Nino Rota prima ed Ennio Morricone subito dopo, sono stati i protagonisti principali del concerto che l’ensemble dell’orchestra filarmonica italiana: “Brass portrait” (ph: Gianfranco Rota) in una performance particolare ha tenuto davanti alla platea gremita nel “Ridotto Gavazzeni” del teatro Donizetti di Bergamo. Proseguono dunque in questo mese di giugno i concerti nell’ambito della rassegna denominata: “Il centro della musica” organizzata dalla fondazione del teatro Donizetti in collaborazione con l’assessorato alle Politiche sociali del comune orobico.
Al centro della scena, la formazione di fiati composta da tre tromboni con Alberto Pedretti, Fabio De Cataldo e Valentino Spaggiari, con trombone solista Stefano Belotti ed alle percussioni Paolo Grillenzoni, mentre alla tromba solista c’era un grande Andrea Giuffredi. Un concerto durato poco più di un’ora e che ha divertito parecchio gli spettatori. Una formazione di ottoni, che di solito, come ha spiegato bene Belotti nell’introdurre i vari pezzi che poi sarebbero stati eseguiti, ha ricevuto un successo inaspettato che è andato oltre le più rosee aspettative grazie alla presenza di un pubblico numeroso ed attento, testimonianza di una scelta felice dopo l’edizione dello scorso anno.
Si è trattato di una performance coinvolgente in cui s’è potuto assistere al virtuosismo dei musicisti che sono riusciti a creare una bell’atmosfera musicale. S’è iniziato con le musiche di Rota, come si diceva all’inizio, con una parte della trilogia scritta da quest’ultimo per le riprese del film “Il padrino”, si è continuato con le struggenti note di “Romeo e Giulietta”. Paziente e sorridente Belotti – anche per far rifiatare e far rifiatare i compagni tra l’esecuzione di un pezzo ed un altro – ha spiegato brevemente la genesi e la storia dei pezzi di queste due autentiche icone della musica del secolo scorso. Autori che non si sono soffermati soltanto a comporre musica sinfonica e da camera ma che si sono anche dilettati a realizzare musica leggera per canzoni che sono rimaste impresse nell’immaginario collettivo. Dopo Rota è toccato a Morricone, alle indimenticabili colonne sonore -tra le altre – dei film western di Sergio Leone, quali: “Il buono, il brutto e il cattivo”, “Per un pugno di dollari” “Per qualche dollaro in più”.
Successivamente è stata anche la volta di “Se telefonando” il cui testo è stato scritto da Maurizio Costanzo. Ma non è finita qui. Le sorprese ci sono pure state come anticipato all’inizio da Roberto Valentino che ha presentato la serata e la band. “Dieci ragazze” di Battisti – Mogol, ed ancora l’indimenticabile “Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno hanno sugellato una serata suggestiva piena di emozioni e ricordi senza tempo.