TEATRI DI CONFINE 2024
Martedì 4 giugno, al Museo della Carta di Pescia, il secondo appuntamento dell’edizione 2024 di Teatri di Confine, la rassegna dedicata alla scena contemporanea realizzata da Teatri di Pistoia e dalla Fondazione Toscana Spettacolo onlus.
Martedì 4 giugno (dalle ore 18.30), al Museo della Carta di Pescia, è il momento di WILLIAM SHAKESPEARE’S HALF TIME JOB. Lettura performativa dei tarocchi ispirata all’immaginario di Shakespeare, di e con Marco Di Costanzo. William Shakespeare’s half time job, prodotto da Teatro dell’Elce con Fondazione Armunia Teatro Pasquini, è un’immersione nell’opera dell’autore inglese attraverso una forma scenica fedele ai testi e allo stesso tempo irriconoscibile, contemporanea. Lo sguardo dell’autore è impiegato in una lettura dei tarocchi per un singolo spettatore, veicolata con un linguaggio apparentemente “spontaneo”, estemporaneo, ma in realtà nutrito di frasi, immagini e aneddoti tratti dai suoi testi. Per assistere alla performance, per massimo 20 spettatori, è obbligatoria la prenotazione (una persona ogni 15 minuti, per le prenotazioni: 0573 991609 – 27112).
Contemporaneamente, per la coreografia di Patrizia de Bari, in scena BIANCHISENTIERI. La performance incalza, con suggestioni visive e sonore, i temi della conservazione e della trasmissione della conoscenza, attraverso la memoria. Bianchi come i fogli e Sentieri come i solchi della scrittura, fonte primaria della trasmissione e del sapere. La trasposizione in un’immagine surreale darà vita a un “animale” raro, forse già scomparso, che trascina un abito costruito con pagine di libri oramai dismessi, pronti per il macero, come simbolo della memoria del passato e depositari del sapere. Le tracce lasciate dal suo passaggio prenderanno forma, come nei sogni, assumendo una fisionomia concreta; rinasceranno desideri, curiosità e voglia di conoscenza. Lo spettacolo, prodotto da Giardino Chiuso, è a ingresso libero fino ad esaurimento posti (1 performance ogni 30 minuti). Per le prenotazioni è possibile chiamare la biglietteria, 333 9250172, dalle 17:30 del 4 giugno.
Le due proposte entreranno in dialogo con lo spazio espositivo: il Museo della carta di Pescia. Il Museo, di rilevanza nazionale, protegge e tramanda un sapere universale dell’uomo, condiviso nel tempo e nello spazio: fare la carta, attività presente nella valle del Pescia dal 1481. Ha sede nella settecentesca Cartiera Le Carte, esempio unico di opificio andante ad acqua in cui sono presenti ancora tutti gli antichi impianti per una produzione “a mano”. Il Museo conserva 7 mila pezzi nelle sue collezioni (forme da carta filigranate, cere da filigrana, punzoni, timbri e teli filigranati) che testimoniano secoli di produzione e l’Archivio Storico Magnani formato da 700 metri lineari di documentazione: uno dei più importanti archivi d’impresa in Italia.
Teatri di Confine presenta, fino al 17 giugno, spettacoli di danza, circo contemporaneo, prosa e musica. La rassegna, dedicata alla scena contemporanea, è realizzata da Teatri di Pistoia e dalla Fondazione Toscana Spettacolo onlus, con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Toscana, in collaborazione con il Comune di Pistoia e il Comune di Pescia. Gli appuntamenti in cartellone sono ospitati a Pistoia, negli spazi del Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni e di Villa Stonorov-Fondazione Vivarelli, e a Pescia, alla Gipsoteca Libero Andreotti e al Museo della Carta. Luoghi d’arte che sono stati messi a disposizione condividendo la prospettiva culturale del progetto.
Biglietti
€ 12 intero
€ 8 ridotto
€ 5 ridotto ragazzi under 14
€ 5 speciale serata 4 giugno – Museo della Carta Pescia
riduzioni
ridotto per Over65, soci UNICOOP Firenze, possessori Carta Fedeltà Far.com, abbonati alle Stagioni Teatri di Pistoia, abbonati Stagione Teatrale Lamporecchio, allievi Scuola Mabellini, iscritti corsi Funaro, soci CRAL/Associazioni convenzionate; possessori di abbonamenti regionali (Regione Toscana) e biglietti Trenitalia per Pistoia e Pescia da un’altra provincia (dello stesso giorno o il giorno prima dell’evento), Giovani Card, Biglietto Futuro under 35 con Unicoop Firenze, Carta dello Studente della Toscana.
Info e prevendita
Biglietteria Teatro Manzoni 0573 991609 – 27112
(Corso Gramsci, 127 – Pistoia)
orario estivo: martedì, giovedì e venerdì ore 16/19; mercoledì ore 11/15; sabato ore 10/13
La sera dell’evento la biglietteria aprirà un’ora prima della rappresentazione presso la sede di spettacolo (info 3339250172)
www.teatridipistoia.it | www.toscanaspettacolo.it
I luoghi
Gipsoteca Libero Andreotti, Piazza del Palagio, 7, 51017 – Pescia PT
Museo della Carta, via Mammianese Nord, 229, 51017 – Pescia PT
Giardino di Palazzo Fabroni, Via Santa – Pistoia
Villa Stonorov – Fondazione Vivarelli, Via di Felceti 11 – Pistoia
I prossimi appuntamenti
Martedì 11 giugno (ore 19.00), nel ‘giardino d’autore’ del Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni, a Pistoia, arriva ABBATOIR BLUES, di e con Luigi Ciotta, ultimo titolo della Trilogia dell’Abbondanza, dopo Funky Pudding (2009, sul tema degli sprechi alimentari) e Sweet Dreams (2014, sull’abuso di zuccheri). Uno spettacolo onirico, surreale, comico, crudele ed emozionante, che tramite il clown e il circo affronta in maniera dissacrante e non moralistica le condizioni di vita umane e animali all’interno dei macelli. La giornata tipo di un lavoratore di un macello che subirà profondi cambiamenti nel corso dello spettacolo. Una persona sola, dai tratti borderline, che trascorre la vita in mezzo a animali, vivi e morti. Un lavoro alienante e ripetitivo, che si presta alla coreografia del movimento e al circo per esprimere la sua tensione relazionale con la vita, sospesa tra la gravità e la morte. Lo spettacolo unisce teatro di figura, circo, teatro fisico, magia e comicità in una dimensione in cui le parole cedono il passo a suoni, versi e rumori, sia registrati che dal vivo. Lo spettacolo ha vinto, nel 2019, il Premio “Emilio Vassalli” – Festival Circonferenze.
Venerdì 14 giugno (ore 19.00), nel ‘giardino d’autore’ del Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni, a Pistoia, va in scena WOOD, con Maria Anzivino, per la coreografia di Marianna Moccia e Sara Lupoli. Il viaggio della performance è una metafora della crescita dell’uomo e del suo rapporto con la natura. Natura di cui fa parte, ecosistema che prova a decifrare, da cui scappa, con cui dialoga, che prova a dominare e a cui soccombe per rinascere nel fluire armonioso del suo tempo. Wood prende per mano lo spettatore e lo accompagna in un viaggio visuale e sonoro dove le scene dondolano sul sottile filo dell’immaginazione e della compartecipazione, evocando suggestioni legate alla complessità dell’essere umano e all’ostinata ricerca dell’equilibrio.
A seguire THERE IS A PLANET di Michele Scappa, con il performer Emanuel Santos. There is a Planet è una ricerca finalizzata a distanziarsi dall’ambiente teatrale, attraverso un’indagine del corpo negli spazi, un corpo che si abbandona, che osserva, che include e che comunica. L’indagine prende ispirazione dalla mostra fotografica di Ettore Sottsass alla Triennale Milano (2017-18), da cui deriva l’omonimo titolo. Sono fotografie, scattate in quarant’anni di viaggi intorno al mondo, che riguardano l’abitare e in generale la presenza dell’uomo sul pianeta: tra le pagine scorrono gli scenari incontaminati della natura (panorami di fiumi, foreste, distese marine, rocce) e immagini di architetture, case, persone, situazioni particolari, profondamente umane. Lo spettacolo è stato selezionato per la vetrina della giovane danza d’autore Extra 2023 – Network Anticorpi XL.
La rassegna si conclude lunedì 17 giugno (ore 21.15) a Villa Stonorov – Fondazione Vivarelli di Pistoia con VORREI UNA VOCE, di e con Tindaro Granata, coprodotto da LAC Lugano Arte e Cultura in collaborazione con Proxima Res. Vorrei una voce è un monologo costruito con le canzoni di Mina cantate in playback, fortemente ispirato dal lungo percorso teatrale che Tindaro Granata ha realizzato al teatro Piccolo Shakespeare, all’interno della Casa Circondariale di Messina, con le detenute di alta sicurezza. Il fulcro della drammaturgia è il sogno: perdere la capacità di sognare significa far morire una parte di sé. “Abbiamo messo in scena l’ultimo concerto live di Mina – ricorda Tindaro Granata – con l’idea di entrare nei propri ricordi, in un proprio spazio dove tutto sarebbe stato possibile, recuperando una femminilità annullata, la libertà di espressione della propria anima e del proprio corpo. […] Mi sono trovato, con loro, a cercare il senso di tutto quello che avevo fatto fino ad allora. […] In Vorrei una voce in scena ci sono solo io, delle ragazze mi porto i loro occhi, i gesti, le loro lacrime e i sorrisi. Grazie a loro racconto storie di persone che dalla vita vogliono un riscatto importante: vogliono l’amore per la vita, […]”.
I musei
Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni, PISTOIA
Proprio dirimpetto alla pieve romanica di Sant’Andrea con lo splendido pulpito di Giovanni Pisano (1301), il Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni, dal nome della nobile famiglia pistoiese che lo abitò fino al 1842, espone la collezione permanente di arte moderna e contemporanea del Comune di Pistoia che, costituita da fondi civici originari, acquisizioni e donazioni, consente un itinerario attraverso il panorama artistico dagli anni Venti del Novecento ai giorni nostri. Il percorso museale, ordinato cronologicamente e per nuclei omogenei di opere, inizia dalle sale del pianoterra dove, oltre agli spazi riservati all’accoglienza del pubblico con una video-installazione informativa sulla storia dell’edificio e delle sue collezioni fino al nuovo giardino, è collocata la sezione dedicata al Novecento artistico pistoiese dalla seconda metà degli anni Venti alla fine degli anni Sessanta. Al primo piano, intorno al grande salone centrale a doppio volume, individuato come luogo privilegiato per la riflessione sull’arte anche grazie all’imponente Scultura d’ombra di Claudio Parmiggiani sulle pareti, il percorso prosegue con le sale monografiche dedicate ai pistoiesi Mario Nigro, Fernando Melani, Gualtiero Nativi e Agenore Fabbri, e con le sale collettive che ospitano le opere donate al Comune di Pistoia da molti degli artisti intervenuti dal 1990 a Palazzo Fabroni con mostre personali o tematiche, dando luogo ad un significativo itinerario attraverso l’Arte Povera, il Concettuale, la Minimal Art, la Poesia visiva e così via, con un totale rinnovamento del linguaggio e dei materiali artistici. Undici ritratti fotografici di artisti di Aurelio Amendola sono distribuiti in varie sale. Gli spazi del secondo piano sono destinati alle mostre temporanee. Sul retro del palazzo, oltre l’ampio loggiato, lo spazio esterno è stato completamente riconfigurato nel triennio 2019-2021 come un ‘giardino d’autore’ contemporaneo, su progetto degli architetti Alessio Gai e Michele Fiesoli, cui ha collaborato l’artista Federico Gori.
Insieme al Museo Civico d’arte antica in Palazzo Comunale, al Museo dello Spedale del Ceppo e alla Casa-studio Fernando Melani, il Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni fa parte dei Musei Civici di Pistoia. Aderisce all’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani e alla Rete del Contemporaneo in Toscana.
http://musei.comune.pistoia.it/rete-museale/museo-di-palazzo-fabroni/
Villa Stonorov-Fondazione Vivarelli, PISTOIA
La Fondazione Jorio Vivarelli ha per scopo la conservazione, la tutela e la valorizzazione dell’opera del Maestro e la promozione di iniziative culturali e nuovi progetti artistici. Essa realizza e patrocina senza scopo di lucro mostre, pubblicazioni d’arte e iniziative culturali, comprese attività di ricerca.
La Fondazione ha sede a Villa Stonorov, che nasce alla fine degli anni Sessanta dal progetto di Oskar Stonorov, uno tra i maggiori esponenti dell’architettura razionalista che fece parte, con Mies van der Rohe, Gropius e Mendelsohn, dell’ondata di esuli che tra gli anni Venti e Trenta lasciarono l’Europa per gli Stati Uniti, contribuendo in tal modo a introdurre e diffondere, nella realtà americana del New Deal, le acquisizioni e le esperienze del Movimento Moderno. Stonorov coltivò un’inguaribile passione per la scultura. La villa da lui progettata, apparentemente semplice, si rivela in realtà sapientemente curata fin nei minimi particolari, particolari che la rendono profondamente toscana: dal cotto rosso alle mura color ocra, fino alle grandi porte-finestre ad arco che si aprono su un parco ricco di ulivi, cipressi, mimose, acacie, tigli e pioppi. Negli spazi interni sono custodite le sculture, i disegni, le incisioni, le medaglie, le monete e quant’altro rientra nella poliedrica produzione artistica di Jorio.
La Fondazione ha la più ampia collezione di opere del Maestro, composta da sculture, disegni, produzione medaglistica e una raccolta di gessi e bozzetti. Detiene l’archivio di tutta la carriera artistica di Jorio e delle mostre e ricerche a lui dedicate dal 1946 ad oggi e dal 1999 anche delle attività sviluppate dalla Fondazione. L’archivio è composto dai documenti, la corrispondenza, le fotografie, le rassegne stampa che accompagnano la sua opera e le mostre a lui dedicate. La Fondazione ospita anche la biblioteca del Maestro con oltre duemila volumi, numerosi filmati e documentari.
In anni recenti, la Fondazione si è posta l’obiettivo di promuovere la conoscenza e lo sviluppo dell’arte contemporanea. A tale scopo, si è dotata di una foresteria, ricavata nei locali che furono l’abitazione del Maestro destinandola a “Residenza d’artista”.
Molte iniziative sono dedicate alle giovani generazioni, spesso in collaborazione con gli istituti scolastici del territorio, attraverso attività proprie ed anche con l’istituzione di borse di studio per gli studenti della provincia. Le attività rivolte ai più giovani, organizzate anche in collaborazione con associazioni culturali con finalità pedagogiche, svolgono una funzione didattica di avvicinamento all’arte ed offrono anche occasioni di socializzazione per bambini e famiglie nei periodi di chiusura scolastica.
https://www.fondazionevivarelli.it/villa-stonorov/
Gipsoteca Libero Andreotti, PESCIA
Con la scomparsa di Libero Andreotti, avvenuta il 19 aprile 1933, oltre duecento modelli in gesso rimangono alle Pagliere Reali annesse all’Istituto d’Arte di Firenze. Questo materiale viene trasferito alla fine degli anni Cinquanta in Lungarno Cellini, nell’abitazione della sua famiglia. La riscoperta dell’importanza di Libero Andreotti risale al 1976, quando viene allestita a Pescia, presso Villa Sismondi, una importante retrospettiva curata da Raffaele Monti. Proprio in questa occasione venne ripresa la proposta, caldeggiata anche da Carlo L. Ragghianti, di istituire la sede della Gipsoteca ancora a Firenze, dopo naturalmente un adeguato restauro dei gessi danneggiati dall’alluvione del 1966. L’amministrazione comunale fece propria questa iniziativa, a seguito della quale i figli di Andreotti, Lupo e Aldo, donarono nel 1978 l’intero fondo del loro padre alla città natale, con la condizione che per questo patrimonio artistico fosse trovata subito una sede prestigiosa, il medioevale Palazzo del Podestà, detto anche Palagio, appena reso agibile dopo un annoso restauro. In questa sede la Gipsoteca fu inaugurata nel 1992, grazie all’impegno di Ornella Casazza della Soprintendenza fiorentina, alla quale si deve anche il catalogo delle opere, seguendo per il suo allestimento un criterio tematico-cronologico, secondo un progetto curato da Raffaella Melucci e Stefano Nardini. La Gipsoteca raccoglie circa 250 pezzi fra bozzetti, calchi, modelli formati in gesso e frammenti. Insieme ai gessi fu donato anche l’archivio personale dello scultore, collocato al secondo piano, che contiene circa 5.600 unità documentarie, arricchito nel 2003, nel 2014 e nel 2021 grazie a ulteriori lasciti voluti dalla famiglia. Nel 2004 è stato pubblicato il relativo catalogo con CD allegato dell’archivio composto di lettere, documenti, fotografie, disegni, ritagli di giornali. L’archivio rappresenta uno strumento fondamentale non soltanto per la ricostruzione dell’opera di Andreotti, ma anche per contribuire agli studi sulla vita artistica e culturale, a livello nazionale e internazionale, dei primi tre decenni del Novecento.
https://www.comune.pescia.pt.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11417
Il Museo della Carta di Pescia
Il Museo della Carta di Pescia protegge e tramanda un sapere universale dell’uomo, condiviso nel tempo e nello spazio: fare la carta, attività presente nella valle del Pescia dal 1481. Museo di rilevanza regionale ha sede nella settecentesca Cartiera Le Carte, esempio unico di opificio andante ad acqua che conserva ancora tutti gli antichi impianti per una produzione “a mano”. Il Museo conserva 7 mila pezzi nelle sue collezioni (forme da carta filigranate, cere da filigrana, punzoni, timbri e teli filigranati) che testimoniano secoli di produzione e l’Archivio Storico Magnani formato da 700 metri lineari di documentazione: uno dei più importanti archivi d’impresa in Italia. Nel 2018 il Museo ha promosso la costituzione dell’I.S. Magnani Pescia che ha ripreso la creazione di carta fatta a mano filigranata commercializzata sotto l’antico marchio “Enrico Magnani Pescia”. La sua attività si rivolge ad un vasto pubblico di studiosi e studenti, appassionati e curiosi che possono esplorare l’universo carta e fare esperienza dei suoi mille segreti: dalla preziosa collezione di filigrane agli strumenti e macchinari d’epoca per la creazione a mano della carta. Il Museo è socio fondatore del Sistema Museale Pistoiese – SIMUP e componente italiana di una candidatura transnazionale Unesco denominata “Paper Mills of Europe”.