Una Soirée non solo francese, ma anche all’insegna del bianco dei costumi di scena: il bianco abbacinante di tutù classici in raso e tulle in Suite en blanc di Serge Lifar e il bianco moderno delle calzamaglie aderentissime dei ballerini di Pink Floyd Ballet di Roland Petit.
È anche il bianco dei costumi a segnare la continuità fra i due balletti, agli antipodi, della Soirée Française in scena al Teatro dell’Opera di Roma (repliche fino a 4 febbraio), un viaggio ideale attraverso l’evoluzione e la rinascita dello stile neoclassico ri-fondato da Lifar nel 1943: due balletti diversissimi in cui si alternano tutta la preziosità della danza accademica e tutta l’energia eversiva di passi danzati sulle note dei Pink Floyd. Quasi un esercizio di stile, raffinatissimo, un inno alla danza pura, Suite en blanc che è “uno dei pochi balletti non narrativi di Lifar“, russo che arriva dai Ballets Russes di Diaghilev, come ha voluto ricordare la sua musa, Claude Berry, attuale direttrice dell’Ècole de Danse de l’Opera de Paris che ha rimontato il balletto a Roma: la bellezza per la bellezza all’ennesima potenza.
Quadro dopo quadro ogni ballerino si impegna a far trasparire il suo unico temperamento artistico e tutta la sua sensibilità in un susseguirsi di frammenti coreografici autonomi, uno più prezioso dell’altro che segnano anche il ritorno in scena della direttrice del corpo di ballo romano, Eleonora Abbagnato, in versione classica e tutù bianco per l’Adage (si alterna con Alessandra Amato) in coppia con Michele Satriano. Suite en blanc è la danza pura per la danza pura, un incanto per gli occhi che punta alla bellezza quasi fine a sé stessa e in cui ogni ballerino ha il compito di essere il vero interprete sulla musica di Édouard Lalo (tratta dal balletto Namouna) eseguita in sala dall’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma diretta dal Maestro Carlo Donadio.
Si cambia completamente registro nella seconda parte della serata con il Pink Floyd Ballet di Roland Petit: creato nel 1972 da Petit su suggerimento-richiesta della figlia, ha debuttato al Palais des Sports di Marsiglia con la compagnia di ballo in scena e i stessi Pink Floyd a suonare la loro musica dal vivo. Un evento unico per la danza quando Petit ha inventato il balletto rock con cui il corpo di ballo romano si misura per la seconda volta: Pink Floyd Ballet aveva debuttato in prima assoluta a Roma nella stagione estiva 2015 negli spazi ampi delle Terme di Caracalla: il risultato anche in Teatro è convincente ed eversivo, con la danza accademica che si fonde all’energia del rock. le luci psichedeliche e ipnotiche di Michel Désiré esaltate dagli spazi chiusi che arrivano ad avvolgere in forme geometriche tutti i ballerini anche nelle scene d’insieme in una coreografia ora ravvivata da tocchi irriverenti, buffi e spavaldi ora nella poesia moderna dei pas de deux interpretati dalla coppia di neo primi ballerini Alessio Rezza e Susanna Salvi ora nelle spettacolari variazioni di Claudio Cocino sempre sulla musica dei Pink Floyd che spazia da Money a The great gig in the sky a Obscured by clouds.
La compagnia romana si diverte e convince negli otto quadri di un balletto ch è energia allo stato puro e che piace anche al pubblico più ortodosso già ammaliato dalla classe di Lifar.
Con l’accordo fra il Teatro dell’Opera e il MACRO, acquistando il biglietto è anche possibile poter usufruire di uno sconto reciproco per il balletto e per la mostra sui Pink Floyd allestita negli spazi di via Nizza. Soirée Française replica anche stasera, giovedì 1 febbraio alle 20.00 e sabato 3 febbraio con doppia recita anche alle 15, Info su www.operaroma.it.