Settimana intensa e coinvolgente culminata con l'omaggio ai personaggi simbolo del calcio mondiale Cesarini, Sivori e Maradona
Mettici un excursus veloce e sintetico sulla storia degli ultimi due secoli dell’Argentina e concentra la tua attenzione sui suoi tra i tre più illustri personaggi che hanno fatto la storia del calcio passato passato e quella di un presente che non c’è più e il racconto, oltretutto senza attimi di pausa, è presto e fatto. Intendiamoci, tessere con tanto di aneddoti vicende e vissuti ai più forse sconosciuti non è stato semplice neppure per un giornalista di Sky del calibro di Federico Buffa che ha esposto la sua narrazione degli argomenti con un filo logico ed inappuntabile. Se poi, aggiungiamo, e non per ultimo, il fatto che questi autentici fuoriclasse del pallone, fuori dalle più comuni regole di una società che si rispetti, fossero legati a doppio filo con l’Italia, tutto ciò ha reso lo spettacolo ancora più interessante, intrigante e dunque decisamente più bello.
Eccoti, pertanto, “La milonga del fútbol” che non ti aspetti in un teatro Politeama “Mario Foglietti” pieno anche di tanti giovani che ha lasciato senza fiato i tantissimi spettatori che hanno affollato il teatro catanzarese. Accompagnato sul palco dalla cantante Mascia Foschi e dal pianista Alessandro Nidi, Buffa ha ripercorso le esistenze, come detto, di tre eccezionali calciatori argentini che hanno segnato la storia dello sport internazionale come Renato Cesarini, Omar Sivori e Diego Armando Maradona. Tutti legati per origini e carriera all’Italia hanno rappresentato l’occasione per il giornalista di soffermarsi sul fenomeno dell’emigrazione e sulla povertà di un Paese, quello argentino appunto, multietnico per nascita, accogliente per natura, dalla immaginazione fervida al punto da inventare, come e più degli altri Paesi del Sud America, una lingua apposita, il lunfardo, che permettesse a tutti di comprendersi, attingendo ai vari dialetti – soprattutto italiani -, in «un grammelot straodinario», ha detto.
Di Cesarini, sappiamo quasi tutti, che grazie al goal realizzato contro l’Ungheria in quel lontano 1931 la Nazionale italiana di calcio quando si era sul 2 a 2 riuscì a vincere la partita a soli 15 secondi dal termine del match; e, come da questa storia, venne coniata un’espressione particolare che stava a sancire colui che riesce a segnare all’ultimo momento e quando meno te lo aspetteresti. Espressione, detta per inciso, che oltretutto, è riuscita finanche a fare breccia non soltanto nel linguaggio sportivo e televisivo tout court, ma in quello ordinario. Di Sivori lo ricordiamo per le sue caratteristiche incursioni nei commenti calcistici della domenica che hanno fatto storia oltre alle performance raccontate con dovizia di particolari dallo stesso Buffa.
“Con l’utilizzo di fotografie storiche dei tre giocatori, in particolar modo di Maradona, con cui lo spettacolo si è chiuso, proiettate sullo sfondo, il padre dello storytelling sportivo – primo a portarlo in scena in Italia – si è lasciato cullare dalle musiche di Nidi, al pianoforte, e dalla voce di Foschi, che hanno fatto da collante tra le parti in cui era suddivisa “La milonga del fútbol””.
Lunghi gli applausi finali del numeroso pubblico rimasto anche dopo la chiusura del sipario per qualche foto con un Federico Buffa disponibilissimo, omaggiato dal direttore artistico del Festival d’autunno, Antonietta Santacroce, con l’opera del maestro orafo Michele Affidato, raffigurante il “Cavatore” simbolo della Città di Catanzaro. Nel corso della serata, gli stessi Michele e Antonio Affidato avevano consegnato la statuetta in argento anche alla dottoressa Santacroce e al primo cittadino Nicola Fiorita.
Va, inoltre, ricordato, infine, che il XXI Festival d’autunno è sostenuto da regione Calabria/Calabria Straordinaria; Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia; comune di Catanzaro, Fondazione Carical, oltre che da vari enti privati.