In scena dal 20 al 27 settembre, Florian Espace, Pescara
L’edizione 2024 di Scenari Europei si è dipanata lungo due settimane, venendo ad abbracciare con singolare precisione il passaggio dalla stagione estiva a quella autunnale. Il programma del festival ha assunto, in questo modo, una scansione estremamente lineare: un primo weekend dedicato al teatro delle compagnie emergenti (selezionate, come consuetudine, tra gli artisti messi in luce dal Premio Scenario) ed un secondo appuntamento dedicato ai progetti ed alle collaborazioni internazionali.
“Cos’hai in testa?” – progetto vincitore del Premio Scenario Infanzia 2024, firmato dalla compagnia emiliana Natiscalzi DT– risalta già al primissimo sguardo per una eleganza di codice piuttosto accentuata rispetto ai canoni del “teatro ragazzi”. In ciò, gioca con evidenza la formazione delle due artiste in scena (Claudia Rossi Valli e Elena Grappi), riconducibile alla categoria del teatrodanza. L’azione si compone nella materia del linguaggio corporeo, che resta la matrice dello spettacolo anche quando subentra la parola, non a caso affidata alla voce fuori scena. Una grande barca di carta funge da quinta “a vista”, sorta di cilindro da prestigiatore per lo sviluppo di giochi ed effetti a sorpresa di forte impatto visivo che assicurano il coinvolgimento pieno del pubblico dei giovanissimi. Sul piano tematico, il lavoro ha il merito di toccare i tasti del dolore e del disagio trattandoli quali esperienze strutturali dell’infanzia.
“Tinta (una storia autobiografia)” è il progetto vincitore del Premio Scenario Adolescenza 2024. La matrice storica e privata annunciata nel sottotitolo instrada il lavoro verso le forme del teatro di narrazione. Ed in effetti Eleonora Cicconi riempie la scena con notevole energia verbale. Confinata inizialmente sul fondo della scena, riesce da ferma a costruire un prologo di spensieratezza e di tempo presente che attende solo di essere rovesciato ed infranto in un secondo momento. Ecco che irrompe il passato, come tempo ma anche come ambiente. L’attrice non è più l’adolescente entusiasta in procinto di volare dall’altra parte del mondo (un Canada che diventa metonimia mediatica di un’America idealizzata), diventa bensì l’adolescente che sua nonna fu (o non poté essere a pieno) in una Sicilia arcaica opprimente. Raccontare diviene un atto di libertà ma anche uno spazio dell’esperienza in cui la liberazione è ancora in tempo, ancora in salvo. Il teatro, la messinscena divengono luogo della condivisione collettiva, riparativa.
“Maìo” di Cromo Collettivo Artistico (Progetto Finalista Premio Scenario 2024) colpisce per la completezza linguistica, che denota una lavorazione collettiva, per l’appunto, ben coordinata nelle diverse componenti (regia, drammaturgia, recitazione). Seduce e diverte l’azione precisissima, estenuante dei tre attori, simili ad omini da videogame. La voce fuori campo non è un elemento narrativo, gravita bensì al ruolo drammaturgico di una presenza orwelliana, che tutto vede e tutto sovrintende. Abile in questo quadro il ricorso agli effetti sonori, per una satira amara sulla degenerazione del mercato del lavoro ai tempi di Amazon.
“It’s a Match” (Menzione Speciale Premio Scenario Adolescenza 2024) prosegue l’analisi critica sulla società contemporanea conducendola nei territori della aperta distopia. Qui il soggetto d’analisi è la pervasività dei social network, che da strumento nelle nostre mani si rivelano sempre più presenze manipolatorie, attive sui nostri comportamenti e sulla nostra percezione del reale. Ottimo l’impianto scenico, essenziale ma per nulla minimale, costantemente animato e rimodulato dal moto ondulatorio delle spinte dialettiche interne alla drammaturgia di Micol Jalla. Fantasioso quanto accurato l’intervento dell’illuminotecnica, che supera anch’esso ogni decoratività per assurgere al piano drammaturgico. Notevole la performance delle due giovani attrici (Martina Montini e Letizia Russo), suggello di un lavoro di squadra ad altissimo tasso di coordinazione e coesione.
“O.” è un assolo di teatrodanza che raccoglie una ricerca sviluppata negli anni dalla coreografa e performer Francesca Saraullo. Il presupposto teorico di questo lungo processo è la memoria che il corpo detiene e conserva. Il fulcro del lavoro è il movimento pelvico, l’azione che origina dal bacino, elemento surigivo dove la vita origina e l’energia muove. In scena, l’assolo ribalta la sua formale struttura solitaria per divenire, come in un rito, un atto collettivo. Se la quotidianità ed ancor più il palcoscenico sono i luoghi dell’assuefazione, in cui il corpo si rinforza quale oggetto di osservazione addomesticata, la performance di Francesca Saraullo cerca di scuotere la traccia della consuetudine e di percorrere la corrente in senso inverso. Il movimento coreografico rifugge ogni tentazione estetica, ogni ricercatezza di forme, ogni sponda in cui la danza possa intaccare la genuinità del puro gesto, atto antecedente qualsivoglia tecnica, arte e artefazione. In questo senso, avviene quel rito di consapevolezza e riappropriazione collettiva del corpo, che non è solo il corpo della performer ma quello di tutti e di ognuno, il proprio corpo ed i corpi che il nostro sguardo quotidianamente, costantemente inquadra. Così anche la parola, che si sovrappone con centellinata parsimonia, non raggiunge mai il grado di elemento raziocinante. Si mantiene, per contro, allo stadio di elemento pristino, non mediato e non meditato: esito verbale, talvolta puramente fonetico dell’energia corporea.
Il programma del festival è stato completato da momenti di commistione dei diversi linguaggi artistici, con i concerti di Alisia Jalsy e Twik e la proiezione dei video del giovanissimo 3D artist Davide Di Piero.
Paolo Verlengia
CREDITS:
SCENARI EUROPEI “un giovane festival” – Anno 2024 (IX Edizione)
Direzione artistica: Giulia Basel, Massimo Vellaccio
Collaborazione artistica: Alessandro Vellaccio
Staff: Emanuela D’Agostino, Cecilia Buccioni, Umberto Marchesani, Cristiana Di Giovanni
Direttore tecnico: Andrea Micaroni
Collaborazione tecnica: Angelo Di Silvestre
Ufficio stampa: Anna Paola Vellaccio
Coordinamento comunicazione: Chiara Sanvitale
Foto e social media: Mara Patricelli
Responsabile video: Alessio Tessitore
Progetto grafico: Clarice
“COSA HAI IN TESTA?”Natiscalzi DTregia e coreografia Claudia Rossi Vallicon Claudia Rossi Valli, Elena Grappi “TINTA – una storia autobiografica”Cicconi/Vonoda un’idea e una storia autobiografica di Eleonora Cicconidrammaturgia e regia Verdiana Vonocon Eleonora Cicconi “Maìo”Cromo Collettivo ArtisticoIdea e soggetto Cromo collettivo artisticoRegia Ivo RandaccioDramaturg Tommaso BurbugliniSupervisione Eleonora Pacecon Arianna Serrao, Valerio Sprecacè, Andrea Perotti “IT’S A MATCH!”regia e drammaturgia Micol Jallacon Martina Montini, Letizia Russo e alcune vocidramaturg Giulia Triverosuono Filippo Conticostumi Katarina Vukcevicscene Rosita Vallefuocoluci e tecnica Matteo Chennaassistente alla regia Nicolò Tomassini “O.”Francesca Saraullo ─ Gruppo E-motion (Italia-Belgio)concept performance coreografia Francesca Saraullocollaborazione alla drammaturgia & alla creazione testo Alice Vanderwielen-honinckxcreazione luce & regia generale Eleanor Bryce/Joseph Iavicolicreazione sonora Clelia Patronovideo Francesca Saraulloaccompagnamento artistico Ilaria Orlandini, Hélène Gautiersguardo coreografico Stéphanie Auberville, Silvia Pezzarossicoach vocale Camille Lancelincreazione costume Berenike Corcuera