Dall’Iliade di Omero con Figli d’Arte Cuticchio
Dall’epica all’idillio. È l’emozione che suscita uno spettacolo di Mimmo Cuticchio, di recente inserito come “Tesoro umano vivente” nel Registro delle eredità immateriali della Sicilia.
Puparo si definisce il Maestro. E nel 2001 l’Opera dei Pupi è stata inserita dall’Unesco nel Patrimonio orale e immateriale dell’Umanità.
L’Associazione da lui fondata negli anni Settanta “Figli d’Arte Cuticchio” per salvaguardare l’Opera dei Pupi, tramanda il ricco patrimonio di rappresentazione dei cicli della storia dei Paladini di Francia, ispirandosi alle tecniche del cunto della tradizione siciliana.
Nel 1997 l’artista apre la Scuola per pupari e cuntisti per offrire una prospettiva a questo peculiare genere di teatro, reinventando la tradizione e ampliando il repertorio dai grandi temi epici e cavallereschi a quelli del mito, della letteratura classica e della lirica, proiettando i suoi pupi nell’Inferno dantesco, nel viaggio di Enea verso le sponde latine, nelle peregrinazioni di Ulisse, nelle battaglie di semidei ed eroi dell’Iliade e in un’ampia serie di copioni dal Medioevo a Shakespeare.
L’Università di Roma Tre e l’Università di Palermo gli conferiscono una laurea honoris causa, e nel 2013 con decreto del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, l’Archivio cartaceo dell’Associazione Figli d’Arte Cuticchio viene dichiarato di interesse storico.
Mentre colleziona riconoscimenti, il contastorie continua a selezionare le storie da raccontare, a scrivere i testi, a definire l’allestimento, a interpretare i personaggi dando loro voce, anima e movimento, sintesi di una passione atavica ereditata dal padre Giacomo ed esibita in migliaia di spettacoli itineranti in tutto il mondo.
Nell’ambito della IV edizione della rassegna a cura di Anna Selvi “Sotto l’Angelo di Castello: danza, musica, spettacolo” nel programma di valorizzazione di Castel Sant’Angelo, nel Cortile Alessandro VI è stato rappresentato lo spettacolo con l’adattamento scenico e la regia di Mimmo Cuticchio, coadiuvato nel gioco delle marionette dal figlio Giacomo (che ha prestato la voce ad alcuni personaggi e ha scritto appositamente la suite musicale in cui strumenti antichi e moderni vengono armonizzati nella colonna sonora che accompagna i fatti rappresentati, seguendone i ritmi di improvvisazione tipici del teatro dei pupi) e da Tania Giordano e Giuseppe Graffeo.
Attraverso una sequenza di fotogrammi umani ed eroici, Cuticchio porta in scena gli episodi salienti dell’Iliade, nella lunga saga dell’assedio di Troia da quando Paride, figlio del re di Troia Priamo, rapisce Elena, moglie del re di Sparta Menelao. I greci dichiarano guerra ai troiani e approdano con le navi sulla costa sotto la guida di Agamennone, re di Micene e fratello di Menelao. Tra i guerrieri ci sono i valorosi Ulisse, Aiace Oileo, Aiace Telamone, Antiloco, Diomede, Menelao, Nestore, Patroclo, Achille e l’indovino Calcante. Priamo affida il comando della difesa della città al primogenito Ettore.
Al decimo anno di assedio, Crise, sacerdote di Apollo, chiede il riscatto della figlia Criseide, catturata come schiava ad Agamennone, che rifiuta. Crise chiede ad Apollo di punire l’arroganza dei greci e Apollo scaglia le frecce della peste sul campo acheo. Patroclo con indosso l’armatura di Achille viene ucciso in battaglia da Ettore e l’eroe, furibondo e straziato per la morte dell’amico uccide Ettore, il cui corpo viene reclamato dal vecchio Priamo.
Passione, tradizione, ricerca, sperimentazione sono i capisaldi di una lunga attività teatrale dei pupi e del cunto, in cui con tono ora roboante ora cantilenante, Cuticchio dipana storie come i grani di un rosario intriso di cultura millenaria che si rinnova attraverso personaggi che esulano dalla tradizione del ciclo carolingio, ma affondano ugualmente nel mito delle nuove figure dei greci e dei troiani.
Nella drammaturgia del cunto, Cuticchio dà voce a tutti i personaggi, trasmettendo le caratteristiche peculiari di ciascuno, maschio e femmina, con i gesti e la mimica facciale, variando il timbro vocale e l’enfasi declamatoria, offrendo un racconto del mito che gli accenti della lingua siciliana arcaica rendono poetico, producendo un narrato lirico e struggente che suscita qualche amara risata e tanta malinconia.
Al flauto traverso Alessandro Lo Giudice, violoncello Paolo Pellegrino, sassofono baritono Nicola Mogavero, percussioni Giulia Lo Giudice, arpa Roberta Casella. Scene e costumi di Tania Giordano, luci di Marcello D’Agostino.
Al pubblico che si intrattiene tributandogli applausi calorosi, Mimmo Cuticchio racconta la lunga genesi dello spettacolo, le difficoltà economiche e pratiche per creare i nuovi pupi di greci e troiani, il significativo contributo del figlio Giacomo, musicista di formazione e puparo per tradizione familiare.
Stanchi e inanimati, i pupi appesi nelle rastrelliere continuavano a catalizzare la curiosità degli spettatori, attratti dal dietro le quinte di una narrazione arcaica e avvincente, di eroiche gesta declamate intorno al fuoco nelle magiche serate illuminate dalle stelle, nel mondo contadino che fu.
Tania Turnaturi