Psycho Killer: un intreccio avvincente tra realtà e finzione
Il titolo è quello di un noto brano dei Talking Heads. Corrado Accordino è una “cinepresa parlante” che inquadra un interno bagno con una donna dentro una vasca da bagno in pericolo di vita, mentre un uomo con un coltello sta per varcare la soglia della porta di quel bagno. Questa scena di reminiscenza hitchcockiana è soltanto uno dei flashback che viaggiano veloci nella mente di un ghostwriter che vuole disperatamente sbrogliare la matassa di una storia personale confusa: i pezzi smarriti del puzzle di una vicenda tormentata il cui esodo potrà aver luogo solo attraverso la scrittura.
Psycho Killer, lo spettacolo in scena al Teatro Elfo Puccini di Milano sino a domenica 15 dicembre di e con Corrado Accordino della compagnia Teatro Binario 7 è un intreccio avvincente che si muove tra realtà e fiction – finzione appunto- suddiviso in tre storie che non seguono un ordine temporale cronologico, ma sono narrate attraverso il ritmo del racconto scandito dai movimenti di una cinepresa che può essere solo immaginata ascoltando le parole di Accordino. Più storie in una storia, narrazioni nella narrazione stessa, quasi horror tales inediti calati dentro la sala Bausch dell’Elfo Puccini, un luogo raccolto e intimo, quasi indicativo del taglio confidenziale che andrà a caratterizzare la rappresentazione.
All’inizio l’atmosfera è misteriosa e intrigante, il tono di Accordino incalzante. La narrazione è doppia: a quella cinematografica – la sceneggiatura scritta da un ghostwriter – si alterna quella che prosegue fuori dalla fiction nel teatro nel teatro, in cui a dialogare sono un regista esigente ma poco competente e il ghostwriter. La scrittura deve procedere su un tema gotico, perchè “oggi funziona il gotico”, afferma il regista.
C’è un nuovo protagonista e una nuova storia: una donna di 45 anni è rimasta orfana dopo aver perso i genitori in un incidente stradale. Dopo aver trascorso la sua infanzia in un orfanotrofio di suore dove è vittima di bullismo da parte degli altri bambini orfani e poi di isolamento da parte delle suore perchè considerata come una “piccola pazza” a causa del suo sguardo considerato inquietante, decide di scappare alla ricerca della verità sui suoi genitori morti, volando via su un’aquila.
La vicenda e suoi protagonisti cambiano e la valigetta di un fotografo diventa l’oggetto di scena scatenante per la creazione di un dramma: due genitori felici si ritrovano da un giorno all’altro a dover essere le due spie di governi stranieri.
Le tre storie, quelle del ghostwriter, quella della bambina orfana e poi quella delle due spie sono unite da un invisibile filo conduttore, che sarà svelato solo alla fine dello spettacolo.
Il personaggio del ghostwriter diventa personaggio-persona quando il monologo-dialogo viene condito da una buona dose di osservazione satirica sullo show business di cui vengono smascherate le logiche inesistenti, i segreti e le assurdità con toni liberatori e confidenziali. In particolare si fa riferimento alle fiction televisive e ai cine panettone con riferimenti espliciti a attori, scrittori e registi pop del panorama cinematografico attuale e non solo.
Accordino coinvolge lo spettatore in maniera geniale dentro una storia apparentemente semplice e dietro cui si cela un meccanismo complesso e un lavoro imponente sulle parole, sull’uso del linguaggio, sul ritmo della storia e su quello della scena, sul personaggio e sul personaggio-persona.
Psycho Killer apre una riflessione sul rapporto e sul sottile confine esistente tra realtà e finzione, è uno spettacolo che conquista e convince e che tiene lo spettatore incollato alla poltrona, esattamente come accade a un mangiatore di film o di serie tv. Non solo: ci ricorda anche come la scrittura possa rappresentare un mezzo per correggere la vita e per sognare all’interno di nuove dimensioni.
Lavinia Laura Morisco