Andato in scena il 29 e 30 Novembre al Florian Espace, Pescara
L’azione è ambientata in un futuro lontano ma non troppo, non tale da concedere licenze sfrenate alla fantasia. C’è una nuova stagione di prosa da programmare, c’è la direttrice di un teatro che parla al telefono… Soprattutto, c’è il teatro, messo in scena come luogo, come tema, come dimensione psichica: questa appare l’idea di Gianni De Feo e Paolo Vanacore per il loro “Macbeth Circus Show”.
E’ la realtà del teatro a dettare il tempo, che infatti è sospeso, vuotato ad arte per far spazio alla finzione, alla successione di entrate ed uscite di scena, di trame tra personaggi che vanno a comporre la trama dello spettacolo.
La meta-teatralità del lavoro è evidente al primo sguardo: il palcoscenico ospita una scenografia che non mira ad adornarlo, a trasformarlo nel simulacro di un luogo altro. Al contrario, l’allestimento mira prettamente a rovesciare il nostro sguardo: una pedana rossa è collocata sul fondale, sormontata dalla tenda di un sipario rosso. La scena guarda “fuori da sé”, “dietro di sé”, mentre noi guardiamo in quello che sarebbe il retropalco, il “dietro le quinte”, dove gli attori si incontrano, parlano, armeggiano con gli oggetti del mestiere.
I due personaggi centrali sono infatti due attori che si apprestano a mettere in scena lo spettacolo del destino, quello che realizzi la loro consacrazione artistica. Ma il destino non si governa, non si domina. E’ il destino a decidere chi ghermire.
Mark e Bert non si accorgono in tempo di appartenere al Macbeth ed al suo oscuro sortilegio. Il legame è nascosto nella somma dei loro nomi, eppure anche questa è solo la superficie di una realtà più profonda: il virus del potere si è ormai incistato nel teatro, lo ha modificato in un sistema che omologa o elimina.
Qui prendono posto i personaggi di Miss Witch e Mr Duncan, rispettivamente direttrice e proprietario del Power Theatre, oltre che depositari degli originari ruoli delle tre streghe e del vecchio re.
Il testo shakespeariano, potente e seducente, emerge improvviso in diversi momenti tra le maglie di un copione per contro giocato sul metro della farsa, del numero da clown, del cabaret.
C’è una cesura, una sorta di scena madre che separa il tempo interno dello spettacolo in un prima ed un dopo. Il tono ludico e gli ammiccamenti piccanti lasciano il posto ad un’atmosfera di sconfitta, di presa di coscienza, dove il palcoscenico e i suoi paramenti posticci, i costumi e le parrucche, gli attori e i personaggi restano spietatamente spogli, inermi, spiaggiati a terra dopo la marea.
Paolo Verlengia
CREDITS:
“MACBETH CIRCUS SHOW”
ideazione e regia Gianni De Feo
drammaturgia Paolo Vanacore
con Eleonora Zacchi, Riccardo De Francesca, Gianni De Feo
musiche originali Alessandro Panatteri
scene e costumi Roberto Rinaldi
Produzione Florian Metateatro/Il Grattacielo (Pescara/Livorno)