Simon Boccanegra
di Giuseppe Verdi diretto dal maestro Michele Mariotti inaugura il 27 novembre la stagione 2024/2025 del Teatro dell’Opera di Roma.
Un nuovo, pregiato allestimento che segna il ritorno al Costanzi del regista inglese Richard Jones dopo i successi de La dama di picche e Kát’a Kabanová e un grande cast composto da Luca Salsi, Eleonora Buratto, Michele Pertusi.
“Ripartiamo con il segno più: più presenze di spettatori in sala, più spettacoli, più donne confermano che i teatri devono stare aperti il più possibile per svolgere una funzione sociale – le parole del Sovrintendente Francesco Giambrone in occasione della conferenza stampa di presentazione della nuova stagione – Con la scorsa stagione abbiamo “sconfinato” in territori inesplorati e avvincenti e con il prossima il nostro sguardo si propone di cogliere nuove sfide e superare nuovi confini, seguendo il fil rouge “Volti del potere”, come suggeriscono le belle e forti immagini create da Francesco Vezzoli, in collaborazione con il MAXXI”.
Ed è indubbiamente ricca di proposte e di fascino la nuova stagione: i numeri parlano chiaro con 11 nuove produzioni, di cui 9 d’opera e 2 di danza, per un totale di 12 titoli operistici, 7 balletti e 6 concerti cui si aggiunge il cartellone del Festival di Caracalla che, in occasione dell’anno del Giubileo, sarà interamente affidato a Damiano Michieletto che proporrà, fra gli altri spettacoli, anche un nuovo West Side Story di Bernstein.
“La fondazione è solida e consente di poter progettare: ci avventuriamo quest’anno con la stessa curiosità non solo nei linguaggi contemporanei, ma anche per riscoprire le ricchezze che custodiamo – continua il Sovrintendente – Un progetto culturale fondato sulla curiosità e che punta a creare un luogo di riflessione, uno spazio di pensiero critico e libero”.
E la proposta artistica è veramente ricca: attraversa quattro secoli, dal Barocco alla scena contemporanea, dai capolavori del Novecento al grande repertorio con uno sguardo speciale al recupero della tradizione artigianale che ha reso celebre il Costanzi e l’arte scenografica italiana nel mondo senza dimenticare gli spazi diffusi della stagione, dal Costanzi al Teatro Nazionale, dalle Terme di Diocleziano alla Nuvola.
”Sarà un anno esaltante per me e voglio ringraziare l’orchestra: ogni concerto, ogni rappresentazione è sempre un’esperienza costruttiva: la nuova stagione è all’insegna delle donne e dello spettacolo” conferma il direttore musicale Michele Mariotti che sarà molto presente in stagione, con ben 5 opere e due concerti.
“Fra le trame del fil rouge I volti del potere, è possibile distinguere in stagione quattro diversi filoni nel cartellone – commenta il neo direttore artistico Paolo Arcà illustrando la stagione – ci sono i capolavori, il Barocco e il Settecento, il Belcanto, il repertorio novecentesco e il contemporaneo offerti attraverso lo sguardo dei grandi registi internazionali, da Richard Jones a Peter Sellars, dal Romeo Castellucci a Calixto Bieito, da Deborah Warner a Valentina Carrasco, e di cast di grandi voci, da Anna Netrebko a Carlo Vistoli, da Ian Bostridge ad Anna Caterina Antonacci. È possibile superare l’alternativa fra tradizione e tradimento con la scelta di una maggiore teatralità e invito alla riflessione proponendo un vero e proprio inno alla bellezza”.
Fra i capolavori, il Simon Boccanegra, opera inaugurale della stagione, ma anche la Tosca che torna al Costanzi dal 14 gennaio 2025 in occasione nei 125 anni dalla prima rappresentazione con la star Anna Netrebko. Il più romano dei capolavori di Puccini, sarà protagonista di una una sorta di festival con 13 rappresentazione riprese dell’opera in tre diversi periodi, da gennaio a maggio con direttori diversi, Michele Mariotti, Francesco Ivan Ciampa, Daniel Oren e James Conlon, e Anna Netrebko, Anna Pirozzi, Saioa Hernández e la star emergente Anastasia Bartoli che ai alternano nel ruolo del titolo.
Fra i capolavori, spicca la Carmen di Bizet che viene riproposta nell’allestimento originale dell’Opera di Roma del 1970 con scene e costumi firmati da Renato Guttuso e diretta da Omer Meir Wellber, con la regia di Fabio Ceresa, al suo debutto al Costanzi così come la star Gaëlle Arquez, nel ruolo del titolo.
Nel filone del Barocco e del Settecento, spicca Alcina, capolavoro di Händel per la prima volta al Costanzi diretto da Rinaldo Alessandrini con la regia di Pierre Audi: in scena Mariangela Sicilia e il controtenore Carlo Vistoli, Premio Abbiati 2024 proprio per il Giulio Cesare romano.
Il Teatro Nazionale ospita Il re pastore, composto a 19 anni da Mozart: un titolo poco noto, su libretto di Pietro Metastasio nel nuovo allestimento diretto da Cecilia Ligorio.
Debutta all’Opera di Roma anche Romeo Castellucci che firma regia, scene, costumi e luci di Stabat Mater, su musiche di Giovanni Battista Pergolesi e Giacinto Scelsi in uno spettacolo che sarà in scena ad ottobre negli spazi delle Terme di Diocleziano diretto da Michele Mariotti.
Spazio poi alla grande tradizione del belcanto con L’italiana in Algeri di Rossini con le colorate scene di Emanuele Luzzati e i costumi di Santuzza Calì, nell’allestimento del Teatro Massimo di Palermo con la regia di Maurizio Scaparro, e la direzione musicale del giovane Sesto Quatrini.
Valentina Carrasco riporta in scena al Costanzi, dopo 45 anni, Lucrezia Borgia, capolavoro noir di Gaetano Donizetti diretto da Roberto Abbado.
Importante la presenza del repertorio novecentesco e contemporaneo con il ritorno di della registra britannica Deborah Warner al Costanzi per il capolavoro di Britten, The Turn of the Screw (Il giro di vite), tratto dall’omonimo romanzo breve di Henry James, con la direzione musicale di Henrik Nánási e il tenore inglese Ian Bostridge, specialista di Britten, ma anche la prima italiana di Adriana Mater di Kaija Saariaho, spettacolo di forte impatto emotivo, con la regia di Peter Sellars. Un omaggio alla compositrice finlandese che vedrà salire sul podio Ernest Martínez Izquierdo, affermato interprete della musica di Saariaho.
Al Teatro Nazionale un dittico nuovo e inconsueto che unisce Il diario di uno scomparso di Janáček con la regia di Andrea Bernard, il tenore Matthias Koziorowski e il mezzosoprano Veronica Simeoni e la La voix humaine di Francis Poulenc con la straordinaria voce di Anna Caterina Antonacci.
Ben sette i titoli del cartellone di danza messo a punto grazie alla solida presenza della direttrice del Corpo di Ballo, Eleonora Abbagnato, anche direttrice della scuola di danza del lirico capitolino, che al nono anno a Roma ha risollevato le sorti della compagnia.
“Abbiamo fatto un grande lavoro in questi anni: sono arrivata con 12 ballerini e adesso abbiamo un corpo di ballo di 60 ballerini – conferma la Abbagnato – abbiamo un programma classico che deve coniugarsi con la necessità di educare il pubblico al contemporaneo”.
La stagione si apre con Lo Schiaccianoci di Paul Chalmer, classico delle festività natalizie in un allestimento favolistico amato fra grandi e piccini, dal 31 dicembre omaggio al grande Roland Petit di cui cade il centenario della nascita con il delizioso Il Pipistrello, balletto umoristico del 1979 tratto dall’operetta di Johann Strauss jr., ambientato nella frizzante atmosfera della Belle Époque: in scena l’étoile Rebecca Bianchi e la prima ballerina Federica Maine.
Fra i titoli di punta della stagione, l’Onegin, capolavoro di John Cranko che torna in scena al Costanzi dopo quasi 30 anni di assenza: balletto del 1965 dall’omonimo romanzo di Puškin, Onegin è un emozionante dramma in musica che vedrà sul palco l’étoile del Teatro alla Scala Nicoletta Manni, al debutto al Costanzi, con Friedemann Vogel.
Torna in scena la magnifica Carmen firmata da Jiří Bubeníček, lavoro commissionato da Eleonora Abbagnato nel 2018, creato per il corpo di ballo capitolino e vincitore del Premio migliore produzione coreografica EuropainDanza 2019: fra le caratteristiche, numeri di flamenco eseguiti dal vivo e la presenza di Javier Rojas del Birmingham Royal Ballet, al suo debutto al Costanzi.
Non manca il consuetò sguardo al contemporaneo con il Trittico contemporaneo, formula fortemente voluta da Eleonora Abbagnato per proporre al pubblico la danza contemporanea gettando uno sguardo anche sui nuovo coreografi.
Primo appuntamento alla Nuvola dell’EUR a marzo con la nuova creazione e due lavori del 2023 che arrivano in Italia per la prima volta: in programma In Esisto di Vittoria Girelli, S di Philippe Kratz, vincitore del Premio Danza&Danza 2019 come miglior coreografo, Creature di Francesco Annarumma sulla Sonata n.1 “The 12th Room” di Ezio Bosso.
Il Costanzi ospita il secondo trittico della stagione a maggio con tre grandi firme della scena contemporanea: Dawson / Lighfoot – León / Ekman. In programma Four Last Songs di Dawson, sul ciclo di Lieder di Richard Strauss, Subject to Change èdi Paul Lightfoot e Sol León su musica di musica di Schubert, il divertente Cacti di Alexander Ekman che torna in scena all’Opera.
Chiude la stagione Marco Spada, balletto del 1857 su musica di Auber con libretto di Scribe, nella ricostruzione di Pierre Lacotte, scomparso lo scorso aprile: va in scena la ricostruzione creata nel 1981 proprio per l’Opera di Roma con Rudolf Nureyev nel ruolo del protagonista.
Importante l’omaggio a Lacotte con “un lavoro molto difficile, ma che ho scelto di proporre adesso perché ora i ballerini sono pronti per affrontarlo” spiega la Abbagnato.
Novità di quest’anno sono I passaporti, incontri a cura di Eleonora Abbagnato che aiutano a meglio comprendere i titoli di danza, di repertorio o contemporanea.
Non mancano i concerti in stagione: fra i protagonisti, Esa-Pekka Salonen, per una data straordinaria della tournée della Philharmonia Orchestra di Londra, il 7 novembre 2024, fra Sibelius e Bartók.
Sono quattro concerti che vedono impegnati i complessi artistici del Teatro: Michele Mariotti dirige Ein deutsches Requiem di Brahms e un concerto fra Schubert, Beethoven, con inserti poetici di Giacomo Leopardi, con Sergio Rubini voce recitante.
James Conlon sarà impegnato in un concerto fra Šostakovič e Beethoven, il giovane Diego Ceretta debutta all’Opera di Roma accostando il Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 77 di Brahms alla Sinfonia n. 7 di Dvořák.
Ricco e diversificato il nuovo cartellone dell’Opera che segna anche il ritorno di Operacamion con la Tosca, le attività di “Fabbrica” Young Artist Program, della Scuola di Danza e della Scuola di Canto Corale, Linea Opera e le Anteprime giovani della Stagione.
Abbonamenti dal 7 settembre, info e dettagli su operaroma.it
Fabiana Raponi