"Mia madre mi voleva dottore, ma io ho preferito il canto e la musica e poi ha capito"
Piace il Ron nazionale . Sul palco che sta centrale all’inizio di corso Numistrano a Lamezia Terme il cantautore pavese di Dorno riesce a “radunare” in piazza oltre 10mila affezionati suoi fans. Due ore intense di una performance eccezionale di un artista che riesce ad “emozionarsi” e a “emozionare”.
E davanti al palco tante le generazioni a confronto, dai più giovani ai meno giovani. Ron è subito apparso sorridente e gioviale. Canta e si racconta rivelando aneddoti della sua vita. Inizia subito con uno scoppiettante pezzo autobiografico: “Cosa farò” e racconta di quando la madre le diceva che da grande sarebbe dovuto diventare: dottore, ma che poi alla distanza lei avrebbe capito ed accettato la sua passione per la musica. Poi è la volta di “Una città per cantare” di “Cosa sarà” degli amici Lucio Dalla e Francesco De Gregori nel rinverdire i ricordi dell’album live: “Banana republic”, ed ancora senza soluzione di continuità: “Il gigante e la bambina” canzone purtroppo sempre attuale. In affiancamento con la percussionista e talentuosa cantante Stefania Tasca canta: “Cambio stagione”, mentre quest’ultima “offre” il suo singolo: “Castelli di sabbia” alla platea.
Il concerto è un costante remake di brani che stanno nella mente e nel cuore della gran parte degli spettatori. Ron riprende con: “Anima” , “Le foglie e il vento” fino ad arrivare a “Piazza Grande” e al disvelamento della genesi di un pezzo conosciuto e realizzato durante il viaggio nel lontano ’71 su una nave che partita da Napoli si recava a Palermo laddove Ron avrebbe tenuto un concerto nell’isola assieme all’immancabile Dalla. Ricorda lo strimpello iniziale della chitarra e della voce dapprima di Ron poi dello stesso Dalla a cui si sarebbero aggiunte le parole in un testo di Sergio Bardotti e Gianfranco Baldazzi “perché inizialmente – ammette Ron – noi mettevamo mano solo alla musica”.
In questo filone poi tocca a: “Al centro della musica”, “Questo vento” che canta ancora con la Tasca in assenza di Leo Gasman nel brano del nuovo album di due anni fa. E poi il “Tutti quanti abbiamo un angelo” pezzo simpatico e a tal punto coinvolgente che Ron non termina neppure per consentire al pubblico di intonarlo in coro assieme a lui, prima di terminare con: “Chissà se lo sai”, non senza prima presentare la propria band: con Roberto Di Virgilio alla chitarra, al basso Roberto Gallinelli, Matteo Di Francesco alla batteria, nonché al pianoforte, alle tastiere “e a un sacco di cose” il musicista d’origine calabrese Giuseppe Tassoni. Poi c’è il bis: “Per questa notte che cade giù, “Non abbiam bisogno di parole” e “Vorrei incontrarti tra cent’anni” e chiudere definitivamente, tra gli applausi convinti, con “Joe temerario”.