A Napoli, l’attesissimo American Buffalo, debutto alla regia di Marco D’Amore.
Presentato nel 2016 in anteprima nazionale all’Eliseo di Roma, il testo del Premio Pulitzer David Mamet approda al Teatro Bellini, casa del teatro partenopeo.
Cosa si è disposti a fare per un nichelino?
Bob, Fletcher e Teach, personaggi creati da Mamet, nelle mani di Maurizio De Giovanni – autore della traduzione e dell’adattamento del testo – diventano Robbè (Vincenzo Nemolato), giovane tossico parassita; Sasà, abile scassinatore e giocatore di poker imbattibile evocato costantemente che come Godot non si materializza mai sulla scena; O’Professor (Marco D’Amore), perdigiorno balbuziente e ladro della domenica.
Disperati, condannati alla dannazione.
Eppure, tutti si salvano nell’allestimento di D’Amore, grazie alla capacità di toccare il fondo e risalire quel tanto che basta per galleggiare, senza mai sprofondare davvero.
L’esistenza del protagonista Don (Toni Taiuti), un rigattiere accecato dall’american dream, viene letteralmente sconvolta quando un giorno vende una monetina americana con l’incisione di una testa di bufalo – un’american baffalo appunto – a un tale per l’esagerata cifra di 180 euro.
Tormentato dal fatto di averla venduta senza conoscere il suo effettivo valore, mette su un colpo con Robbè, O’ Professor e Sasà per entrare in casa dell’acquirente e rubarla. Ma l’organizzazione del colpo incontra degli intoppi apparentemente inspiegabili e O’ Professore diventa uno Iago balbuziente – e qui spicca la credibilissima e coinvolgente interpretazione di Marco D’Amore – pronto a instillare il sospetto in Don verso i proprio compari.
Sulla scena soffocata dalle cianfrusaglie si affannano i personaggi mamettiani fatti di un materiale sorprendentemente poroso che risucchia e accoglie prontamente lo slang, la gestualità ma soprattutto il modo di pensare partenoeo. E così, gli States vengono inghiottiti dai vicoli scuri di Napoli, la lingua e le espressioni idiomatiche conferiscono alla rappresentazione una forza strepitosa, come se il testo non avesse oltre 40 anni alle spalle ma fosse appena uscito dalla penna del suo creatore.
Lo spettacolo è in scena dal 14 al 19 novembre 2017 al Teatro Bellini di Napoli, in via Conte di Ruvo 14.