Dal teorema di Pitagora << a2 + b2 = c2 >>, attraverso il quale ogni studente comincia a conoscere la Geometria, alla formula più famosa del ‘900 << E = mc2 >>, la storia e l’impresa della conoscenza si riconosce in alcune formule, spesso semplici, eleganti e stringate a leggersi quanto complesse, misteriose ma ricchissime di contenuti.
Per la seconda edizione dei “Dialoghi Matematici” prodotta da Fondazione Musica per Roma e dalla Casa Editrice Il Mulino, il viaggio nella conoscenza avverrà attraverso sei formule, provando a ricostruire la loro “biografia”: come sono nate, dove e quando, chi le ha formulate, quali problemi hanno risolto e quali scenari hanno aperto.
Appena dietro queste stringhe di numeri e simboli, di necessità asciutte e formalizzate, la cui piena comprensione richiede anni di studio e di applicazione alla ricerca, si svelano vicende personali, sfide intellettuali, drammatiche svolte della storia dell’umanità e rivoluzioni del pensiero.
Simili nella forma dell’espressione astratta e impenetrabile, il teorema di Pitagora e l’ultimo teorema di Fermat, quello fondamentale del calcolo di Newton, l’equazione della Relatività, il teorema “elegantissimo” di Gauss e quelli d’incompletezza di Godel e d’indeterminazione di Heisemberg, si offrono come insostituibili strumenti di traduzione tra il cosmo e l’uomo, tra ciò che percepiamo come la meraviglia immutabile delle leggi di natura e lo scintillio frenetico dell’intelligenza di homo sapiens.
Il programma parte domenica 21 gennaio con l’incontro tra Remo Bodei e Umberto Bottazzini, in dialogo per raccontare il teorema di Pitagora e le molte leggende che accompagnano questa formula della geometria euclidea, uno dei punti d’inizio della civiltà occidentale.