Continuano i pomeriggi di sabato al teatro Donizetti, nel Ridotto Gavazzeni, con la terza edizione della fortunata rassegna il cui tema centrale è “il centro della musica”. Rassegna organizzata dalla fondazione Donizetti assieme all’assessorato alle Politiche sociali del comune di Bergamo.
E proprio sabato al cospetto di un altro sold out di pubblico l’Orchestra filarmonica italiana ed il talentuoso musicista romagnolo Marco Albonetti si sono presentati con “Ritratti” il tema dedicato “alle visioni e sogni della musica da film”. Dunque, un altro momento intenso per un viaggio ideale attraverso la musica immersi nelle colonne sonore di film di successo. Perché la musica da film è considerata “l’altra anima della musica classica del ventesimo secolo”. In questa speciale occasione si è potuto assistere alla “celebrazione” di capolavori di compositori del calibro di Ennio Morricone, Nino Rota, Armando Trovajoli, Stelvio Cipriani ed Astor Piazzolla.
Autori di pezzi indimenticabili ed amati dal pubblico di tutto il mondo. Dicevamo della presenza, oltretutto, di un musicista del calibro di Marco Albonetti con il suo sax soprano e baritono che ha trascritto alcune partiture per presentarle al pubblico in una serie di suite ad hoc. Quest’ultimo ha, di volta in volta, poco prima di suonare descritto ogni pezzo del programma musicale al suo pubblico in un dialogo simpatico e cordiale; partendo da Ennio Morricone con “The mission” per poi giungere al “Clan dei siciliani” ed a “Nuovo cinema paradiso”, passando per Stelvio Cipriani con il suo “Anonimo veneziano” e successivamente per Armando Trovajoli con “Profumo di donna” fino a concludere con Nino Rota e le sue “Danze del Gattopardo” e “La dolce vita”.
Pellicole che sono rimaste nella storia del cinema italiano e che sono diventate dei cimeli nell’ambito della cinematografia internazionale che si rispetti. Albonetti ha raccontato addirittura come alcune riprese di “The mission” si fossero in qualche modo “adattate” alla musica, con Morricone che aveva previsto ancor prima del ciak cosa dovesse accadere in un determinato momento del film. Questa musica, del resto, crea un magico dualismo con l’azione scenica, un dialogo dinamico, fatto di chiaroscuri – si legge nella brochure di presentazione del concerto – contrasti, affinità, armonie. A tutto questo s’aggiunge il potere dell’immaginazione a cui la musica si collega, così che tutte le facoltà dell’anima vengono chiamate in causa contemporaneamente. La musica di questi grandi compositori ci trasporta in un altro tempo e luogo, evoca ricordi di esperienze passate o ci introduce in nuovi mondi, luoghi che si possono solo vedere nei sogni”, appunto.