Giovedì 21 novembre h 21.00
Prosegue la stagione del Nuovo Teatro Ateneo. Sarà in scena Giovedì 21 novembre h 21.00. Not Here Not Now, di e con Andrea Cosentino. La regia è di Andrea Virgilio Franceschi, video Tommaso Abatescianni.
Un incontro/scontro da teatranti con la body art, il lazzo del clown che gioca con il martirio del corpo come testimonianza estrema. Marina Abramovic dice: il teatro, il cinema, l’arte sono limitate, essere spettatori non è un’esperienza. L’esperienza bisogna viverla. “Theatre is very simple: in theatre a knife is fake and the blood is ketchup.
In performance art a knife is a knife and ketchup is blood.” Il resoconto di un’esperienza attiva con Marina Abramovic, sotto forma di dramoletto polifonico. Un assolo da stand up comedian per spettatori fatalmente passivi e programmaticamente maltrattati, con pupazzi parrucche martelli di gomma e nasi finti. E ketchup, naturalmente. Evento organizzato dal Prof. Di Palma
Dicono dello spettacolo:
“Cosentino è un intellettuale della scena, un cabarettista sui generis, scanzonato, ferocemente autocritico, dada, lucidissimo nell’attraversare parodicamente generi e stili. (…) Ha, dalla sua, una sincera modestia che svela mettendosi in gioco totalmente pur celandosi dietro “personaggini” che connota di elementi cheap e pop, dalle parrucche agli occhialini di carnevale. Chiama continuamente in causa il suo vissuto, il privato, la presenza ossessiva della madre: evoca la parlata abruzzese d’origine assieme, per questo lavoro, allo slang fumoso e tecnico del critico d’arte o alla enfasi criptico-autoreferenziale del “performer”. (…) Andrea Cosentino fa, nell’arco di un’ora, una travolgente controstoria del contemporaneo, da Duchamp in poi, rendendosi protagonista e spettatore di se stesso: assume addirittura le sembianze di una simil-Abramovic, ed evoca gesti e azioni (anche in divertentissimi video) di questa grande icona dell’arte d’oggi. (…) La vertigine di questo efficacissimo monologo, dunque, è proprio nella sua paradossale meta-teatralità concettuale: per quanto giochi con il grottesco, con il popolare, con il comico, Cosentino demistifica l’apparato ideologico della performance, assumendone però, nella parodia, i connotati e le strutture. L’esito, si sarà intuito, è divertentissimo, di sublime arguzia, con guizzi di genialità. E chissà, probabilmente divertirebbe anche la stessa Abramovic.” Andrea Porcheddu, Gli Stati Generali
“(…) una serie di finti video di azioni performative, compiuti da deliranti cloni dell’Abramovic (Marina Aiutovic, Marina Appesovic e via dicendo), tutti interpretati dallo stesso Cosentino che indossa un vistoso naso finto e una parrucca nera da cui ricava una lunga treccia. (…) il campo dell’impasse è già servito, ma ciò non toglie che le iperboli di Cosentino siano toccate una per una da lampi di autentica genialità. La stessa genialità con cui chiude: una performance in cui si accoltella per davvero con un coltello finto – potremmo dire – spruzzando poi fiotti di ketchup al posto del sangue. Sangue finto con cui, per terra, per chi non lo avesse capito, con quel didascalismo naif proprio di certa arte visiva, traccia la scritta che fa da etichetta al suo gesto performativo intriso di finto dolore: “BUA”.” Graziano Graziani, PaeseSera
“Il teatro di Andrea Cosentino si affaccia sul ciglio dell’assurdo per ridere della serietà di chi a teatro cerca invano di conciliare la vita e la verità. (…) É più vero il sangue di una performer o il ketchup dell’attore? Quella stessa vita-verità in Cosentino è annichilita dallo sberleffo, dalla sciocchezza, dallo stupidario degli orpelli che l’attore indossa per dire la sua recitazione e negarla contemporaneamente. (…) Non serve essere visti, agire o fare per dire di esserci. Basterebbe un mistero. Invece dalla Commedia dell’Arte in poi è tutto una convulsione. Ecco, Cosentino porta all’eccesso questa convulsione “per accumulo”, fino a renderla insopportabile e farla sentire nauseante. Persino il baule della Commedia dell’Arte diventa falsa scatola delle meraviglie da cui esce un’unica certezza: non si dà vera vita nella farsa.” Simone Azzoni, Artribune
“Andrea Cosentino, una delle figure più interessanti della nostra scena, approfondisce ancora meglio quel rapporto tra l’arte e la vita che è il suo reale campo d’indagine e in “Not here, not now” ragiona – e ci fa ragionare – in modo straordinariamente intelligente sulla falsa ritualità in cui si consumano certe pratiche di perfomance assurte a capolavori di arte contemporanea e, ancor meglio, sulle relazionI intercettabili tra performance, teatro ed esistenza umana. Il suo modo intelligente di operare è un modo giocoforza sghembo, rovesciato, comico. Un modo che accosta la cauta fisicità del mimo all’istrionismo dell’attore volutamente eccessivo, la sagace (auto)ironia del clown alla semplicità lirica della marionetta, le linee aperte del cabaret al racconto biografico della narrazione, il senso del ridicolo di Chaplin alla malinconia di Lecoq, la romanità di Petrolini alla prossemica burattinesca di Totò. Dietro tutto questo materiale si nasconde ovviamente lui, Cosentino. Con la sua storia di figlio e di padre. Con la sua tartassante indagine sul senso dell’essere artisti oggi.” Laura Novelli, Panecquaculture
Notizie sul Nuovo Teatro Ateneo
Il Nuovo Teatro Ateneo è un’istituzione culturale di grande rilevanza che si inserisce nella lunga tradizione teatrale e accademica della città di Roma e di tutta la storia del teatro italiano. Il Teatro Ateneo fu costruito nel 1935. Nel 1954 fu fondato l’Istituto del Teatro, con il compito primario di programmare l’attività del Teatro Ateneo. Ad esso si appoggiò l’insegnamento di Storia del teatro e dello spettacolo della Facoltà di Lettere e filosofia, tenuto prima da Giovanni Macchia e poi da Ferruccio Marotti. Successivamente, dal 1980 al 2014, il Centro Teatro Ateneo ha contribuito a tutti gli effetti a fare del Teatro Ateneo un luogo noto a livello internazionale.
La nascita del Teatro Ateneo è il frutto di un’idea di valorizzazione della cultura teatrale all’interno dell’università, con uno spazio dedicato a produzioni artistiche e ad eventi che possano coinvolgere non solo gli studenti, ma anche il pubblico cittadino. Durante gli anni, il Teatro Ateneo ha visto esibirsi numerosi artisti di fama, contribuendo così a consolidare la reputazione del teatro come un crocevia di talenti emergenti e affermati. Oggi, il Nuovo Teatro Ateneo ambisce ad essere nuovamente un faro di cultura a Roma, rappresentando un esempio di come l’arte possa integrare e arricchire le esperienze della comunità accademica e cittadina, promuovendo il dialogo e la condivisione attraverso la magia del palcoscenico. Forte della sua grande e prestigiosa storia – che ha visto passare sulle tavole del palcoscenico i più grandi nomi del teatro italiano ed europeo – il Nuovo Teatro Ateneo propone la sua prima Stagione sperimentale, che si distingue per una programmazione che spazia dal teatro classico alla drammaturgia contemporanea e alla danza.
Dopo un lungo periodo di chiusura terminato nel 2020, il Nuovo Teatro Ateneo intende riproporsi sulla scena culturale romana con un cartellone formato da quattordici spettacoli di prosa e di danza di richiamo nazionale e internazionale. La scelta degli spettacoli è stata effettuata dai docenti delle discipline dello spettacolo di Sapienza – in particolare, dai proff.ri Vito Di Bernardi, Guido Di Palma, Stefano Locatelli e Sonia Bellavia –
ed è stata coordinata dal Centro Sapienza Crea-Nuovo Teatro Ateneo, diretto dal prof. Marco Benvenuti.
I PROSSIMI SPETTACOLI SARANNO: Martedì 26 e Mercoledì 27 novembre h 21.00, Première, con i danzatori del Balletto di Roma e la coreografia di Andrea Costanzo Martini, celebra l’umanità, indaga le biografie, le storie uniche e irripetibili di ognuno, dal più delicato al più selvaggio e feroce, e ci svela che una compagnia di danza in fondo è un villaggio, una tribù, con i suoi bisogni primari che tentano di essere soddisfatti dall’organizzazione in codici e regole. Tra luci e ombre, come sotto i riflettori. Martedì 10 e Mercoledì 11 dicembre h 21.00, spazio al progetto Vestiti della vostra pelle; non è un laboratorio dove si trasmettono tecniche o metodi da applicare, ma un luogo di incontro e di scambio. Il progetto di residenze didattiche universitarie “Per un teatro necessario” – terza edizione è un atelier creativo guidato da Andrea Cosentino.
Giovedì 19 dicembre h 21.00 con Lezione aperta con Emio Greco e Pieter C. Scholten (ICK Dans Amsterdam) “The Body in Revolt. A glimpse in the creative work of Emio Greco”.
Giovedì 21 novembre h 21.00
Not Here Not Now
di e con Andrea Cosentino
regia Andrea Virgilio Franceschi
video Tommaso Abatescianni
produzione esecutiva Cranpi
con il sostegno di MiC – Ministero della Cultura
Ingresso a pagamento– costo dei biglietti: 16 euro + prevendita; 12 euro + prevendita per i dipendenti Sapienza; 8 euro + prevendita per gli studenti Sapienza e riduzioni di legge. Clicca qui per il link per l’acquisto dei biglietti.
Info
Sapienza Università di Roma
Sapienza CREA – Nuovo Teatro Ateneo
Centro di servizi per le attività ricreative, culturali, artistiche, sociali e dello spettacolo
Edificio del Teatro Ateneo CU017 Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma
Telefono: +390649914115
Mail: segreteria.nuovoteatroateneo@uniroma1.it Sito: www.sapienzacrea.uniroma1.it
Instagram: @sapienzacrea