Il 12 e il 13 ottobre al Teatro Argentina di Roma
Con Voice Noise, una nuova creazione in prima nazionale -coproduzione REF con il sostegno di Flanders State of the Art- torna in scena al Romaeuropa festival il 12 (ore 19.00) e il 13 ottobre (ore 17.00) al Teatro Argentina, il coreografo fiammingo Jan Martens.
Per l’occasione, Martens sceglie di omaggiare la voce femminile e le figure più innovative, sconosciute o dimenticate degli ultimi cento anni di storia della musica. A ispirarlo è il saggio di Anne Carson “The Gender of Sound” (1992), in cui la poetessa e classicista canadese espone come la cultura patriarcale abbia cercato di mettere a tacere le donne, dall’antica Grecia fino ai tempi più recenti, classificando la voce femminile come categoria a parte, isolandola in sanatori e in altri luoghi di confino, tutte le volte che non bastava ridicolizzarla o ignorarla, accusandola di essere brutta e cacofonica, irrilevante per gli scopi della collettività.
Partendo da questo assunto, e nel tentativo dare forma a un canone alternativo, il coreografo scopre un intero archivio di possibilità musicali basate su voci femminili sommerse, e le porta in scena trasformando così le ossessioni che l’hanno reso celebre in Europa e nel mondo in una pièce dalla sorprendente energia fisica in cui è centrale il canticchiare, urlare, sussurrare e cantare. Dal Coro delle Mondine di Porporana a Cheri Knight, passando per Erin Gee, Kasarbai Kerkar, Ruby Elzy e tante altre ancora, Martens costruisce un percorso alternativo nella storia della voce femminile e trasforma la scrittura coreografica in uno “spazio aperto” per scoprire la propria.
Voice Noise allarga le domande evocate da “The Gender of Sound” di Anne Carson, formando tanti cerchi concentrici nel pensiero: c’è qualcosa di oggettivo nel modo in cui si muove una donna, che ti fa morire per strada o altrove se il tuo corpo si muove come quello di una donna? E cosa ci fanno due danzatori in uno spettacolo dedicato alla voce femminile? L’idea di Martens era mettere in discussione la stereotipizzazione dei movimenti, e anche evitare l’effetto di una musica troppo sacra o da rispettare come accade negli spettacoli di danza in cui i performer arrivano quasi a sparire. Per questo motivo le sei interpreti appaiono con la loro voce, a volte si mettono ai margini del palco ad ascoltare e a guardare le altre gli altri, invitando il pubblico a fare altrettanto, staccandosi dalla grande energia della musica: alla fine della composizione, dopo l’improvvisazione su “Sol lucet” di Marianne Reidarsdatter Eriksen e Trio Medieval, le danzatrici lavorano in silenzio dopo essersi scrutate a vicenda per un’ora e mezza, e lì si capisce che “Voice Noise” è davvero un invito alla pratica dell’osservazione, dove è più importante ascoltare la musica che eseguirla.
Jan Martens: nato nel 1984, in Belgio, è attivo sulla scena coreografica internazionale dal 2010, anno in cui ha dato vita alla sua prima creazione, succeduta da regolari tournée in tutto il mondo. A nutrire il suo lavoro è la convinzione che ogni corpo abbia qualcosa da dire e che questa comunicazione diretta si esprima attraverso forme trasparenti e semplici. La creazione artistica e? per lui un santuario in cui la nozione di “tempo” diviene nuovamente tangibile, uno spazio per la contemplazione, per l’osservazione e per la riflessione. Per raggiungere questo risultato, Martens non si è dedicato alla creazione di uno specifico linguaggio di movimenti, ma si e? appropriato e ha recuperato idiomi esistenti provenienti dai contesti più? disparati al fine di far emergere attraverso la loro fusione nuove idee. In ogni suo nuovo lavoro il coreografo cerca di ridisegnare la relazione tra pubblico e performer.
Ne sono esempio: “I CAN RIDE A HORSE WHILST JUGGLING SO MARRY ME” (2010, la sua prima creazione, il ritratto di una generazione di giovani donne in una società? dominata dai Social Network), “A SMALL GUIDE ON HOW TO TREAT YOUR LIFETIME COMPANION” (lavoro selezionato da Aerowaves 2011),”SWEAT BABY SWEAT”, la trilogia dedicata alla bellezza non convenzionale composta da “BIS” (2012), “LA BETE” (2013) e “VICTOR” (2013) e ancora “THE DOG DAYS ARE OVER” (2014, performance incentrata sul movimento del salto), ”ODE TO THE ATTEMPT” (2014), la performance/esperimento sociale creata in collaborazione con Lukas Dhont “THE COMMON PEOPLE” (2016) e l’ipnotico “RULE OF THREE” (2017) ideato con il Sound Artist Americano NAH e presentato per la prima volta al DESINGEL di Antwerp di cui Martens è artista associata dal 2017. Proprio questo spettacolo è stato nominato da “Zwaan (Swan)”, uno dei più? importanti premi di danza olandesi come “la produzione di danza più? impressionante del 2018”. Tra le seguenti produzioni: “PASSING THE BECHDEL TEST” (realizzato in collaborazione con tredici ragazzi e fABULEUS), “lostmovements! e “any attempt will end in crushed bodies and shattered bones”. Nel 2022 Martens ha debuttato con “FUTURE PROCHE” una produzione nata in collaborazione con l’Opera Ballet Vlaanderen. Nel 2014 il coreografo ha inoltre dato vita, insieme a Klaartje Oerlemans, alla piattaforma GRIP basata ad Anversa e a Rotterdam con la quale produce e distribuisce il suo lavoro e supporta quello di Cherish Menzo, Steven Michel e (a partire dal 2023) Femke Gyselinck. GRIP è supportata dal Governo Fiammingo. Già al REF con “Any Attempt Will End In Crushed Bodies And Shattered Bones” (2022), “RULE OF THREE” (2017), “The Dog Days Are Over”, “ODE TO THE ATTEMPT (a solo for meself)” (2015).
CREDITI
Coreografia: Jan Martens
Co-creazione e performance: Elisha Mercelina, Steven Michel, Courtney May Robertson, Mamadou Wagué, Loeka Willems, Sue-Yeon Youn e/o Pierre Adrien Touret, Zora Westbroek
Musica:
– Prime Numbers”, dalla collezione “American Rituals”, 1984 – scritto ed eseguito da Cheri Knight – Per gentile concessione dell’artista e di Freedom To Spend / RVNG Intl.
– Mouthpiece I”, album “Mouthpieces (Live)”, 2000 – Scritto ed eseguito da Erin Gee – Utilizzato su autorizzazione di Erin Gee. Tutti i diritti d’autore sono di Erin Gee – https://www.erin-gee.com
– Trio”, album “Voice”, 2002 – scritto, interpretato e prodotto da Maja S. K. Ratkje – coprodotto da Jazzkammer (John Hegre & Lasse Marhaug) – ? + © Utilizzato su autorizzazione di Rune Grammofon 2002 – https://ratkje.com
– ‘Ain’t It A Lonely Feeling’, album ‘The Iron Pot Cooker’, 1975 – Scritto ed eseguito da Camille Yarbrough – Utilizzato su autorizzazione di Camille Yarbrough e Universal Music Publishing © Vanguard Recording Society, Inc.
– Raag Des, Sakhi Mohan”, album “Living Music From The Past”, 1935 – Scritto ed eseguito da Kesarbai Kerkar – Copyright Underscore Records
– ‘No One’s Little Girl’, album ‘Moving’, 1977 – Scritto ed eseguito da The Raincoats – Utilizzato su autorizzazione di BMG Rights Management GmbH e per gentile concessione di The Raincoats – http://theraincoats.net
– Sometimes I Feel Like a Motherless Child”, album “Vocal Recital”, 1940 – Eseguito da Ruby Elzy – Utilizzato su autorizzazione di Cambria Master Recordings
– ‘SAFE’, album ‘Good Luck’, 2023 – Scritto ed eseguito da Debby Friday – Utilizzato su autorizzazione di Bank Robber Music And Rough Trade Publishing e © Sub Pop Records – https://debbyfriday.com
– Not Be Alright”, album “Miss America”, 1988 – Scritto ed eseguito da Mary Margaret O’Hara – Utilizzato su autorizzazione di Mary Margaret O’Hara. Tutti i diritti d’autore di Mary Margaret O’Hara.
– Varisevalehti”, album “Tuhka – EP”, 2022 – Scritto ed eseguito da Cucina Povera – Utilizzato su autorizzazione di Maria U. Rossi / Cucina Povera. Tutti i diritti d’autore di Cucina Povera. – http://www.cucinapovera.bandcamp.com/
– Bella ciao sul femminicidio”, album “Calendario Civile”, 2019 – Eseguito dal coro delle mondine di porporana – Utilizzato su autorizzazione del coro delle mondine di porporana. Tutti i diritti d’autore coro delle mondine di porporana – https://www.facebook.com/mondineporporana
– Surge”, album Sinaa, 2006 – Scritto e interpretato da Tanya Tagaq – Pubblicato da Songs of Six Shooter B (SOCAN) / Admin by Peermusic – Per gentile concessione di Six Shooter Records, Inc. – https://www.tanyatagaq.com
– Sol Lucet”, album An Old Hall Ladymass Scritto da Marianne Reidarsdatter Eriksen – Eseguito da TRIO MEDIÆVAL – Utilizzato su autorizzazione di C+P 2023: 2L (Lindberg Lyd AS) – https://www.triomediaeval.no – https://www.mariannereidarsdattereriksen.com
Direttore delle prove: Zora Westbroek
Disegno luci: Jan Fedinger
Costumi: Sofie Durnez
Scenografia: Joris van Oosterwijk
Realizzazione dei costume e della scenografia: Théâtre de Liège
Internazionalizzazione: Malick Cissé
Consulenza artistica: Marc Vanrunxt, Rudi Meulemans, Femke Gyselinck
Trailer e Teaser: Stanislav Dobák
Graphic Design: Nick Mattan
Crediti di Produzione
Produzione: GRIP
Distribuzione internazionale: A Propic – Line Rousseau, Marion Gauvent, Lara van Lookeren
Coproduzione: La Comédie de Clermont-Ferrand, Maison de la Danse de Lyon, DE SINGEL international arts center, Théâtre de Liège, Julidans Amsterdam, Le Manège – Scène Nationale – Reims, Romaeuropa festival, DDD – Festival Dias da Dança – Teatro Rivoli – Porto, Scène Nationale de Forbach, Charleroi danse – centre chorégraphique de Wallonie – Bruxelles, Festspielhaus St. Pölten, Tanzhaus nrw Düsseldorf, Théâtre de la Ville – Paris, Festival d’Automne à Paris, Équinoxe – Scène Nationale de Châteauroux, Theater Rotterdam, Perpodium
Residenze: La Comédie de Clermont-Ferrand (FR), DE SINGEL (Antwerp, BE), Charleroi danse – centre chorégraphique de Wallonie – Bruxelles (BE)
Con il supporto economico del: Flemish Government, Tax Shelter of the Belgian Federal Government via BNPPFFF
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