Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
Stagione 2024/2025
Solo Dio conosce tutte le combinazioni dell’esistenza, ma solo a noi spetta di scegliere
la nostra combinazione fra tutte quelle possibili.
Antonio Tabucchi, Il filo dell’orizzonte
Il mio unico pensiero è una complicata semplicità […] una cosa semplice deve esser
semplice attraverso la complicazione.
Gertrude Stein, Un’intervista transatlantica
«Ogni verità è semplice» – Non è questa una doppia menzogna?
Friedrich Nietzsche, Il crepuscolo degli idoli
Rimandando al Calvino delle Lezioni americane e “travestendo” le sue profezie sulle
sorti dell’esperienza letteraria in un vaticinio sui destini dell’arte scenica, ritengo per
esempio che un’ipotesi […] di rinnovamento del linguaggio teatrale […] sia quella di
raccogliere finalmente anche sulla scena la sfida che le scienze contemporanee con i
loro prodigiosi sviluppi hanno lanciato alle arti del nostro secolo […] in relazione alle
strategie da mettere in atto per arrivare alla […] rappresentazione della complessità del
reale.
Luca Ronconi, Il mio teatro
Genova, anni Ottanta, estate di San Martino.
In una città stanca, pigramente affacciata sul mare e rosa da una lebbra lenta che ha invaso muri e
case, in margine a un efferato fatto di sangue consumatosi in un vecchio stabile di via Casedipinte –
doppio omicidio a colpi di pistola – si dipana (e si annoda) l’inchiesta di Spino, medico legale
dell’Ospedale Vecchio. Scandita implacabilmente dai rintocchi del campanile di San Donato, in un
vortice di concause che allarga il fuoco della ricerca dal dominio della cronaca nera a quello
dell’interrogazione ontologica, l’odissea di Spino per caruggi e terrazze, pievi e botteghe, dal molo
vecchio a Staglieno, in cerca della fantomatica identità di Carlo/Carlito Noboldi-Nobodi-Nessuno, si
sfarina in un pulviscolo di incontri, in una nebbia di piccole scoperte che, mano a mano, sciolgono il
punto di approdo della verità in una teoria di punti, sempre più remoti sempre più sfuggenti, una linea
segreta che s’incurva e che ci abbraccia lontana, laggiù, oltre il mare buio della notte: il filo
dell’orizzonte.
Sulla scorta di modelli celeberrimi, dal Pasticciaccio al Nome della rosa, con la folgorante parabola
del suo Filo dell’orizzonte, Tabucchi, ribaltando il racconto poliziesco in tractatus scientifico-
filosofico-teologico, ci consegna, in vertiginosa miniatura, un manifesto raffinato del compito
dell’artista: per dirla con Calvino, «da quando la scienza diffida delle spiegazioni generali e delle
soluzioni che non siano settoriali e specialistiche», quello di «saper tessere insieme i diversi saperi e
i diversi codici in una visione plurima, sfaccettata del mondo».
Poco più di quarant’anni ci separano dalle pagine di Tabucchi e a fronte del continuo e vertiginoso
dilatarsi dello spazio e del tempo che abitiamo, del proliferare delle possibilità che si squadernano ai
nostri occhi, dell’imbrogliarsi di ragioni e sragioni che governano le nostre azioni, forse la stessa
metafora del filo dell’orizzonte non è più sufficiente a raccontare la complessità del nostro presente,
forse è necessario moltiplicarla e intrecciarla in una trama di fili, in uno gnommero di orizzonti.
I fili dell’orizzonte, dunque. Questa, evidentemente, la nuova frontiera – meglio: una delle nuove
possibili frontiere delle arti contemporanee – e segnatamente del teatro.
A ben vedere, da secoli la scena si interroga sui modi e sulle forme attraverso cui intercettare e
restituire in teatro la molteplicità camaleontica e proteiforme del reale. Sulle strategie da mettere in
campo per aprire l’angusto spazio scenico e per dilatare il concentrato tempo della rappresentazione
fino a “capire” etimologicamente il tumultuoso debordare della modernità (e dei suoi tanti dopo).
Dal sistema delle trame multiple di Shakespeare teso a scassinare l’asfittica “prigione” delle unità
pseudo-aristoteliche, giù giù fino alle ricerche epico-scientifiche di Brecht, di chiara ascendenza
illuminista, senza però disdegnare le eccentriche rotte di Brook, con la sua “magica” capacità di
sintesi suprema, aliena da ogni semplificazione. Ma oggi – in un mondo che, scavallato il crinale del
reale, ha ormai definitivamente invaso il virtuale, che ha fatto del villaggio globale non più un’arguta
metafora epistemica, ma una concreta e spaesante esperienza quotidiana, in cui l’“altrove” e l’“allora”
o il “poi” s’intrecciano indissolubilmente al “qui” ed “ora”, in cui il fake sembra essere diventata
l’altra faccia della verità e il reale è impastato di racconti, al punto che lo specchio del teatro rischia
di spezzarsi nell’urto con la complessità del presente – la necessità di affrontare la molteplicità, se
non esaurendola, quanto meno catalogandola, progettandola, sondandola, si è fatta vieppiù urgente.
E così, continuando l’indagine del Piccolo Teatro intorno alle nuove possibilità del linguaggio scenico
in dialogo con gli interessi del pubblico e le esigenze degli artisti, la stagione 2024/2025 del Teatro
d’Europa tenta di fornire una labirintica galleria dei multiformi orizzonti del nostro tempo, colti da
diverse prospettive. La proiezione del privato nel campo lungo della storia o l’apertura
dell’autobiografia e del “ritratto di famiglia in un interno” a rispecchiare il mondo. L’adozione della
città a palcoscenico del teatro o il ribaltamento dell’Antropocene in un’esplorazione della natura
anche oltre l’umano. Il ritorno al classico, alla fiaba, al mito e ai grandi poemi dell’infanzia del mondo
come maschere della contemporaneità e delle sue mille contraddizioni. La ricapitolazione della
memoria e dei suoi molti anfratti come prontuario per la costruzione di scorci arditi sul futuro o il
ricorso alla tassonomia “in quadriglia” per riferire delle spietate strategie di cancellazione degli
ultimi. E ancora: la rifrazione dell’oggidì nella babele dei linguaggi o nella gran fabbrica della
retorica, con la sua forza di persuasione; il certosino ricamo delle mappe romanzesche del presente;
la divertita reinvenzione della teoria delle catastrofi in bilico tra antropologia e fantascienza fino
all’inventario didattico dei diversi modi della violenza al solo fine di bandirla, un giorno, dal mondo.
Fondamentali, nell’attraversare la ricca messe di proposte affidata alla plancia/cartellone, le regole di
ingaggio per gli spettatori. Giuocare allegramente con i dadi, senza tema di smarrire la rotta (chi arriva
al 62, o vuoi al 65, prosegue al 73; e chi arriva al 24 tira i dadi un’altra volta; ma chi arriva al 44, se
è accorto, si ferma per due giri: perché la sosta è importante). Non limitarsi a un approccio o a una
visione, ma inseguire quante fiate correndo come matti la ragnatela dei nessi, il contrappunto delle
voci, la geometria delle corrispondenze. Trascorrere liberamente di spettacolo in spettacolo, senza
rinchiudersi in uno steccato, per decifrare relazioni, per scoprire costellazioni, per interrogare i rebus
– insomma: per escogitare immagini e chimere unendo i punti alla maniera dei bambini…
Claudio Longhi
Nota a margine
[…] Spino è un nome di mia invenzione, ed è un nome a cui sono affezionato. Qualcuno potrà
osservare che è abbreviazione di Spinoza, filosofo che non nego di amare; ma certo significa anche
altre cose. Spinoza, sia detto per inciso, era sefardita, e come molti della sua gente il filo
dell’orizzonte se lo portava dentro gli occhi. Il filo dell’orizzonte, di fatto, è un luogo geometrico,
perché si sposta mentre noi ci spostiamo. Vorrei molto che per sortilegio il mio personaggio lo avesse
raggiunto, perché anche lui lo aveva negli occhi. (A.T.)
19 giugno 2024_Chi oggi entra nel foyer del Teatro Grassi troverà ad accoglierlo un tessuto di
suggestioni, in cui la trama è rappresentata dalle parole e l’ordito dalle note. Come nella scorsa
Stagione, una sorta di biblioteca-installazione, arricchita quest’anno da una libreria musicale,
restituirà le riflessioni delle artiste e degli artisti intorno al concetto di molteplicità, così come a loro
viene evocata dalle pagine di un libro o da una musica. Si disegna, così, un paesaggio letterario e
sonoro di circa 50 titoli e 50 canzoni, che il pubblico, nei prossimi mesi, potrà continuare a consultare
liberamente o che potrà scaricarsi e ascoltare come playlist.
La cornice nella quale parole e note vanno a incastonarsi è una trama di fili di tutti i colori: un prologo
che enuncia subito il tema della Stagione: “I fili dell’orizzonte”. L’ispirazione viene dal libro di
Antonio Tabucchi Il filo dell’orizzonte, che cela dietro lo schema procedurale di un’indagine
poliziesca la vertiginosa ricerca di una verità, che rivela sfumature cangianti, inafferrabili e che si
sposta continuamente come, per chi la guarda e vi tende, la linea dell’orizzonte.
La cifra della Stagione 2024/2025 sarà dunque la molteplicità delle prospettive, degli sguardi e dei
loro intrecci. Intersezioni di trame, di storie, intrecci di artiste e artisti in forma di inedite
collaborazioni, dialoghi tra generazioni, incroci di forme differenti e differenti punti di vista su ogni
artista, attraverso la moltiplicazione di angolazioni che può produrre la presentazione di atti e
momenti diversi di un percorso.
Vedremo, per esempio, due lavori di Marco D’Agostin, ad aprire e chiudere la programmazione dello
Studio, due lavori di Stefano Massini, due di lacasadargilla, due di Antonio Latella, due di Liv
Ferracchiati; in alcune giornate verranno presentate per intero due trilogie, quella di Čechov, firmata
da Leonardo Lidi, e quella dei Tre Lai di Testori (i primi due firmati da Sandro Lombardi, l’ultimo
da Valter Malosti, riuniti nell’unica voce di Anna Della Rosa).
Come consuetudine, la geografia della stagione è disegnata dalle intersezioni tra produzioni e
coproduzioni: 31 in totale, di cui 25 italiane (14 prime nazionali) e 6 internazionali (tutte prime
italiane con anche un debutto assoluto). Trentaquattro gli spettacoli ospiti.
Tante, anche in questa Stagione, le ricorrenze, prima fra tutte il decennale della morte di Luca
Ronconi.
Si infittiscono le traiettorie delle progettualità europee intorno ai temi della sostenibilità e della
relazione tra uomo e natura, prolungando una riflessione cara a molti degli spettacoli in cartellone,
mentre la galassia di appuntamenti di Oltre la scena si ramifica producendo una nuova costellazione,
dal titolo Agorà della cultura.
Prioritaria rimane l’attenzione alla formazione, sulla scena e fuori, anche grazie a una stagione per
bambini e ragazzi – Teatro tiene banco – che conferma la bipartizione tra il teatro e le classi.
Sempre più vivace e strutturata è anche la proiezione del teatro verso l’esterno, in una dilatazione per
cerchi concentrici che, nella prossima Stagione, arriva ad abbracciare l’orizzonte regionale, con un
ampio e articolato progetto di spettacoli e laboratori – Teatro Fuori Porta –, con il contributo di
Regione Lombardia che, nei prossimi mesi, sarà oggetto di una comunicazione dedicata.
Un teatro, quello che il Piccolo immagina per il 2024/2025, in movimento ma radicato nei territori,
sfaccettato e multiforme, plurale, custode della memoria e in ascolto, attento, del presente e della sua
complessità.
Produzioni e coproduzioni_È ancora nel segno di Calvino e del suo Barone rampante, di una
giovinezza che dell’orizzonte sposta ostinatamente il punto di vista e ne allarga la prospettiva, che si
apre la nuova Stagione del Piccolo Teatro. Per il terzo anno consecutivo – dopo due stagioni di tutto
esaurito – la regia di Riccardo Frati, appoggiata a un rigoroso adattamento del romanzo, torna a
riempire la scena del Grassi (26 settembre – 13 ottobre) con pedane e passerelle mobili sospese che,
come rami, si intrecciano a evocare gli alberi di una Liguria “immaginaria”.
Dopo un felicissimo debutto, a maggio scorso, nella cornice della seconda edizione del Festival
Presente Indicativo – Milano Porta Europa, torna in Stagione – sempre al Teatro Studio, dal 2 al 6
ottobre – Gli anni di Marco D’Agostin, spettacolo sorretto da una ampia cordata coproduttiva
italiana e internazionale. Prendendo spunto dall’omonimo libro di Annie Ernaux, l’artista, associato
al Piccolo, cuce sul profilo di Marta Ciappina, interprete unica nel panorama della danza italiana
per itinerario artistico e peculiarità tecniche, una coreografia che ricomponga lo strappo tra passato e
presente, intrecciando piccola e grande storia, evocando episodi di cronaca, canzoni, pagine letterarie,
frammenti di un vissuto comune.
Sempre il Teatro Studio, a fine Stagione, dal 3 all’8 giugno, accoglie il ritorno di D’Agostin con un
nuovo lavoro, in prima nazionale, del quale il Piccolo è ancora una volta coproduttore, dal titolo
Asteroide: solo in scena, il performer rende omaggio al musical, alle sue travolgenti e incomprensibili
logiche, alle storie d’amore che finiscono improvvise come un asteroide e alla umana, intollerabile
finitezza. Con ironia, costruisce una partitura per voce e corpo che, muovendosi tra paleontologia,
danza e sentimento racconta gli infiniti modi coi quali la vita trova sempre il modo di resistere.
In una produzione che il Piccolo condivide con il Teatro Stabile di Bolzano, a cento anni dalla
pubblicazione di Mein Kampf (La mia battaglia), Stefano Massini consegna al palcoscenico del
Teatro Strehler, in prima assoluta (8-27 ottobre), la sua biopsia di un testo maledetto. Grazie a un
certosino lavoro di intersezione dei testi dei comizi del Führer con la prima stesura del libro-manifesto
dettato dal giovane Hitler nella cella di Landsberg, lo scrittore, artista associato al Piccolo,
squaderna la paranoica autobiografia di un invasato, convinto di poter sublimare le proprie
frustrazioni in un progetto politico rivoluzionario e delirante. Lo fa senza filtri, con lo stile ossessivo,
barocco ed enfatico del testo originario, in un millimetrico studio teatrale di ritmi, toni e affondi
verbali del dittatore: perché la comprensione del meccanismo è l’unico antidoto al suo replicarsi.
Nell’ultimo scorcio di Stagione (Grassi, 10-15 giugno), dopo lo straordinario successo ottenuto
nell’ottobre scorso, Massini ripropone anche il suo spettacolo tratto da Freud, L’interpretazione dei
sogni, tra le ospitalità alle quali il Piccolo partecipa in forma di collaborazione.
Animato da Marta Cuscunà, artista associata al Piccolo, uno stormo di corvi meccanici abita il
Teatro Studio dal 22 al 27 ottobre, interrogandoci sulla possibilità di una nuova armonia fra natura e
progresso. Sono i corvi di La fabbrica del Mondo, il programma di Rai 3 di Marco Paolini e Telmo
Pievani, che escono dal piccolo schermo per arrivare in teatro e, in forma di installazione scenica,
progettata da Paola Villani e Marco Rogante, vengono manovrati, a vista, attraverso un sistema di
joystick e cavi di freni di biciclette. Dopo la ‘personale’ presentata nel 2022, dopo Earthbound e il
progetto site-specific Bucolica, nel 2023, Marta Cuscunà, con Corvidae. Sguardi di specie, spettacolo
coprodotto dal Piccolo, pone il suo teatro visuale e la sua drammaturgia per figure, la sua meccanica
interamente e profondamente umana, al servizio di una nuova riflessione sul futuro del pianeta.
L’Arlecchino del Piccolo, di Giorgio Strehler, lo spettacolo dei record, la produzione italiana più
vista nel mondo, rinasce, per la dodicesima volta in settantotto anni, sul palcoscenico di via Rovello
(24 ottobre -17 novembre), in una nuova edizione affidata a Stefano de Luca, con Enrico Bonavera,
Andrea Coppone e un cast di attrici e attori diplomati alla Scuola di Teatro “Luca Ronconi”.
Da sempre simbolo del passaggio del testimone tra generazioni, sarà uno spettacolo carico di ricordi,
con il pensiero rivolto agli artisti, ai maestri, ai tecnici che si sono alternati negli anni, tramandando
l’arte immortale di un «meraviglioso anacronismo o spettacolo acronico», lo definisce de Luca, «in
cui la lingua è un continuo intrecciarsi dei dialetti italiani, ibridazione e contaminazione, sintesi di
un’Italia che parla al mondo intero, grazie alla sua unicità».
Chiara Guidi ha già portato al Piccolo, con Buchettino e recentemente con i due capitoli dedicati a
Edipo, una sua idea di infanzia e di sperimentazione della voce che interroga il teatro. La sua ricerca
continua con una delle fiabe più note della tradizione: ne Il mostro di Belinda. Metamorfosi di un
racconto, al Teatro Studio, in prima nazionale (7-17 novembre), male e bene trovano un intreccio.
La cofondatrice della storica Societas Raffaello Sanzio (oggi Societas, produttrice dello spettacolo
con il Piccolo), il cui teatro si rivolge ai bambini per parlare agli adulti, cammina lungo il percorso di
scoperta e accettazione del mostruoso da parte di Belinda, capace di far emergere il bene dall’oscurità,
grazie all’amore con cui accoglierà la Bestia.
Carmelo Rifici affida una commedia tra le più celebri di William Shakespeare alla compagnia di
giovani attrici e attori che ha formato in qualità di direttore della Scuola di Teatro “Luca Ronconi”.
Con Sogno di una notte di mezza estate (Commento continuo), produzione Piccolo, in prima
nazionale al Teatro Studio, dal 29 novembre al 22 dicembre, il regista porta in scena uno spettacolo
che racconta, ieri come oggi, il tentativo di una comunità di venire a patti con l’irrazionale. L’opera
si presta felicemente a un cast giovane per la ricchezza di ruoli che offre, per l’età anagrafica dei
personaggi, ma soprattutto per gli innumerevoli livelli di lettura che propone, mentre la drammaturgia
di Riccardo Favaro, svela uno Shakespeare inquietantemente contemporaneo.
Una nuova coproduzione e la ripresa di una produzione pluripremiata segnano il ritorno di
lacasadargilla, artisti associati al Piccolo.
Dopo la consacrazione ai Premi Ubu – cinque i riconoscimenti conquistati: migliore spettacolo 2023,
miglior regia (Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni), miglior testo straniero messo in scena da
una compagnia italiana (lacasadargilla), miglior attore (Francesco Villano) e miglior attrice under 35
(Petra Valentini) – Anatomia di un suicidio torna al Teatro Grassi dall’11 al 22 dicembre. Firmato
dalla trentasettenne britannica Alice Birch, lo spettacolo è un’indagine vertiginosa sull’amore, sulle
eredità e sul femminile: una madre, una figlia, una nipote, tre generazioni simultaneamente in scena,
una scrittura d’ensemble per dodici attori che si chiede: cosa comporta scegliere di vivere?
Singolare esercizio notturno tra i fantasmi e le paure è, invece, il nuovo lavoro di lacasadargilla,
Uccellini (Studio, 8-11 gennaio). Una casa, una trama e un trauma a sorreggerla, una riunione
familiare, imprevista e accidentale, per raccontare di presenze e assenze, di umani (morti e vivi) e
animali (vivi e morti), di rimossi e fratture, di sguardi discordi nel dare senso al mondo, alle relazioni
e alle perdite. E soprattutto, di cosa c’è nel mezzo, sulla sottile linea di confine.
Una giovane attivista climatica travolta da piogge torrenziali nel deserto di Mojave, lo sceriffo
fondamentalista di Darwin, città di 27 abitanti al confine tra California e Nevada, Emma, vedova di
Charles Darwin e le farfalle monarca sono tutti elementi dello scenario intorno a cui Matthew Lenton
e Marco Paolini hanno deciso di lavorare per raccontare la genesi della più scomoda teoria del
pensiero scientifico oggi a rischio di estinzione (perché difficile da addomesticare), come buona parte
delle specie selvatiche del pianeta. Il risultato dell’intersezione tra le narrazioni di Paolini e il teatro
d’immagini e visioni di Lenton è Darwin, Nevada, coproduzione, racconto on the road intorno alla
migrazione delle specie e al ‘rischio estinzione’ del pensiero scientifico, in prima nazionale al Teatro
Strehler, dal 22 gennaio al 16 febbraio.
Anche Antonio Latella si affaccia alla nuova Stagione con un dittico, ripartito tra gennaio e maggio.
Con Zorro, prodotto dal Piccolo Teatro, in prima nazionale al Grassi (23 gennaio-16 febbraio), e
Wonder Woman, incastonato tra le ospitalità (Studio, 5-10 maggio), il regista, insieme a Federico
Bellini, si propone di analizzare le ferite del XXI secolo: povertà, emarginazione, abuso. «La
maschera di Zorro – spiega Latella – è un’evoluzione borghese dei nostri zanni. “Zanni” e “Zorro”
iniziano con la stessa lettera: è lei la vera eroina». Adottando le regole della danza, la regia scardina
le convenzioni della messa in scena e propone sette quadriglie: i quattro attori, a turno il Poliziotto, il
Povero, il Muto e il Cavallo, «ogni volta che scivolano sulla parola ‘segno’, devono ricominciare,
cambiando identità e specchiandosi in quella degli altri».
Dalla fantascienza di Carbonio alla mitologia: con Semidei, prodotto dal Piccolo Teatro, in prima
nazionale al Teatro Studio, dal 6 al 23 febbraio, Pier Lorenzo Pisano, artista associato, muove dal
corpus di leggende minori intorno a Iliade e Odissea, per mettere in discussione la nostra
contemporaneità e per provare a capire come si fa a sopravvivere alle cose che finiscono: la fine
dell’infanzia; la fine della guerra; la morte dei figli. Il racconto è bipartito: nella prima parte,
antecedente alla guerra di Troia, eroi giovanissimi e terrorizzati sono alle prese con le loro relazioni
più care, sotto lo sguardo degli dèi dell’Olimpo, più litigiosi e insensati degli umani. Nella seconda,
dieci anni dopo, i Greci hanno vinto, ma hanno dimenticato il motivo per cui hanno combattuto: sono
dei reduci intontiti e ammaccati, come i soldati delle guerre odierne. Lo spettacolo fa parte del
progetto europeo STAGES – Sustainable Theatre Alliance for a Green Environmental Shift.
Prima regia di Claudio Longhi di una produzione del Piccolo, da direttore, – e straordinario successo
della stagione 2023/24, con 12.541 presenze totali – Ho paura torero torna in scena al Teatro Grassi
(8-23 marzo), con Lino Guanciale a impersonare nuovamente la sarcastica e struggente Fata
dell’angolo.
Sullo sfondo di una Santiago schiacciata dai pattugliamenti – anno 1986 – la Fata, lo studente Carlos,
il generale Pinochet e la sua fedelissima doña Lucia, persi nel coro scomposto della città indolente e
febbricitante, danzano, sinuosi o impettiti, il loro fatale e grottesco bolero col destino. Lo spettacolo,
in bilico tra sogno e storia, fuga fantastica e violenta quotidianità, eros e politica, racconta la parabola
ineluttabile del desiderio, porgendo un omaggio alla penna ironica e appassionata, graffiante e
visionaria, scandalosa e sovversiva di Pedro Lemebel.
Classe 1982, cofondatore nel 2005 in Uruguay della compagnia Complot – con cui ha creato una
trentina di spettacoli, collaborando, tra gli altri, con Sergio Blanco – Gabriel Calderón è per la prima
volta al Piccolo (Teatro Studio, 14 marzo-6 aprile), per dirigerne una produzione, in prima nazionale,
versione in lingua italiana di un suo lavoro di successo, Storia di un cinghiale. Qualcosa su Riccardo
III. Da vent’anni impegnato sui palcoscenici del mondo, Calderón ci parla dei pericoli del teatro,
animato da passioni violente, non sempre soltanto simulate, e fa indossare a Francesco Montanari
un monologo che è un’originale “variazione sul tema” di Riccardo III, in cui i confini tra epoche e
identità si fanno labili, sullo sfondo di una stessa realtà di ambizione, sete di potere, violenza repressa.
Dopo essersi confrontato, per il Piccolo, da artista associato, con il tema del sacro nel segno di Eleusi
– dittico corale che, nel giugno 2023, come un rito misterico unì, in ideale processione, via Rivoli a
via Rovello – è ora «il sacro nella sua declinazione di tenebra» la linea lungo la quale si muove
Davide Enia. Autoritratto è il titolo di una nuova coproduzione, al Grassi dal 25 marzo al 17 aprile.
«Una tragedia, un’orazione civile, una interrogazione linguistica, un processo di autoanalisi personale
e condiviso. Un autoritratto al contempo intimo e collettivo» per cercare di comprendere non tanto la
mafia in sé quanto la mafia in noi. Intrecciando cunto e parole, corpo e dialetto, «gli strumenti che il
vocabolario teatrale ha costruito nella mia Palermo», Enia esplora quella che definisce la nevrosi dei
suoi concittadini nei confronti della criminalità organizzata, minimizzata, sottostimata, banalizzata,
rimossa o, al contrario, mitizzata. Mai affrontata per quello che è.
Continuano, poi, sempre con la curatela degli artisti associati, le intersezioni tra l’attività produttiva
del Piccolo e le progettualità europee, una delle cifre significative della direzione di Claudio Longhi.
Dopo Bucolica di Marta Cuscunà e Limited Edition di Davide Carnevali, per la terza e ultima
performance del progetto UNLOCK THE CITY! – progetto vincitore di Creative Europe, del quale
il Piccolo è capofila –, dedicato alla relazione tra teatro e città, Sotterraneo progetta un dispositivo
site-specific, che coniuga drammaturgia e festa, una playlist di microeventi connessi tra loro: testi,
azioni, scene, contenuti audiovisivi, oggetti totemici e rituali collettivi. Dance me to the end of the
world, nuova produzione Piccolo, programmata per maggio/giugno 2025 (prima nazionale), sarà
un’esperienza di pensiero-in-azione tanto concettuale quanto istintiva, dove alcuni performer e un
party senza soluzione di continuità, fanno irruzione nello spazio urbano di Corvetto, chiamando
all’adunanza un quartiere, un’intera città.
Anche la Stagione 2024/2025 è ricca di ricorrenze, legate alle artiste e agli artisti che hanno fatto la
storia del Piccolo, così come agli spettacoli più celebri presentati sui suoi palcoscenici, che verranno
celebrate con un ciclo di appuntamenti, riuniti sotto il titolo Ricordando….
Primo focus di attenzione è il 14 maggio 2025, data in cui il Piccolo Teatro doppia la boa dei 78 anni
– tanti ne sono passati dalla prima rappresentazione dell’Albergo dei poveri del 1947, per la regia di
Giorgio Strehler – condividendo con la comunità un palinsesto di iniziative che, dalla mattina fino a
tarda sera, daranno vita a un festoso “Piccolo Day”.
Per quanto concerne le ricorrenze legate alle persone e agli spettacoli, il primo appuntamento, in
ordine cronologico, della stagione 2024/25 è una doppia celebrazione legata alla medesima data:
cento anni fa, il 16 settembre 1924, nasceva a Verona il regista e didatta teatrale Gianfranco de
Bosio. Nello stesso giorno del 2004 moriva il poeta, critico teatrale, giornalista e scrittore Giovanni
Raboni. Regista di sei spettacoli del repertorio del Piccolo, de Bosio ha legato il suo nome soprattutto
al lavoro sul teatro di Ruzante e ai vent’anni di docenza alla Scuola di Teatro del Piccolo. Giovanni
Raboni ha partecipato attivamente alla vita dello stabile milanese, sia da critico teatrale per il
“Corriere della Sera” (dal 1987 al 1998), sia in qualità di curatore della rassegna che, dal 1994 al
2004, il Piccolo dedicò alla Poesia del Novecento, sia in veste di consigliere d’amministrazione della
Fondazione, incarico che svolse dal 1998 al 2002.
Il 31 ottobre saranno quarant’anni dalla scomparsa di Eduardo De Filippo, tra i massimi autori del
teatro italiano del Novecento, legato a Paolo Grassi da quarantennale e profonda amicizia. Presente
nel repertorio del Piccolo, oltre che come autore, anche come regista di tre produzioni (Pulcinella in
cerca della sua fortuna per Napoli, stagione 1958/59; Il signor di Pourcegnac, stagione 1964/65 e
Ogni anno punto e da capo, di cui firmava il testo, stagione 1971/72), il suo nome è indissolubilmente
legato a uno storico spettacolo di Strehler, La grande magia (stagione 1984/85).
Nel 2025, il 12 gennaio si ricordano i 30 anni dalla scomparsa di Tino Carraro, un attore la cui vita
si intreccia con la storia del Piccolo fin dalla stagione 1952-53, quando prende il via la collaborazione
con Giorgio Strehler, che approderà a capolavori tra cui Re Lear, La Tempesta, El nost Milan, le
prime edizioni de La trilogia della villeggiatura, L’opera da tre soldi, Il giardino dei ciliegi,
l’immancabile Arlecchino, ma anche Le balcon, Temporale, Faust, oltre a Lulu con la regia di Patrice
Chéreau. Il 9 luglio saranno vent’anni dalla scomparsa di Ebe Colciaghi, la costumista che legò il
suo nome soprattutto ai primi dieci anni di vita del Piccolo.
Un posto a parte merita il ricordo di Luca Ronconi, lo straordinario Maestro delle sfide impossibili,
sedotto dall’infinito, succeduto a Strehler nella direzione artistica del Piccolo Teatro. Il 21 febbraio
2025 ricorreranno infatti i dieci anni dalla sua scomparsa.
Venendo al ricordo degli spettacoli, dieci anni ci separano dalla “prima” di Lehman Trilogy, l’epopea
dedicata da Stefano Massini ai fondatori di Lehman Brothers, interpretata fra gli altri da Massimo De
Francovich, Fabrizio Gifuni, Paolo Pierobon e Massimo Popolizio. Creazione tra le più viste ed
applaudite dei suoi diciassette anni al Piccolo Teatro, questo straordinario polittico di un mondo in
rovina è proprio lo struggente e folgorante spettacolo d’addio di Ronconi al suo pubblico.
Il 30 maggio 2025 sarà mezzo secolo dall’andata in scena de Il campiello, spettacolo tra i più fortunati
di Strehler, testimonianza, insieme ad Arlecchino servitore di due padroni e a Le baruffe chiozzotte,
del suo intimo legame con il teatro goldoniano,
A ideale chiusura della serie di celebrazioni, nel corso della stagione, una serata straordinaria dedicata
a Novecento, il monologo teatrale che Alessandro Baricco scrisse nel 1994 per Eugenio Allegri e che
debuttò, nel luglio dello stesso anno, con la regia di Gabriele Vacis, al Festival di Asti. Il Piccolo,
che, in occasione dei vent’anni, ne aveva ospitato la ripresa nel 2014, festeggia questo straordinario
evento letterario e teatrale anche nel suo trentennale.
Il teatro tiene banco_Torna, per la terza stagione consecutiva, con un cartellone di nuove produzioni,
scritte e messe in scena da Davide Carnevali, il progetto Il teatro tiene banco, realizzato con il
prezioso sostegno di Fondazione Banca del Monte di Lombardia. Il filo conduttore è il rapporto tra
l’essere umano e l’esercizio della violenza: nei confronti del pianeta su cui vive, degli altri esseri
umani e di se stesso. Le tematiche, restituite all’interno di un dispositivo che si configura come ludico
e didattico allo stesso tempo, sono sempre declinate attraverso la riscrittura di classici della letteratura
italiana che alunni e alunne incontrano nel percorso scolastico: in questa stagione, Giacomo
Leopardi, Alessandro Manzoni e Carlo Goldoni. La Scatola Magica del Teatro Strehler sarà per le
classi delle scuole elementari il punto di partenza per una discesa nel sottosuolo. In Viaggio fantastico
nel sottosuolo (Scatola Magica, 11-24 novembre) si parte da Dialogo di un folletto e di uno gnomo,
una delle più celebri Operette morali di Leopardi, per parlare di ecologia, sostenibilità e de-
antropizzazione. I contenuti dello spettacolo traggono ispirazione da una ricerca triennale maturata in
una serie di workshop multidisciplinari, realizzati in collaborazione con il Politecnico di Milano e
organizzati all’interno del progetto europeo Stages.
La violenza è al centro anche di Quel ladro del Lago di Como (Studio, 11-23 febbraio), personale
rilettura di passi dei Promessi sposi manzoniani. Una riflessione sul tema della legalità e del sopruso
del forte sul debole scandaglierà le figure dei Bravi, di Don Rodrigo, dell’Innominato, analizzando,
per contro, le diverse tipologie di reazione alla violenza in personaggi come Don Abbondio, Fra
Cristoforo e la Monaca di Monza.
Anche quest’anno il teatro entrerà nelle aule degli istituti superiori (da gennaio a marzo 2025) con Le
smanie per la diplomatura, molto liberamente tratto dalla celebre commedia di Goldoni, che mette
alla berlina i vizi di una borghesia impegnata ad apparire in pubblico migliore di quanto non si mostri
in privato. Il classico del Settecento incontra un pubblico di adolescenti sul punto di compiere un
grande salto: il passaggio dalla scuola al mondo dell’istruzione universitaria o del lavoro.
Nuovi appuntamenti anche per un format particolarmente apprezzato dal pubblico dei giovanissimi e
dalle famiglie. Torna in scena, da ottobre a marzo, Benvenuti al Piccolo! Nel paese di Teatro, visita
guidata negli spazi del Piccolo Teatro, ideata e diretta da Michele Dell’Utri per accompagnare
bambini e bambine della scuola primaria alla scoperta dei luoghi dietro le quinte della macchina
teatrale. Nella stagione 2024/25 (novembre e marzo), prende, inoltre, il via, nell’ambito del progetto
europeo STAGES, sempre a cura di Michele Dell’Utri, Benvenuti al Piccolo! Green tour dell’isola
degli alberi. Destinato alla scuola secondaria di primo grado, è un attraversamento sostenibile di
luoghi teatrali e di testi che hanno posto l’accento sui temi ecologici e il dialogo con l’ambiente,
conditi da storie e curiosità della vita presente e passata del Piccolo Teatro e dei suoi abitanti reali e
immaginari.
Torna (24 marzo-6 aprile) – anche in questo caso in una nuova veste ancora più green – La magica
scatola di Arlecchino, a cura di Andrea Zaru: un laboratorio di sartoria teatrale sostenibile, sotto la
guida di Roberta Mangano e dalle sarte del Piccolo Teatro, dedicato alla scuola primaria, alla scoperta
delle maschere della Commedia dell’Arte e dell’Arlecchino servitore di due padroni.
Sono anche previste la ripresa di La favolosa battaglia dei topi e delle rane (Scatola Magica, 15-27
ottobre) e, nelle scuole superiori, di Antigone in cattedra e Sei personaggi in cerca di followers (da
gennaio a marzo 2025).
La scena internazionale_All’indomani della seconda edizione del festival, appena conclusosi,
Presente indicativo – Milano Porta Europa, sono otto gli spettacoli che tracceranno l’orizzonte
internazionale del Piccolo nella Stagione 2024/2025: sei coproduzioni e due ospitalità, tra le quali
sei prime nazionali e una prima assoluta.
Dopo FRATERNITÉ, conte fantastique e SAIGON – presentati al Piccolo nel 2023 e nel 2024 –
Caroline Guiela Nguyen, artista associata e direttrice del Teatro Nazionale di Strasburgo, torna con
una coproduzione internazionale, Lacrima, in prima nazionale al Teatro Strehler, dal 28 al 30
novembre. Lo spettacolo segue tutte ‘le mani’ e le migliaia di ore di lavoro intorno a un abito da
sposa, una commissione reale destinata a passare alla storia, tessuto tra due continenti. Da una casa
d’alta moda parigina a un laboratorio di ricamo di Mumbai, a un atelier di merletti di Alençon: tre
ambienti, tra fili di lino e cotone, in cui donne e uomini hanno i corpi spezzati dalla fatica. Lo
spettacolo muove una denuncia della violenza e dello sfruttamento nel mondo della haute couture.
A due stagioni dall’edizione 2022 del Festival Presente Indicativo, Marcus Lindeen, regista e
drammaturgo svedese, artista associato al Piccolo, torna con un nuovo progetto, Memory of
Mankind, in prima nazionale al Teatro Studio dal 15 al 18 gennaio, per indagare la complessa
relazione tra memoria e oblio. Nel 2012, in una miniera di sale austriaca, il ceramista Martin Kunze
crea La memoria dell’umanità, collezione di tavolette di ceramica su cui incide testi e immagini, con
l’obiettivo di fare un backup dell’umana civiltà. Oltre dieci anni dopo, Marcus Lindeen, insieme alla
drammaturga francese Marianne Ségol, lega il racconto di Kunze ad altre storie: un uomo la cui
memoria si resetta completamente a intervalli regolari, e che riacquista ogni volta i ricordi grazie a
sua moglie; un archeologo queer, che vorrebbe falsificare il passato, per restituire un ruolo agli esclusi
dalla Storia.
Gaia Saitta, classe 1978, formatasi in Italia e da anni attiva in Belgio, dove è artista associata al
Théâtre National Wallonie-Bruxelles, incornicia nell’ovale del Teatro Studio il ritratto di una donna
e del suo percorso di liberazione e di affermazione di sé. Coproduzione internazionale, Les jours de
mon abandon (I giorni dell’abbandono), dal romanzo di Elena Ferrante, va in scena in prima
nazionale, dal 28 febbraio al 2 marzo. «L’Italia che racconta è quella di mia madre, dove pareva
esistere un unico modello di vita – spiega la regista –. Ferrante ci mostra un’altra donna possibile,
scandalosa e potente, che mi riguarda e mi scuote da dentro, che mi dà il desiderio e la forza di
diventare la persona che sono. È la storia che voglio raccontare».
Con Parallax (il termine descrive il cambiamento apparente della posizione di un oggetto, se
osservato da diverse angolazioni), in prima nazionale al Teatro Strehler, dal 13 al 15 marzo, il regista
ungherese Kornél Mundruczó, con la sua compagnia indipendente Proton Theatre, porta in scena
una saga familiare – tre generazioni a confronto – nell’Ungheria contemporanea. Fresco di debutto al
Wiener Festwochen, dove è stato accolto da lunghi applausi, lo spettacolo affronta, con un
allestimento scenico potente, i temi dello sradicamento e dell’identità, dall’eredità dell’Olocausto alla
ricerca e definizione dell’identità personale e collettiva in un contesto di cambiamenti politici e sociali
tumultuosi. Tutti si pongono la stessa domanda: quando l’identità è un privilegio e quando è invece
un peso? Tutto dipende dal punto di vista.
Il Teatro Strehler lo ha accolto tre volte: nel 1999 con Gli specialisti, nel 2006 con I dieci
comandamenti di Raffaele Viviani e nel 2012 con Fede amore speranza di Odon von Horvath.
A distanza di più di dieci anni Christoph Marthaler torna a Milano firmando, per la prima volta,
una coproduzione internazionale della quale il Piccolo Teatro è parte. Il vertice, in prima assoluta,
dal 6 all’11 maggio, è un affresco che mescola i colori del teatro, del canto e della musica, abitato da
sei interpreti – attrici, attori e musicisti italiani, francesi, svizzeri, austriaci e scozzesi, per un totale
di sei lingue diverse –, intorno ai quali la polisemia della parola, (sulla quale gioca ambiguamente il
titolo dello spettacolo: “vertice”, Gipfel in tedesco, designa la cima di una montagna, un meeting
politico, ma anche… un croissant), lascia senza risposta la domanda se siano politici, scalatori,
pasticceri.
Nel 2022 il collettivo fiammingo FC Bergman, con l’originalissimo The Sheep Song, è stata una
presenza tra le più apprezzate dal pubblico del Festival Presente Indicativo. Leone d’Argento alla
Biennale Teatro 2023, gli artisti belgi tornano al Piccolo con una coproduzione in prima nazionale,
(Strehler, 28-30 maggio), Works and Days, ispirato a Le opere e i giorni di Esiodo. Muovendo dal
poeta greco, gli FC Bergman tessono «un autentico inno all’inarrestabile potere del gruppo e alla
sconfinata potenza della natura», riflettendo – nuovamente senza testo – sul vivere sulla (e con la)
Terra, su un’esistenza spesa in accordo con il ritmo delle stagioni, le leggi della Terra e i costumi
della comunità che la coltiva, sul fragile matrimonio tra l’umanità e il pianeta.
Tra le ospitalità, invece, spettacolo di fine anno sarà Falaise, in prima nazionale al Teatro Strehler
dal 27 dicembre al 4 gennaio. La compagnia franco-catalana Baro d’evel ribalta, con poesia e
umorismo, i codici del circo tradizionale, dando vita a una nuova complicità tra esseri umani e
animali. Attraverso i loro spettacoli, onirici e pieni di poesia, che intrecciano e sovrappongono
movimento, acrobatica, musica e parola, Camille Decourtye e Blaï Mateu Trias raccontano un mondo
sull’orlo dell’abisso, che abita in cima alla scogliera, la “falesia” che dà il titolo allo spettacolo. In un
continuo gioco tra equilibrio e disequilibrio, l’alternanza del bianco e del nero simboleggia la ricerca
della purezza ma anche il contagio reciproco dei due colori. Uno spettacolo visivamente sorprendente
che mette in discussione il presente del mondo e dell’umanità.
Inoltre, in data e luogo da definire, avrà luogo un evento speciale, Absent City: la proiezione di una
performance di cinema dal vivo in cui l’intera città di Eleusi diventa un set cinematografico. La
performance, ideata da Dimitris Kourtakis, trasforma l’intera città e i suoi abitanti in attori di un
dramma, di un moderno rito iniziatico attraverso la memoria e l’oblio.
Ospitalità_A poco più di dieci anni dal debutto, torna Magazzino 18 (Strehler, 1-6 ottobre), “musical
civile” sul dramma dell’esilio degli italiani di Istria e Dalmazia raccontato dalle parole e dalle musiche
di Simone Cristicchi diretto da Antonio Calenda.
Con Tanti Sordi. Polvere di Alberto (Studio, 9-13 ottobre), Elvira Frosini e Daniele Timpano,
insieme a Lorenzo Pavolini, esplorano il monumentale lascito di Alberto Sordi, ricercando le tracce
che il suo mito ha disseminato nella vita e nella storia del nostro Paese.
In Gorla fermata Gorla (Studio, 15-20 ottobre), una pagina drammatica della storia di Milano –
Seconda Guerra Mondiale, anno 1944 – rivive nella drammaturgia di Renato Sarti, grazie alla voce
di Giulia Lazzarini.
Con Tragùdia. Il canto di Edipo (Strehler, 29 ottobre-3 novembre), Alessandro Serra si affida alla
lingua grecanica per consegnare il mito di Edipo alla contemporaneità.
Licia Lanera porta in scena il vitale, spudorato e indimenticabile ritratto generazionale firmato da
Pier Vittorio Tondelli: Altri libertini (Studio, 29 ottobre-3 novembre).
Gabriele Russo porta in scena Eduardo, a quarant’anni dalla scomparsa, con un testo profondo e
necessario che interroga il presente: La grande magia (Strehler, 5-10 novembre).
Leonardo Lidi, dopo Il gabbiano e Zio Vanja, porta a compimento il suo Progetto Čechov, con Il
giardino dei ciliegi (Strehler, 12-17 novembre). Sabato 16 novembre, “maratona Progetto Čechov”
con i tre spettacoli in successione.
Un perdente di successo (Studio, 18 novembre): tre superbe attrici – Mariangela D’Abbraccio,
Laura Marinoni, Elisabetta Pozzi – celebrano il talento e la vita di un eccezionale Maestro del
teatro italiano: Giorgio Albertazzi.
Pippo Delbono torna al Piccolo con il suo ultimo, commovente lavoro: Il risveglio (Strehler, 19-24
novembre), dedicato a chi, dopo essersi addormentato, ha avuto il coraggio di risvegliarsi.
A più di dieci anni di distanza dalla sua creazione, torna L’origine del mondo. Ritratto di un interno
(Grassi, 19-24 novembre), spettacolo culto di Lucia Calamaro, con un nuovo cast: Concita De
Gregorio, Lucia Mascino e Alice Redini.
Unprinted. Quello che non ti dicono (Grassi, 26 novembre) della Compagnia Caterpillar e Cardio
Drama. Spettacolo semiserio su un organo quasi perfetto (Grassi, 27 novembre) di Chronos3 sono
gli spettacoli presentati al Piccolo nell’ambito di NEXT – Laboratorio delle idee per la produzione
e la programmazione dello spettacolo lombardo, progetto promosso da Regione Lombardia –
Assessorato alla Cultura, in collaborazione con Fondazione Cariplo e affidato ad AGIS lombarda
nella sua organizzazione, che ha come obiettivo favorire la produzione e la programmazione dello
spettacolo lombardo.
Nel periodo natalizio, sul palcoscenico dello Strehler tornano a volteggiare, come da tradizione, gli
allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala con Cenerentola (13-21 dicembre)
su musiche di Sergej Prokof’ev, con la coreografia di Frédéric Olivieri, appuntamento attesissimo
che si prolunga con lo spettacolo istituzionale di primavera (15-18 maggio).
La seconda metà della Stagione è incorniciata, come sempre, dalle meraviglie della Compagnia
marionettistica Carlo Colla & Figli: a Natale e inizio d’anno, il nuovo allestimento de Lo
schiaccianoci, tratto dal balletto di Pëtr Il’ič Čajkovskij (Studio, 28 dicembre-6 gennaio), e, nel
periodo estivo, una nuova produzione, Don Chisciotte, liberamente tratta da Cervantes e da un
manoscritto inedito della Compagnia, risalente al 1879 (Grassi, 17-29 giugno).
Con Sarabanda (Strehler, 18-23 febbraio), Roberto Andò porta in teatro la sceneggiatura dell’ultimo
film di Ingmar Bergman, tornando, a trent’anni di distanza, ai personaggi di Scene da un
matrimonio, per un ultimo, spietato, confronto.
Con Ezra in gabbia o il caso Ezra Pound (Grassi, 19-23 febbraio) Mariano Rigillo, diretto da
Leonardo Petrillo, restituisce Ezra Pound alla purezza assoluta della sua arte e della sua poesia.
Con Sei personaggi in cerca d’autore (Strehler, 25 febbraio-9 marzo), Valerio Binasco torna a
Pirandello per scandagliare il senso del fare teatro e il nodo conflittuale che lega realtà e finzione.
Lungo viaggio verso la notte (Strehler, 18-30 marzo): Gabriele Lavia e Federica Di Martino nel
capolavoro di Eugene O’Neill, crudo e doloroso ritratto di una famiglia disfunzionale.
Un Capitolo due, nella vita e nella scrittura di Neil Simon, un travolgente intreccio di sentimenti che
sconfina nell’autobiografia: regia di Massimiliano Civica, allo Strehler, dall’1 al 6 aprile.
Con Il grande vuoto (Studio, 8-13 aprile) Fabiana Iacozzilli dipinge uno struggente ritratto di
famiglia di fronte al dramma dell’Alzheimer.
Nella Fedra di Racine, diretta da Federico Tiezzi (Strehler, 9-17 aprile), Elena Ghiaurov è la tragica
regina che infrange l’ordine morale, familiare e sociale con il disordine del proprio desiderio.
Secondo spettacolo di Antonio Latella in stagione, Wonder Woman (Studio, 5-11 maggio), è una
intensa lotta contro l’ingiustizia attraverso la storia vera di uno stupro di gruppo.
Un’altra storia vera ispira Il caso Kaufmann (Grassi, 6-18 maggio) di Giovanni Grasso, con la regia
di Piero Maccarinelli e Franco Branciaroli nel ruolo di Leo Kaufmann, ebreo condannato a morte
per aver stretto un legame con una donna “ariana”.
A partire dall’opera di Thomas Mann, in La morte a Venezia. Libera interpretazione di un dialogo
tra sguardi (Studio, 15-25 maggio), Liv Ferracchiati esplora – tra parola, danza e video – ciò che lega
bellezza e atto creativo.
Un capolavoro senza tempo, una protagonista leggendaria: Galatea Ranzi è Anna Karenina
(Strehler, 20-25 maggio) nel nuovo adattamento di Luca De Fusco.
Sandro Lombardi consegna ad Anna Della Rosa la sua interpretazione degli ultimi due lamenti
d’amore scritti da Giovanni Testori, Erodiàs + Mater strangosciàs (Grassi, 20-25 maggio). Sabato
24 maggio, in scena anche Cleopatràs, diretto da Valter Malosti.
Secondo spettacolo di Liv Ferracchiati in stagione è Stabat Mater (Grassi, 27 maggio-1 giugno): lo
spettacolo, vincitore del Premio Hystrio Scritture di Scena nel 2017, torna in scena con un nuovo cast
e un allestimento rinnovato.
Dopo lo straordinario successo della stagione 2023/24, Stefano Massini porta nuovamente al Piccolo
il suo spettacolo tratto da Freud, L’interpretazione dei sogni (Grassi, 10-15 giugno).
Collaborazioni_La Stagione 2024/2025 è impreziosita, come sempre, da collaborazioni storiche e
dall’annodarsi di nuovi legami.
La diciottesima edizione di MITO SettembreMusica, la storica rassegna musicale che unisce Milano
e Torino, celebra il genio di Giacomo Puccini con un’edizione di Turandot (Strehler, 22 settembre),
pensata per il pubblico più giovane.
Torna anche MiX, la più importante e seguita manifestazione italiana dedicata alla migliore
cinematografia LGBTQ+ nazionale e internazionale, nonché una delle più rilevanti a livello europeo.
La sua 38ª edizione si svolgerà tra il Teatro Strehler e lo Studio Melato (26-29 settembre), con un
ricco programma di eventi cinematografici, culturali e teatrali, all’insegna del nuovo claim
#NoShame.
In occasione di Sogno di una notte di mezza estate, nuova produzione firmata per il Piccolo da
Carmelo Rifici, LaFil – Filarmonica di Milano omaggia il genio di William Shakespeare con quattro
appuntamenti dedicati al rapporto tra l’opera del Bardo e la musica. Al Teatro Studio, il 2 dicembre,
Shakespeare by Henry Purcell: The Fairy Queen & The Tempest musiche di Henry Purcell; al
Chiostro Nina Vinchi, il 3 dicembre, un incontro dal titolo La musica di William Shakespeare;
sempre al Chiostro di via Rovello, il 4 dicembre, Music to hear, why hearst thou music sadly?
Sonetti in musica; al Teatro Strehler, il 5 dicembre, Sogno di una notte di mezza estate, musiche di
Felix Mendelssohn Bartholdy.
Al Teatro Studio, dal 9 al 15 giugno, una nuova edizione di Milano per Gaber, la rassegna di
spettacoli ed eventi culturali con i quali la Fondazione Giorgio Gaber approfondisce e ripropone al
pubblico degli appassionati e alle nuove generazioni il vastissimo repertorio musicale e teatrale del
Signor G.
Infine, immancabile nella programmazione del Piccolo Teatro, Milano Flamenco Festival torna nel
2025 (Strehler, giugno 2025) con la diciottesima edizione: una preziosa selezione della vibrante scena
del flamenco di oggi, con le icone mondiali della danza e gli artisti emergenti più innovativi e
all’avanguardia.
Co-progettare l’Europa_Anche nella stagione 2024/2025, sono cinque le reti progettuali che vedono
impegnato il Piccolo Teatro: cinque programmi internazionali che fanno della pratica teatrale e
performativa lo strumento per interrogarsi su temi cardine del nostro presente come sostenibilità e
inclusione sociale, paesaggio e città post-pandemica, ma anche su come sostenere i talenti emergenti
e dare spazio alla nuova drammaturgia. Progetti multidisciplinari ed eterogenei, che si articolano tra
la creazione di spettacoli, workshop, residenze artistiche e attività di formazione, sviluppando
metodologie integrate capaci di coniugare arte, scienza e ricerca.
Per la prima volta capofila di un progetto vincitore di Creative Europe, il Piccolo prosegue le attività
di UNLOCK THE CITY!, programma triennale realizzato in collaborazione con il Politecnico di
Milano e con altri cinque partner internazionali – Teatre Lliure, Teatrul Tineretului, Toneelhuis,
Østfold University College & Norwegian Theater Academy, The Academy of Performing Arts –
AMU – per riflettere su come la pratica teatrale, unita alla ricerca scientifica, può diventare uno
strumento per ripensare il paesaggio della città post-pandemica. Quattro città, Anversa (BE),
Barcellona (ES), Milano (IT), Piatra Neamt (RO) sono coinvolte in un ricco programma di attività di
ricerca e percorsi didattici, nonché nella realizzazione di 12 spettacoli teatrali affidati a 10 artisti
europei, chiamati a indagare il concetto di “limite” (sociale, fisico, culturale, etc.) nel contesto urbano.
Diverse le attività di formazione e scambio internazionale previste nel 2025: tra le principali le
masterclass di Marta Cuscunà (Praga, marzo 2025), Thomas Verstraeten (Milano, aprile 2025) e
Davide Carnevali (Fredrikstad, maggio 2025). Sul versante degli spettacoli, a Milano, dopo le
performance della scorsa stagione di Marta Cuscunà (Bucolica) e Davide Carnevali (Limited Edition),
è il turno di Sotterraneo che presenteranno il loro nuovo lavoro, Dance Me to the End of the World
(maggio/giugno 2025), performance site-specific realizzata nel quartiere di Corvetto.
Programma sperimentale che mette al centro il modo in cui il settore culturale affronta il concetto di
sostenibilità, STAGES – Sustainable Theatre Alliance for a Green Environmental Shift vede la
collaborazione di 14 realtà – 12 teatri, 1 università, 1 network di teatri europei. Tra gli obiettivi:
ripensare i processi delle tournée, mettendo in scena due spettacoli creati da Katie Mitchell e Jérôme
Bel, utilizzando solo cast e set locali – e persino elettricità generata dal vivo sul palco –, com’è
avvenuto anche nel caso degli adattamenti italiani di lacasadargilla (Uno spettacolo per chi vive in
tempi di estinzione, marzo 2022) e nel Jérôme Bel (aprile 2024) presentato da Marco d’Agostin, con
Chiara Bersani, nella scorsa stagione.
Insieme alla “circuitazione” di questi due titoli, ogni partner di STAGES dà vita a una serie di azioni
finalizzate a migliorare e diffondere la sostenibilità nel teatro. Il Piccolo nella stagione 24/25 non solo
porta avanti le attività di ricerca del progetto con i workshop multidisciplinari Terra – a cura di Davide
Carnevali e in collaborazione con il Politecnico di Milano – ma, sulla scorta delle riflessioni nate dal
percorso di autoanalisi previsto dal progetto per ogni partner, crea due diverse produzioni che
promuovono la cultura della sostenibilità: Benvenuti al Piccolo! Green tour dell’isola degli alberi a
cura di Michele Dell’Utri e Semidei di Pier Lorenzo Pisano.
Con Future Laboratory il Piccolo partecipa a un network di 12 partner europei per dare vita a un
sistema di residenze destinato a quindici artisti emergenti della scena internazionale, chiamati a
elaborare un progetto di ricerca sul tema dell’inclusione sociale. Durante queste residenze – realizzate
in tre diverse città europee per ogni singolo partecipante – gli artisti potranno beneficiare di un
sostegno da parte dei teatri ospitanti che include, tra le altre cose, tutoraggio e accompagnamento
all’elaborazione di un concept per una possibile produzione futura. Dopo aver ospitato a Milano, nella
scorsa stagione, Ruxandra Simion (Romania) e Mateja Stanislava Rot (Slovenia), e dopo aver
organizzato una masterclass internazionale con tutti gli artisti coinvolti al Teatro Grassi, il Piccolo
partecipa, nel novembre 2024, al grande evento finale del progetto nella città di Lussemburgo, in cui
verranno presentati gli esiti dei diversi percorsi, tra cui quello dell’artista italiana, Giulia Sangiorgio.
Continuano le attività di Performing Landscape, progetto “internazionale e decentrato” di cui il
Piccolo Teatro è partner associato, che mira a essere una risposta teatrale, performativa ed effimera
alla land-art. Al centro del lavoro la realizzazione del grande evento performativo Shared Landscapes,
ideato da Caroline Barneaud e Stefan Kaegi (Rimini Protokoll), vero e proprio viaggio teatrale tra
“campi e foreste”, in cui prendono vita 7 performance create da 10 artisti internazionali: Chiara
Bersani e Marco D’Agostin, El Conde de Torrefiel, Sofia Dias et Vítor Roriz, Begüm Erciyas et
Daniel Kötter, Stefan Kaegi, Ari Benjamin Meyers, Émilie Rousset. Dopo aver toccato Milano nel
giugno ’24 – dove è stato presentato nella sua versione italiana al Parco delle Groane con il titolo
Paesaggi condivisi, grazie allo sforzo congiunto del Piccolo e di Zona K –, il progetto prosegue le
sue tappe internazionali in Portogallo, Slovenia e Spagna.
Il Piccolo Teatro rinnova il suo impegno a sostenere la nuova drammaturgia come partner associato
di Fabulamundi Playwriting Europe – New Voices, un network di 13 realtà internazionali dislocate
in 9 paesi europei. Obiettivo del programma, avvicinare la drammaturgia contemporanea alle nuove
generazioni attraverso percorsi formativi e un sistema di mobilità e scambio per giovani autori e
autrici di tutta Europa.
Oltre la scena / Riflessi di Stagione_Sotto il nome di Oltre la scena – Riflessi di stagione si
raccolgono tutte quelle attività che il Piccolo ha immaginato in stretto dialogo con la programmazione
ordinaria, a comporre una “biodiversità” di eventi e iniziative che integra e amplifica l’ecosistema
spettacolare. Quest’anno, al centro della riflessione, il tema della “molteplicità”, intesa sia come
complessità del reale sia come pluralità di sguardi sul mondo. Per questo, insieme agli incontri e alle
conversazioni con gli artisti (Parole in pubblico, Chi è di scena?), abbiamo ideato un ciclo di
appuntamenti (Per filo e per segno) dedicato alle connessioni – talvolta evidenti, altre nascoste – che
le artiste e gli artisti stabiliscono tra alcuni elementi dei loro spettacoli.
Non mancheranno gli incontri dedicati al mondo dell’editoria (Segnalibro) con letture e presentazioni
di libri legati alla stagione, né le rassegne di film (Sguardi paralleli), ideate in collaborazione con le
compagnie e diffuse in diversi cinema della città. Ad attraversare i quartieri saranno anche le
camminate teatrali e le visite-spettacolo (Walk_Talk), che porteranno gli spettatori in alcuni luoghi
simbolo di Milano, dove far risuonare, insieme alle attrici e agli attori, i contenuti degli spettacoli.
Infine, per chi avesse voglia di cimentarsi in prima persona, saranno organizzati degli atelier (Teatro
in platea), dove il pubblico potrà sperimentare piccoli esercizi di pratica teatrale collettiva. Formati
diversissimi che mirano a garantire una vitalità e una molteplicità del ragionare teatrale anche fuori
dalla scena; attività gratuite – se non specificato diversamente – per fare del teatro un luogo del
quotidiano dove ritrovare, uno accanto all’altro, la complessità del nostro guardare.
Oltre la scena | Agorà della cultura_Luogo dove “la città viene a vedersi allo specchio”, il teatro è,
da sempre, lo spazio in cui cittadine e cittadini possono incontrarsi e discutere liberamente: una piazza
della cultura, dove gli spettacoli non sono soltanto punto di arrivo, ma un innesco prospettico, uno
spiraglio sul mondo e i suoi numerosi orizzonti.
Sono diversi gli appuntamenti che il Piccolo Teatro, sotto il nome di “Agorà della cultura”, dedica a
questa pluralità di vedute nell’arco della sua stagione: per un verso incontri unici, come le
conversazioni con i protagonisti del mondo dell’architettura e dell’economia, della sociologia e
dell’arte, etc; tavole rotonde con giornalisti e studiosi per approfondire i temi dell’attualità e del
presente; conferenze dedicate alle figure e agli eventi chiave che hanno illuminato la nostra Storia; e
ancora: presentazioni di libri con autrici ed autori, a ricordarci che la pagina scritta e il mondo
dell’editoria è serbatoio fondamentale di immaginario e di pensiero. Per altro verso veri e propri cicli
di approfondimento tematici, come quello dedicato – aspettando le Olimpiadi invernali Milano
Cortina 2026 – al rapporto tra sport e cultura, o la serie di riflessioni sulla “molteplicità”, a cui rimanda
il titolo della stagione 24/25. Una piazza aperta a 360° dove riscoprire il piacere di conoscere e
riconoscersi come parte integrante e attiva della società civile.
Oltre la scena | per le scuole_Il denso programma di attività formative nelle scuole e per le scuole,
intreccia le differenti forme della comunicazione teatrale con la didattica, dove temi offerti dalla
stagione diventano inneschi per una progettualità condivisa con le docenti, i docenti, le studentesse e
gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Molteplici sono le modalità di tale
coinvolgimento. Dalle lezioni spettacolo (Blitz come delle vere e proprie incursioni didattiche), a
scuola o in digitale, che coinvolgono le classi in azioni teatrali e in momenti di confronto con gli
artisti, ai Laboratori di visione, incontri digitali e in presenza rivolti alle scuole secondarie di primo
e secondo grado e dedicati agli spettacoli di produzione; dai Quaderni didattici, approfondimenti
digitali per studenti e docenti, ai PCTO, i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, che
si modellano sui temi offerti dalle stagioni teatrali e sui mestieri della scena. Cinque sono le proposte
per la stagione 2024-2025. Due cantieri di drammaturgia dedicati a Darwin, Nevada e Ho paura
torero. Con “cantiere di drammaturgia” si intende la riscrittura/ricostruzione di uno spettacolo,
attraverso diversi linguaggi espressivi (la scrittura, ma anche il video, la fotografia, la pittura, la
scultura, il disegno, ecc.) nel tentativo di rendere la complessità delle diverse esperienze/memorie di
una rappresentazione – attesa o vissuta – dalle studentesse e dagli studenti. A conclusione dei lavori,
è previsto un momento di restituzione in uno spazio del Piccolo Teatro. A cura di Marta Comeglio.
Due cantieri di regia dedicati a Il barone rampante e Ho paura torero, in cui le studentesse e gli
studenti saranno accompagnati nell’ideazione e nella presentazione di progetti inediti di allestimento
teatrale dalla forma romanzo, per ripercorrere e approfondire tutte le fasi che costituiscono il processo
creativo di trasposizione teatrale: dall’analisi del testo alla drammaturgia, dalla concezione
scenografica e dei costumi alla formazione di una ipotetica compagnia che interpreti i personaggi del
racconto. A cura di Riccardo Frati.
Alla scoperta della fabbrica del teatro, dedicato a Semidei: le studentesse e gli studenti verranno
invitati alla realizzazione di un progetto (di scenografia, di costume) in cui rielaborare gli spunti di
lavoro ricevuti e legati alla visione dello spettacolo, utilizzando le proprie competenze e mettendo in
connessione il proprio lavoro con le tematiche di sostenibilità del progetto STAGES (Sustainable
Theatre Alliance for a Green Environmental Shift) in cui rientra anche l’allestimento di Semidei. A
cura di Andrea Zaru.
Nuovi pubblici_Un palinsesto di incontri, in teatro e nei quartieri, un ampio spettro di attività di
formazione e di dialogo con la cittadinanza, rivolto sia a chi è solito frequentare il teatro, sia a chi,
per motivi diversi, al Piccolo non è mai stato. Differenti percorsi per attivare relazioni, creare curiosità
e confidenza con i linguaggi della scena e “interferenze” con altri mondi espressivi e ambiti
disciplinari, per conoscere i luoghi del Piccolo e abitarli insieme.
Teatro dietro l’angolo. Scuola di teatro nei Municipi è un percorso di formazione per scoprire le
pratiche teatrali e il loro sviluppo storico-teorico: dai protagonisti di ieri e di oggi ai diversi modi di
affrontare la regia, dal lessico agli elementi della scena fino all’approccio alla recitazione. Un ciclo
di lezioni-laboratorio, tra pratica e teoria, che si dispiega nei Municipi della città a innescare un
dialogo diretto tra scena e persone, grazie al coinvolgimento di operatrici e operatori, attrici e attori
del Piccolo Teatro, e di Claudio Longhi, direttore della Fondazione.
Con il Circolo degli spettatori, il Piccolo Teatro apre le sue porte ai gruppi di lettura del Sistema
Bibliotecario del Comune di Milano, del territorio e del circuito delle librerie indipendenti della città,
amplificando e moltiplicando gli appuntamenti e gli spunti di lettura e attingendo alla propria
programmazione. Uno spettacolo e il suo libro, un libro e il suo spettacolo. Per tutta la stagione
2024/25, accompagneremo gruppi di lettori e di spettatori in un percorso tra teatro e letteratura che si
svilupperà su più fronti: letture integrali di opere narrative, incontri di approfondimento a confronto
con artisti e autori, in teatro, nelle biblioteche o in spazi altri.
Teatro aperto è il titolo delle visite guidate agli spazi teatrali e percorsi sensoriali. Un viaggio dietro
le quinte, dedicato a studentesse, studenti e al pubblico, per scoprire segreti, aneddoti e mestieri legati
alla storia del teatro. Inoltre, lo spazio scenico, i costumi, gli elementi di attrezzeria si trasformeranno
in formidabili strumenti di racconto dedicato al pubblico sordo, cieco e ipovedente. Nel corso della
stagione, l’esperienza di touch tour integrerà le visite e sarà legata ad alcuni degli spettacoli in
stagione, per consentire di prendere misura della natura e della forma degli elementi su cui poggia un
allestimento.
Absolute beginners. C’è sempre una prima volta (in platea) fa tesoro dell’esperienza maturata dal
Teatro Nacional D. Maria II di Lisbona con Primeira Vez. Il Piccolo, per la terza stagione, apre le sue
porte a una nuova comunità di spettatrici e spettatori che, per i motivi più diversi, non ha mai avuto
l’occasione o la possibilità di entrare nelle sue tre sale. Il progetto, aperto a tutte e tutti i cittadini
senza distinzioni di età o provenienza, darà la possibilità di vedere tre diversi spettacoli, di scoprire
gli spazi del teatro – dal backstage alla sartoria – e di incontrare dal vivo i protagonisti della scena.
Incontri teatrali del terzo tipo prevede un ciclo di serate speciali con incontri post spettacolo tra
pubblico e artisti, in un contesto conviviale e informale, per avvicinare e coinvolgere una nuova
comunità di giovani spettatrici e spettatori under 35, universitari, studentesse e studenti di master e
accademie, giovani lavoratrici e lavoratori.
Ask me anything, il formato, ideato da On Air, associazione culturale nata per valorizzare il ruolo
delle scienze – pure, umane e sociali – prevede una serie di incontri tesi ad approfondire i temi di
alcuni spettacoli di produzione con un approccio innovativo e coinvolgente.
Prosegue, infine, l’esperienza di STORMI, il magazine curato dalla redazione di Stratagemmi –
Prospettive Teatrali e realizzato dagli studenti e dalle studentesse dell’Università degli Studi di
Milano, per raccontare il teatro e la sua comunità, tra artisti, contaminazioni e nuovi pubblici.
Non 20121_Il Piccolo Teatro ribadisce anche nella prossima stagione la necessità, per il teatro, di
uscire, non solo metaforicamente, dalle proprie sedi, e raggiungere i cittadini anche nei luoghi della
loro quotidianità. In quanto rito collettivo per eccellenza, il teatro può e deve avere un ruolo cruciale
nel ricostruire un’idea di comunità e nel ricucire gli sfrangiamenti e le dispersioni del tessuto
metropolitano che le fratture dello scenario geopolitico ed economico nazionale, con le loro ricadute
locali, hanno determinato.
È una idea di radicamento profondo del territorio che da qualche stagione il Piccolo condivide con
IMMERSIONI. laboratorio di linguaggi performativi nei quartieri, di nuovo negli spazi del
Piccolo, dal 10 al 18 settembre. Cuore della terza edizione del Festival, diretto da Andrea Capaldi,
sono le restituzioni degli studi performativi nati dalle residenze artistiche Indagine Milano,
mappatura urbana con focus specifici su quattro quartieri del sud della città: Gratosoglio (di Alessio
Trevisani), Stadera (Broken Jump), Barona (Giulia Scotti), Chiaravalle (Phoebe Zeitgeist con Terzo
Paesaggio). A questi si aggiungono tre progetti speciali: la performance di Diego Piemontese in
relazione con la comunità LGBTQIA+, l’installazione performativa di Elena Guerrini, a partire dalla
ricerca sul territorio in Barona e l’atto poetico di Teresa Priano/Dario Pruonto creato a Santa Giulia.
Aprono la manifestazione la conferenza performativa di Puteca Celidonia e il racconto in azione del
laboratorio Teatro dietro l’angolo, a cura del Piccolo, coordinato da Michele Dell’Utri e Diana
Manea. Si segnalano anche le premiazioni e i reading dei testi del Premio Carlo Annoni e del
conTEST Amleta e la presentazione di r/Place di Matteo Sintucci, spettacolo vincitore dello scorso
Milano Off Fringe Festival.
Proprio Teatro dietro l’angolo. Scuola di teatro nei municipi, insieme ad altri format compresi nella
galassia di Nuovi pubblici e Oltre la scena – nella sua declinazione orientata al pubblico e in quella
destinata alle scuole – rappresenta, dalla scorsa Stagione, un significativo prolungamento del Piccolo
nei quartieri con il suo ciclo di lezioni-laboratorio, tra pratica e teoria, che si dispiega capillarmente
nella città, a innescare un dialogo diretto tra scena e persone. Il percorso di formazione coinvolge
operatrici e operatori, attrici e attori del Piccolo Teatro, e lo stesso direttore, Claudio Longhi.
Allo stesso spirito rispondono, come si diceva, nell’ambito di Nell’ambito di Nuovi Pubblici, le letture
integrali di romanzi e i percorsi tra teatro e letteratura del Circolo degli spettatori, mentre in quello
di Oltre la scena, i Walk_Talk, camminate teatrali e visite-spettacolo che, attraversando i quartieri,
portano gli spettatori in alcuni luoghi simbolo di Milano; Sguardi paralleli, le rassegne di film diffuse
in diversi cinema della città, alcuni incontri di Parole in pubblico. Infine, nell’ambito delle attività
per le scuole, i PCTO e i Blitz.
Allo stesso segno si ascrivono gli spettacoli della rassegna Teatro tiene banco allestiti negli istituti
scolastici e alcune linee della progettualità europea, come UNLOCK THE CITY! che ha individuato
uno dei propri raggi operativi nella zona sud-est di Milano, tra Porto di Mare e Corvetto.
Palcoscenici in formazione_ L’impegno del Piccolo Teatro sul fronte della formazione dei giovani
artisti prosegue quest’anno con il nuovo bando della Scuola di Teatro “Luca Ronconi” e rinnovando
la collaborazione con l’École des Maîtres.
Scuola di Teatro “Luca Ronconi”
Fondata nel 1987 da Giorgio Strehler, la Scuola di Teatro del Piccolo opera da 37 anni nell’ambito
della formazione teatrale per attrici e attori. Dalla sua creazione a oggi, sono stati avviati 12 corsi, 11
dei quali si sono già conclusi accompagnando al diploma 278 attrici e attori professionisti.
Il ciclo attualmente in essere, intitolato a Claudia Giannotti, si conclude il 30 giugno 2024 con il
consueto saggio di diploma. È una «scuola di alto perfezionamento» della durata di tre anni, durante
i quali l’attività di formazione si concentra su un solo e unico corso, che prende il nome di
un’importante personalità del mondo teatrale. È stata diretta da Luca Ronconi per tutto il tempo
trascorso alla guida artistica del Piccolo Teatro e, dopo la sua scomparsa, gli è stata intitolata.
La Scuola di Teatro del Piccolo è attualmente diretta dal regista Carmelo Rifici. Con le allieve e gli
allievi degli ultimi due corsi (Luchino Visconti, 2014/2017 e Giorgio Strehler, 2017/2021, corso di
durata quadriennale, in conseguenza della pandemia), Rifici ha realizzato gli spettacoli: Uomini e no,
di Michele Santeramo, dal romanzo di Elio Vittorini e Doppio sogno, riscrittura di Riccardo Favaro
dell’opera di Arthur Schnitzler. Attualmente, come saggio di diploma, sempre con l’ausilio di
Riccardo Favaro, sta lavorando con il corso Claudia Giannotti (2021-2024) al Sogno di una notte di
mezza estate di William Shakespeare. È stato pubblicato – ed è consultabile su piccoloteatro.org – il
bando per l’ammissione al nuovo triennio 2024/2027, che sarà dedicato a Luca Ronconi del quale,
nel 2025, ricorre il decennale della morte. La Scuola di Teatro “Luca Ronconi” è inoltre operatore
accreditato presso Regione Lombardia per i servizi di Istruzione e Formazione professionale.
École des Maîtres
Il Piccolo prende parte per il terzo anno consecutivo all’École des Maîtres, master internazionale di
alta formazione, strutturato in forma itinerante nei Paesi europei che aderiscono al progetto.
Ideato nel 1990 dal critico teatrale Franco Quadri e giunto alla trentaduesima edizione, il percorso si
pone l’obiettivo di innescare una relazione tra giovani attrici e attori – formatisi nelle accademie
d’arte drammatica e nelle scuole di teatro d’Europa e già attivi come professionisti – e rinomati registi
della scena internazionale, per dare vita a un’esperienza di lavoro finalizzata al confronto e allo
scambio di competenze sui metodi e le pratiche di messinscena, partendo da testi, lingue e linguaggi
artistici differenti. L’École des Maîtres è progettata e promossa da un’ampia rete di istituzioni
internazionali, a partire dai sette partner di progetto e direzione artistica: CSS Teatro stabile di
innovazione del Friuli Venezia Giulia, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa (Italia), CREPA –
Centre de Recherche et d’Expérimentation en Pédagogie Artistique, Théâtre de Liège – Centre
européen de création théâtrale et chorégraphique (CFWB/Belgio), Teatro Nacional D. Maria II,
TAGV – Teatro Académico de Gil Vicente (Portogallo), Le Quai Centre Dramatique National Angers
Pays de la Loire, Comédie, Centre dramatique national de Reims (Francia)
Sarà l’attrice, autrice e regista belga Anne-Cécile Vandalem a dirigere l’Ecole des Maîtres 2024 con
un corso dal titolo Ossessioni, rituali, eredità e trasmissioni.
Le edizioni_ La collaborazione tra il Piccolo Teatro e la casa editrice milanese il Saggiatore, avviata
nella stagione 2021/2022, giunge al suo quarto anno, con un totale di 15 titoli pubblicati e un ultimo
in via di realizzazione. Nata con l’obiettivo di proporre alle lettrici e ai lettori una selezione di
scritture, nazionali e internazionali, ‘per la’ e ‘intorno alla scena’, inedite in Italia, la collana prevede
anche una serie dedicata agli scritti di Giorgio Strehler.
Partendo da quest’ultima area di interesse, la pubblicazione di testi strehleriani conservati
nell’Archivio del Piccolo Teatro ha dato vita sinora a tre volumi, Lettere agli italiani, raccolta di
scritti politici e civili del fondatore del Piccolo Teatro (2021), Shakespeare Goldoni Brecht, selezione
di testi critici dedicati a tre autori cardine della sua produzione (2022) e Un teatro necessario,
excursus intorno alle prime esperienze di regia del giovane Strehler, passando per la fondazione del
Piccolo fino ad approdare alla metà degli anni Cinquanta (2023). Gli altri titoli sinora dati alle stampe
comprendono: Big Data B&B, testo dello spettacolo di Laura Curino, prodotto dal Piccolo e dal
Politecnico di Milano, intorno al tema dei dati sensibili (prefazione di Roberta Carpani, 2022);
Abbecedario per il mondo nuovo, raccolta di ventisei microdrammaturgie di autori e autrici under 35
(prefazione di Gerardo Guccini, 2022); Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione, invito
dell’americana Miranda Rose Hall a riflettere sul tema dell’esaurimento delle risorse planetarie
(prefazione di Telmo Pievani, 2022); Zoo di Sergio Blanco (prefazione di Roberto Marchesini, 2022),
dedicato all’insolito legame amoroso venutosi a creare tra uno scrittore e un gorilla; Carbonio di Pier
Lorenzo Pisano, vincitore del 56° Premio Riccione per il Teatro, dove si racconta la storia di un
incontro ravvicinato tra un uomo e un alieno (prefazione di Mario Tozzi, 2022). In occasione del
festival internazionale Presente indicativo: per Giorgio Strehler (paesaggi teatrali) sono stati
pubblicati: Due amici (prefazione di Chiara Elefante, 2022), dove Pascal Rambert racconta la
relazione tra due attori, mescolando teatro e vita vissuta; Trilogia delle identità in cui Marcus Lindeen
esplora, nell’arco di tre testi (Orlando e Mikael, Wild Minds, L’avventura invisibile), i temi della
fluidità di genere (prefazione di Jonathan Bazzi, 2022); Teatro (prefazione di Yves Daccord) che
attraverso tre testi, Catarina e la bellezza d’ammazzar fascisti, Coro degli amanti e Nella misura
dell’impossibile illustra il lavoro di Tiago Rodrigues (2022). Nella stagione 22/23, sono stati editi
HEDDA.GABLER. come una pistola carica (prefazione di Vera Gheno, 2023), elaborazione originale
di Liv Ferracchiati, a partire da Henrik Ibsen; Anatomia di un suicidio di Alice Birch (prefazione di
Concita De Gregorio, 2023), tra gli esempi più alti della qualità della drammaturgia inglese
contemporanea.
La stagione 2023/24, oltre al titolo strehleriano già citato, ha visto la pubblicazione di Anni, lettere e
valanghe, originale raccolta di drammaturgie per la danza firmate da Marco D’Agostin, introdotte e
commentate da Alessandro Iachino con un ricco apparato critico di note (2024), la raccolta Teatro
(introduzione e traduzione di Davide Carnevali, 2024) comprendente due testi del drammaturgo
argentino Mariano Pensotti, Gli anni e Lo spettacolo, entrambi andati in scena al Teatro Studio
Melato, nelle due edizioni del Festival internazionale Presente Indicativo. Andrà stampa nel luglio
2024 Come tremano le cose nell’acqua, nuovo testo di Liv Ferracchiati, questa volta ispirato a
Čechov, introdotto da Margherita Crepax.
La stagione 2024/25 prevede la pubblicazione di due volumi firmati da Davide Carnevali, Limited
Edition e una raccolta comprendente tre titoli del ciclo Il teatro tiene banco, dedicato alle spettatrici
e agli spettatori più giovani. Della sterminata produzione di Giorgio Strehler sarà questa volta
esplorato il lavoro dedicato al Faust, mentre, a dieci anni dalla scomparsa di Luca Ronconi (2015-
2025) è in lavorazione un volume dedicato alla sua ricerca nel periodo alla guida artistica del Piccolo
Teatro. Sono in definizione ulteriori titoli collegati alle nuove produzioni della stagione.
Il Piccolo per la Sostenibilità_Mai come in questo momento il tema della sostenibilità si lega in
maniera indissolubile alle politiche culturali. È con questa consapevolezza che, dopo essere stato il
primo teatro in Europa ad aver aderito a New European Bauhaus – la rete culturale e interdisciplinare
promossa dall’Unione Europea per favorire la diffusione di un nuovo Green Deal europeo – il Piccolo
rafforza l’impegno nel fare delle proprie sale un centro propulsivo di una cultura della sostenibilità.
Intendendo questa parola nella sua accezione più ampia, nel suo essere in relazione “tra ambiente,
economia e società” e, quindi, ugualmente votata all’accessibilità e all’inclusione. Diverse e articolate
le iniziative che il Piccolo continua a portare avanti in questo senso: a livello strutturale, attraverso
un progressivo adeguamento dei propri spazi e delle proprie attrezzature – grazie al PNRR e a
partenariati pubblico-privato –, ma anche impegnandosi al riuso dei materiali dentro e fuori la scena;
a livello produttivo, con gli spettacoli nati nell’ambito dei progetti europei STAGES e UNLOCK
THE CITY!, che contribuiscono a diffondere una cultura della sostenibilità (Benvenuti al Piccolo!
Green tour dell’isola degli alberi, Semidei), dell’inclusione e il dialogo con il territorio (Dance Me
to the End of the World di Sotterraneo). Ma anche attraverso una serie di importanti collaborazioni
e alleanze già sperimentate nella scorsa stagione: la sinergia con Politecnico di Milano nelle
progettualità internazionali (e non solo), l’adesione al Festival dello Sviluppo Sostenibile,
organizzato da ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, la partecipazione al progetto
Affido Culturale, a cura di Associazione Mitades e Fondazione KPMG, con l’obiettivo di incentivare
la frequentazione di spazi culturali, contrastando la povertà educativa; la stretta collaborazione con
Al. Di. Qua. Artists – prima associazione di e per le persone con disabilità nello spettacolo – che si
rinnova, sviluppandosi su più fronti: dai progetti di audio-descrizione, allo sviluppo di touch tour
(percorsi alla scoperta dei costumi e delle scenografie degli spettacoli di Teatro aperto) dedicati al
pubblico cieco e ipovedente, alla traduzione in lingua dei segni (LIS) di diversi appuntamenti. Per
facilitare la fruizione della propria programmazione a un pubblico sempre più ampio ed eterogeneo,
il Piccolo implementa inoltre il numero di spettacoli sottotitolati, la realizzazione di materiali e kit
dedicati (come con Jérôme Bel, nella scorsa stagione, per persone neurodivergenti), ma rafforza anche
il dialogo e la cura nei confronti delle tante comunità che abitano il territorio, con iniziative diffuse
capillarmente nella città (Teatro dietro l’angolo, Walk_Talk, etc.). Un percorso in divenire, e in
crescita, che conferma come “sostenibilità” non sia solo una parola, ma un dialogo costante tra ambiti,
bisogni e ascolto.
Gli artisti associati_Come già accade in numerosi teatri europei, il Piccolo, superando la propria
storica impostazione diarchica, ha avviato, con la nuova direzione di Claudio Longhi, un dialogo con
quindici artisti “associati” italiani e internazionali, nella direzione di una nuova idea di teatro, che
non si esaurisca nella sola produzione di spettacoli, ma tenda ad alimentare processi artistici dinamici
e frastagliati, alimentati da sistemi in dialogo tra loro, da reti, percorsi intrecciati, da una articolata,
continuativa, condivisa progettualità artistica, come voleva l’auspicio dei fondatori del Piccolo: che
il Piccolo, cioè, fosse concretamente una casa per gli artisti. Gli artisti associati del Piccolo Teatro
sono: Davide Carnevali, Marta Cuscunà, Marco D’Agostin, Davide Enia, Liv Ferracchiati,
lacasadargilla, Stefano Massini, Pier Lorenzo Pisano, Federica Rosellini, Sotterraneo, Caroline
Guiela Nguyen, Christiane Jatahy, Marcus Lindeen, Pascal Rambert, Tiago Rodrigues.
CALENDARIO
10 – 18 sett 2024 Piccolo IMMERSIONI
22 sett 2024 Strehler MITO SettembreMusica
26 – 29 sett 2024 Strehler/Studio MIX
26 sett – 13 ott 2024 Grassi Il barone rampante
1 – 6 ott 2024 Strehler Magazzino 18
2 – 6 ott 2024 Studio Gli anni
8 – 27 ott 2024 Strehler Mein Kampf PRIMA ASSOLUTA
9 – 13 ott 2024 Studio Tanti Sordi. Polvere di Alberto
15 – 20 ott 2024 Studio Gorla fermata Gorla
15 – 27 ott 2024 Scatola Magica La favolosa battaglia dei topi e delle rane
22 – 27 ott 2024 Studio Corvidae. Sguardi di specie
24 ott – 17 nov 2024 Grassi Arlecchino servitore di due padroni
28 ott 24 – 2 mar 25 Benvenuti al Piccolo! Nel paese di Teatro
29 ott – 3 nov 2024 Strehler Tragùdia. Il canto di Edipo
29 ott – 3 nov 2024 Studio Altri libertini
5 – 10 nov 2024 Strehler La grande magia
7 – 17 nov 2024 Studio Il mostro di Belinda PRIMA NAZIONALE
11 – 24 nov 2024 Scatola Magica Viaggio fantastico nel sottosuolo PRIMA NAZIONALE
12 nov 24 – 30 mar 25 Benvenuti al Piccolo! Green tour dell’isola degli alberi
12 – 17 nov 2024 Strehler Il giardino dei ciliegi (16 nov, maratona Progetto Čechov)
18 nov 2024 Studio Un perdente di successo
19 – 24 nov 2024 Strehler Il risveglio
19 – 24 nov 2024 Grassi L’origine del mondo
26 nov 2024 Grassi NEXT. Unprinted. Quello che non ti dicono
27 nov 2024 Grassi NEXT. Cardio drama
28 – 30 nov 2024 Strehler Lacrima PRIMA NAZIONALE
23
29 nov – 22 dic 2024 Studio Sogno di una notte di mezza estate PRIMA NAZIONALE
2 – 5 dic 2024 Piccolo LaFil – Filarmonica di Milano
11 – 22 dic 2024 Grassi Anatomia di un suicidio
13 – 21 dic 2024 Strehler Cenerentola – Scala
27 dic 2024 – 4 gen 2025 Strehler Falaise PRIMA NAZIONALE
28 dic 2024 – 6 gen 2025 Studio Lo Schiaccianoci – Colla
8 – 11 gen 2025 Studio Uccellini
15 – 18 gen 2025 Studio Memory of Mankind PRIMA NAZIONALE
22 gen – 16 feb 2025 Strehler Darwin / Nevada PRIMA NAZIONALE
23 gen – 16 feb 2025 Grassi Zorro PRIMA NAZIONALE
6 – 23 feb 2025 Studio Semidei PRIMA NAZIONALE
11 – 23 feb 2025 Studio Quel ladro del Lago di Como PRIMA NAZIONALE
18 – 23 feb 2025 Strehler Sarabanda
19 – 23 feb 2025 Grassi Ezra in gabbia
25 feb – 9 mar 2025 Strehler Sei personaggi in cerca d‘autore
28 feb – 2 mar 2025 Studio Les jours de mon abandon PRIMA NAZIONALE
8 – 23 mar 2025 Grassi Ho paura Torero
13 – 15 mar 2025 Strehler Parallax PRIMA NAZIONALE
14 mar – 6 apr 2025 Studio Storia di un cinghiale PRIMA NAZIONALE
18 – 30 mar 2025 Strehler Lungo viaggio verso la notte
25 mar – 17 apr 2025 Grassi Autoritratto
1 – 6 apr 2025 Strehler Capitolo Due
8 – 13 apr 2025 Studio Il grande vuoto
9 – 17 apr 2025 Strehler Fedra
mag/giu 2025 Corvetto Dance Me to the End of the World PRIMA NAZIONALE
6 – 11 mag 2025 Strehler Il Vertice PRIMA ASSOLUTA
5 – 10 mag 2025 Studio Wonder Woman
6 – 18 mag 2025 Grassi Il caso Kaufmann
24
15 – 18 mag 2025 Strehler Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala
15 – 25 mag 2025 Studio La morte a Venezia
20 – 25 mag 2025 Strehler Anna Karenina
20 – 25 mag 2025 Grassi Erodiàs + Mater Strangosciàs (24 maggio, trilogia con Cleopatràs)
28 – 30 mag 2025 Strehler Works and Days PRIMA NAZIONALE
27 mag – 1 giu 2025 Grassi Stabat Mater
3 – 8 giu 2025 Studio Asteroide PRIMA NAZIONALE
10 – 15 giu 2025 Grassi L’interpretazione dei sogni
9 – 15 giu 2025 Studio Milano per Gaber
17 – 29 giu 2025 Grassi Don Chisciotte – Colla
giugno 2025 Strehler Milano Flamenco Festival