Probabilmente lo spettacolo più pubblicizzato di sempre della Casa Teatro Ragazzi, lo show di magia di Luca Bono registra grande riscontro e grande soddisfazione di pubblico. Un successo notevole e notevolmente meritato, per il quale non sarebbe stato neanche necessario tappezzare le vie di Torino con il giovane volto del prestidigitatore, né gli illustri nomi di Arturo Brachetti in qualità di regista e Alex Britti a comporre le musiche originali possono aver portato a teatro stuoli di bambini, famiglie o spettatori spinti dal gusto per l’illusione.
Uno spettacolo di magia è dichiaratamente un inganno, per lo spettatore: a cominciare da lui, Luca Bono, d’aspetto troppo giovane per poter sembrare un mago “navigato”. L’introduzione nel video d’apertura in cui Luca presenta se stesso, mostrandosi spaurito e ansioso all’idea di esibirsi in teatro, potrebbe rafforzare l’impressione. Ma appena si alza il sipario la tigre mostra i denti, al suono di una colonna sonora dai ritmi incalzanti, epici.
Il frac non è il solo elemento iconico a caratterizzare un giovane mago che subito sfoggia le proprie indiscutibili doti con carte e colombe, lasciando sullo sfondo un elemento di enorme contrasto come lo schermo di un computer. Quindi la classicità viene letteralmente “svestita” dal nostro, e perfino la magia sembra passare in secondo piano, perché raccontando se stesso Luca racconta della sua infantile passione per la Formula 1. A sorpresa, il mago si improvviserà anche giocoliere e interpreterà una poesia di Leopardi.
Contrariamente allo show di magia classico, questo di Luca Bono è molto parlato, molto e piacevolmente focalizzato sulla personalità del mago (recuperando le mascelle sbalordite tra un numero e l’altro, gli spettatori non possono che concedersi autentiche risate per la comicità che caratterizza la scena). Pur ammettendo di essere timido e impacciato, Luca sfoggia una grande presenza scenica, dimostrando di saper reggere i tempi necessari non solo alla riuscita delle battute umoristiche – ridendosi anche addosso, come quando finisce “stirato” dalla sua assistente Sabrina Iannece invidiosa di vedersi privare tutta la scena – ma anche e soprattutto a quel gioco delle illusioni a cui da bravi spettatori concediamo di credere.
Salvo poi domandare all’illusionista, in privato, i segreti del suo mestiere: coerentemente con il distacco dichiarato dalla classicità, le petulanti domande degli scettici vengono proposte attraverso messaggi sul telefono di Luca, neanche troppo privatamente, se il display appare sullo schermo svettante sul palcoscenico. Allo stesso modo, il pubblico viene attivamente coinvolto in più numeri di magia, nell’illusione di poter svelare i segreti del mago osservandone i gesti da più vicino.
Le due ore dello spettacolo di successo che Luca Bono sostiene essere la sua prima esperienza a teatro (ma come si fa a credere alle parole di un illusionista?) scorrono veloci ed elettrizzanti tra carte, conigli di tessuto, orologi e colombe, fino all’incredibile finale, di cui non si può raccontare nulla per non rovinare la sorpresa.
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Luca Bono, L’Illusionista
Con Luca Bono e Sabrina Iannece
Regia Arturo Brachetti
Musiche originali Alex Britti
Muvix Europa srl & Arte Brachetti srl