Battiato.
Biglietti da 6 a 15 euro, ridotti da 5 a 10 euro. Info e dettagli. 06.3610051-52, www.concertiiuc.it
botteghino@istituzioneuniversitariadeiconcerti.it
Museo Orto Botanico di Roma
Largo Cristina di Svezia, 23a
Roma
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