In prima romana il romanzo di Stendhal che diventa un passionale balletto in costume
L’ultimo titolo di danza della stagione Sconfinamenti del Teatro dell’Opera di Roma è una prima romana assoluta, Il rosso e il nero del tedesco Uwe Scholz, omaggiato a 29 anni dalla sua scomparsa che ha tratto dal meraviglioso, passionale romanzo di Stendhal il suo lavoro, un balletto d’azione in costume di stampo romantico.
Ripreso dal coreografo Giovanni Di Palma, coinvolge tutta l’ottima compagnia capitolina (con tre cast diversi), fra étoiles, primi ballerini e solisti che danno vita alla storia d’amore e ambizione che intreccia le sorti di Julien Sorel Madame De Renal, Mathilde De la Mole.
Il balletto, realizzato nella migliore tradizione di Cranko, maestro di Scholz, conferma la consolidata vocazione del Corpo di Ballo a incrementare il repertorio con nuovi titoli, grazie al costante, pluriennale lavoro svolto dalla direttrice Eleonora Abbagnato, e conferma il livello tecnico, sempre in crescita della compagnia.
Arriva in prima romana assoluta il balletto creato nel 1988 da Scholz che aveva scelto di mettere in scena il romanzo, attratto dalla passionalità e dalla vividità dei sentimenti dei personaggi: la scommessa è stata quella di trasformare i profondi pensieri e i monologhi dei protagonisti in passi di danza. Giovanni Di Palma riprende il lavoro di Scholz consentendo al pubblico di leggere “un romanzo ballato” ambientato nella Francia della Restaurazione con le pulsioni romantiche dei protagonisti accompagnate ed esaltate da un collage di musiche di Hector Berlioz (Le Corsaire, Les Troyens, Harold en Italie, Béatrice et Bénédict, Roméo et Juliette, Le Carnaval Romain al Te Deum e alla Symphonie Funèbre et Triomphale) dirette con piglio da Martin Georgiev, al debutto sul podio capitolino per il collage di musiche diretto dal piglio di Martin Georgiev, al debutto sul podio capitolino.
La struttura del balletto appare molto fluida e di taglio cinematografico in modo tale che la trama sia sempre offerta allo spettatore in maniera piuttosto intuitiva da capire e da seguire per lasciarsi poi trasportare dalle emozioni dei personaggi in scena. Tutto in effetti appare molto chiaro nella parabola di Julien Sorel, ragazzo bellissimo e portato per gli studi, affascinato dalla figura di Napoleone, ambizioso e votato alla ricerca di un futuro migliore.
Julien proviene da un ambiente provinciale da cui si isola volontariamente per dedicarsi agli studi, diventa precettore in casa del signor De Renal, ne diventa l’amante e poi entra in seminario riuscendo a sedurre la bellissima e giovane Mathilde De la Mole riuscendo quasi a sposarla, ma finirà sulla ghigliottina per aver tentato di uccidere Madame De Renal, l’unica donna che ha amato veramente.
Tecnicamente il balletto appare molto ben composto, molto arduo con passi difficili e di impegnativa esecuzione (soprattutto i numerosi, lunghi passi a due) che aiutano a sottolineare l’intensità e la forza dei sentimenti dei personaggi, la narrazione appare sempre fluida in momenti e solo di rado poco comprensibile.
Indubbiamente il balletto affascina esteticamente anche per le comprovate capacità non solo tecniche, ma anche interpretative dei protagonisti in scena: Michele Satriano padroneggia un Julien Sorel ricco di sfaccettature, che vive ogni momento come se fosse l’ultimo, intenso e caparbio, superbo e razionale che utilizza l’amore come veicolo di ascesa sociale, per che finisce per innamorarsi, pronto ad affrontare il suo destino.
Accanto a lui in toccanti passi a due d’amore, una bravissima Federica Maine (che sostituisce Alessandra Amato nel cast), intensa Madame De Renal che scopre l’amore e il desiderio grazie a Julien e la solida interpretazione di Elena Bidini, efficace nel tratteggiare la viziata e altezzosa Mathilde De La Mole che cede al fascino di Julien.
Funziona molto bene l’alchimia degli artisti in scena ed è particolarmente affascinante vedere trasportata sulla scena la materia passionale del Rosso e nero, capire come il romanzo prenda vita in un balletto danzato, ma a tratti sembra mancare parte di quella passionalità che anima il romanzo.
O forse si tratta solo di una sorta di freddezza apparente e volutamente ricercata dal coreografo che ha voluto sottolineare soprattutto nel dramma il razionalismo calcolatore dell’ambizioso Julien: concorrono ad amplificare la sensazione le scene un po’ fredde, ma evocative di Ignasi Monreal, i lunghi viali con cipressi stilizzati e le teste cadute di grandi statue, la ricchezza di casa de La Mole e la suggestiva scena della camera da letto di Madame De Renal
Completano il pregiato allestimento l’eleganza dei costumi ottocenteschi di Anna Biagiotti e le luci calde di Vinicio Cheli per le luci. Sul palco anche gli Allievi della Scuola di Danza diretta da Eleonora Abbagnato. Un balletto di successo pronto ad entrare nel repertorio della compagnia capitolina in attesa dell’inaugurazione della stagione di danza della stagione 2025-2026 con l’incantevole e fiabesco Lo Schiaccianoci di Paul Chalmer.
Fabiana Raponi