Teatro Quirino Vittorio Gassman di Roma, fino al 15 dicembre 2024
Per il debutto in teatro di Cristiana Capotondi non poteva esserci occasione migliore. Si tratta di un monologo scritto e diretto da Marco Bonini, attore e sceneggiatore, che oscilla tra la leggerezza di una favola e l’ilarità della commedia e mette in gioco tutte le abilità artistiche di un’Attrice che, nonostante la giovane età, vanta una lunga carriera costellata di meritati successi.
Attrice talentuosa di cinema e di televisione, ha anche dato prova di una conduzione calibrata ed elegante nella trasmissione in mondovisione RAI, dall’Arena di Verona, del concerto che ha celebrato il riconoscimento del Canto lirico italiano Patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO.
Lo spettacolo è tratto da un soggetto originale di Marco Bonini che, dopo il successo raccolto sulle scene, ne ha curato la trasposizione letteraria in un libro pubblicato dallo stesso Autore “Se mi manchi è più bello – brevi storie per colmare la distanza”, edito dallo stesso produttore della pièce, Stefano Francioni, con l’obiettivo di creare quell’unione tra testi teatrali, attori e produzione letteraria.
Qui viene estrapolato il momento in cui la protagonista narra a sua figlia la storia dei propri antenati sotto i bombardamenti del 1943 a Firenze, allorquando decine di ordigni anglo-americani caddero sui quartieri residenziali della città, dopo aver rovinosamente mancato l’obiettivo dello snodo ferroviario di Campo di Marte.
Gli ordigni piombano sulla popolazione inerme cogliendo di sorpresa la Città, convinti come erano i fiorentini che sarebbero stati risparmiati dalle incursioni non avendo obiettivi militari da difendere. L’unica via di fuga è il rifugio antiaereo. Nelle cantine di Palazzo Pitti si precipitano, in preda al terrore, la bisnonna Vittoria, borghese altolocata, “monarchica e classista”, accompagnata dalla balia bellunese Armida che ha allattato i primi suoi tre figli e puerpera, a sua volta, di due gemelli.
A causa di quelle esplosioni, che si susseguono cupe, terribili, Armida perde improvvisamente il latte e al pianto disperato dei due neonati viene in soccorso il cuoco con una proposta scabrosa: far allattare quei bimbi dalla Signora Vittoria, la sola che possa fare da nutrice avendo deciso questa volta di allattare personalmente la sua quarta figlia, che poi è la nonna della narratrice.
Come reagirà Vittoria a quella disagevole proposta? Quale sarà la sua contromossa?
Il racconto portato in scena da Cristiana Capotondi, a tratti interrotto da orecchiabili stacchetti musicali (Jonis Bascir) in cui canta, è piacevole e scorre tutto d’un fiato alternando ora la voce narrante, ora la voce di Vittoria ora quella di Armida, muovendosi in uno spazio scenico totalmente bianco, indossando un costume di scena bianco, illuminata perfino da un faro bianco che, purtroppo non esalta l’espressività del viso, con il risultato di rendere nell’insieme l’ambientazione fredda e poco accogliente.
Il sipario dello spettacolo si chiude tra gli applausi e l’Attrice è di nuovo per un attimo sul proscenio per guadagnare la scaletta che porta in platea e ricevere l’abbraccio e il gradimento del pubblico in sala.
Roberta Daniele