Venerdi 4 Ottobre ore 21,00 - Teatro dell'Antella
Il Mio Amore lo Soffia il Cielo
di Federico Guerri
liberamente tratto da “GNANCA NA BUSIA” di Clelia Marchi
Con Luisa Noli
Mohan Testi Arpa
Mic Mirabucci Regia
Giada Falsini Aiuto regia
Inverno 1986, Pieve Santo Stefano.
Una donna di 74 anni bussa all’Archivio Diaristico Nazionale con un lenzuolo ripiegato sotto il braccio.
“Signora, qua raccogliamo diari, memorie, epistolari, non il corredo di casa. Può rivolgersi alla Pubblica Assistenza.”
La donna svolge il lenzuolo che si rivela ricoperto interamente di frasi fitte scritte in pennarello nero. Si chiama Clelia Marchi, è nata nel 1912 e là sopra c’è la storia della sua vita e di quella di Anteo, il marito.
Su un lenzuolo a due piazze si può dormire e fare l’amore. Un lenzuolo teso tra quattro sedie può diventare una tenda da esploratori, la vela di una nave pirata per far giocare i bambini. Su un lenzuolo si sogna e si partorisce, si sta tutti insieme quando si è malati, è la memoria di un matrimonio e una famiglia lungo tutto il Novecento. In un lenzuolo si avvolgono anche i cadaveri: è sindone e sudario. Quando non ci sono più sogni, a cosa serve un lenzuolo?
A che serve un lenzuolo a due piazze a una donna rimasta sola, a una vedova che non dorme più?
A raccontare la storia della sua vita.
Entrando e uscendo dal personaggio Luisa Noli racconta e interpreta Clelia Marchi accompagnandola e commentandola per tutta la sua esistenza, dai giochi di bambina all’incontro con il suo grande amore, tra vittore e sconfitte amare, momenti tristi e felici, il miracolo di incontrare la propria anima gemella e la tragedia di perderla, la vita che va avanti e la scoperta della scrittura come unica possibilità di elaborazione e salvezza, come segno di un’attesa infinita.
Clelia è Dante e Anteo Beatrice. Il lenzuolo è una Umana Commedia scritta da chi ha solo la seconda elementare ma tutta la necessità del raccontare.
Clelia è Orfeo e Anteo Euridice. Il lenzuolo è la sua richiesta ad Ade: “Rendimi il mio amore”. E’ il regalo della propria vita a chi sta aldilà. Un tenero canto. Un rituale pagano. Una discesa a incontrare chi si è perduto che avviene non a caso nel cuore della notte.
Dentro un libro si mettono ricordi: scontrini, biglietti da visita, foglie raccolte, fotografie di famiglia, appunti.
Dentro il suo libro Clelia ha messo tutta se stessa. Adesso è tempo di ascoltarla.
teatro dell’Antella
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