In viale Tor di Quinto
Spalti strapieni (il classico sold out) e applausi a non finire. È sicuramente un successo la presenza a Roma del “Motor Show Italia”, lo spettacolo di esibizioni di auto e moto, che giustamente viene definito di “adrenalina pura”. La manifestazione, che si conclude domenica 20 ottobre, si tiene in viale Tor di Quinto 57. Gli spettacoli si tengono lunedì, giovedì e venerdì alle ore 18.30, il sabato alle 16 e alle 18.30, la domenica alle 11, alle 16 e alle 18.30.
L’inizio è scoppiettante: tre auto si esibiscono in derapate vertiginose (perfino in retromarcia), schivandosi all’ultimo secondo, oppure parcheggiando acrobaticamente in uno spazio piccolissimo. Il secondo “numero” suscita ancora più meraviglia: all’interno di una enorme sfera blu di metallo, uno stuntman a cavallo di una moto compie a grande velocità evoluzioni che farebbero girare la testa a chiunque, ruotando su se stesso per un numero infinito di volte.
La medesima esibizione torna poi nel prosieguo dello spettacolo in una forma ancora più elettrizzante: all’interno della sfera si fanno entrare quattro persone, con la moto che gli gira intorno sempre a grande velocità. Lo stuntman si esibisce poi in impennate con entrambe le ruote (posteriore e anteriore), rimanendo in equilibrio con il corpo in un modo che sembra impossibile anche solo a vedersi.
Grande entusiasmo hanno suscitato, soprattutto tra i bambini, altre due attrazioni. La prima è la Chevrolet Camaro Transformer, una vera automobile che all’improvviso diventa appunto un robot; la seconda sono i “monster truck” americani (all’inizio dello spettacolo, o durante l’intervallo, è possibile salirci sopra e fare un giro), questi giganti posti su ruote mastodontiche, che compiono manovre davvero spettacolari.
È impossibile descrivere tutti i “numeri” che lo spettacolo, prodotto dalla Lidia Togni Eventi, offre in circa 90 minuti. Una menzione però va fatta a quando le auto si mettono a “camminare” poggiandosi soltanto sulle due ruote laterali, restando in un equilibrio impossibile da descrivere, se non attraverso gli oooh di meraviglia degli spettatori.
Marco Togna