Tra i miracoli di una Milano operosa e attiva, anche se più problematica e contraddittoria rispetto al passato, ci sono Istituzioni di livello qualitativo mondiale quali la Scala e il Piccolo Teatro, veri fiori all’occhiello di una città che ama divertirsi non in modo sciatto e qualunquista, ma mirando alle novità e all’eccellenza.
In questo periodo, che sta palesando i giusti rigori della stagione invernale, tra gli eventi che mettono in luce e ricordano la vita di tali luoghi sacri dello spettacolo – dopo che si sono rinnovati il rito e il fermento annuali dell’attesa della ‘prima della Stagione Scaligera’ (per tradizione la sera del 7 dicembre, festa di Sant’Ambrogio, santo patrono della città nonché personaggio tanto carismatico da portare sulla via della fede il futuro Sant’Agostino) che ne segna l’incipit – è possibile ammirare a Palazzo Reale Incantesimi, una magica mostra a ingresso gratuito (un po’ diversa rispetto a quelle che vedono numerosi capolavori in successione), con una scelta di 24 costumi provenienti da opere o balletti andati in scena dagli anni ’30 a oggi.
Tale esposizione – organizzata dall’associazione Amici della Scala per celebrare quarant’anni di un’attività che ha arricchito il patrimonio scaligero tramite restauri e pubblicazioni di monografie – è curata da Vittoria Crespi Morbio, storica della scenografia nell’opera lirica e autrice dell’omonimo splendido volume con 250 fotografie testimonianza delle varie fasi della nascita del costume, elemento fondamentale dell’impegnativa costruzione necessaria a portare sul palcoscenico un’opera o un balletto attraverso il coinvolgimento delle numerose e ingegnose maestranze scaligere appartenenti a vari settori.
Al costume – dai sapienti cenni filologici e curato fin nei minimi dettagli sebbene non sempre visibili a tutti gli spettatori – è affidato, infatti, il compito di rivelare e potenziare il carattere e la sensibilità del personaggio in una simbiosi reciproca che si spezza alla fine delle recite, ma resta nel cuore, negli occhi e nell’immaginario di chi ha goduto di quelle serate leggendarie e irripetibili mentre il costume, opera d’arte da tesaurizzare, va ad arricchire la cospicua raccolta di più di 60.000 esemplari conservati nel Magazzino costumi della Scala (dal febbraio 2001 ubicato presso la grandiosa struttura di 20.000 metri quadrati dell’ex insediamento industriale Ansaldo, spazio polifunzionale in tre padiglioni con oltre 150 addetti tra cui sarte e costumiste) prodotti dalla sartoria scaligera partendo dall’idea dei figurinisti tradotta in disegno, appunti, indicazioni di materiali, ritagli di stoffa…
Restaurati e riportati agli antichi fasti, 24 costumi – fortunati tesori e illustri testimoni del divenire storico – riprendono prodigiosamente vita restituendo con una comunicativa eccezionale adatta e godibile per i visitatori di tutte le età (anche se non esperti del settore) profumi, mode e abitudini dagli anni ’30 del secolo scorso a oggi e svelando anche l’alacre e impegnativo lavoro ‘dietro le quinte’ degli spettacoli rappresentati nel solenne tempio della Scala che tutto il mondo ci invidia non solo per la sobria eleganza dell’architetto Piermarini.
Tale miracolo si compie nelle sale di Palazzo Reale ampie, fastose, eleganti e austere tanto da costituire quasi una prosecuzione dei scenografici ambienti scaligeri: il soffio di vita è dato dall’abilità di Luca Scarzella che attraverso il suo progetto multimediale illumina ciclicamente ciascuno dei costumi su manichini costruiti ad hoc quanto a taglie e misure. L’abito ritorna a vivere nel suo antico splendore indossato dai rispettivi protagonisti visibili in video con audio del corrispondente spettacolo: tuffi nel passato con registi, costumisti, protagonisti… che rapiscono trasportandoci in diversi ambienti e momenti incantati sul tappeto magico della fantasia stimolata da una raffinatissima tecnologia.
Un percorso in quattro sezioni tematiche per delibare con tranquilla calma testimonianze di eccellenza mondiale come i romantici costumi de La fille mal gardée del 1987 (balletto in due atti, musica di Peter Ludwig Hertel e Ferdinand Hérold, scene e costumi di Luisa Spinatelli, coreografia di Heinz Spoerli) con la mitica Carla Fracci e quelli in stile moderno del verdiano Falstaff del 2013 (frutto di una coproduzione internazionale, regia di Robert Carsen, costumi di Brigitte Reiffenstuel che crea anche un elegante completo da caccia in tweed con polacchine per l’imponente protagonista.
Una mostra da vedere e da rivivere nello splendido volume!
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Incantesimi. I costumi del Teatro alla Scala dagli anni Trenta a oggi – Palazzo Reale, Piazza Duomo 12, Milano. Orario: dalle 14.30 alle 22.30 lunedì, dalle 9.30 alle 20 martedì, mercoledì e domenica, dalle 9.30 alle 22.30 giovedì, venerdì e sabato; ingresso gratuito. Fino al 28 gennaio 2018. Catalogo Amici della Scala.