Al Teatro Astra vanno in scena “I promessi sposi” in salsa Pop di Michele Sinisi, attore apprezzato, e regista controverso della scena contemporanea italiana, alle prese soprattutto con l’attualizzazione di testi classici e pietre miliari del teatro e della letteratura moderna. Campeggia al centro della scena una struttura metallica, post industriale, decadenza a rotelle, ma è dalla platea che arriva Don Abbondio, in abiti d’epoca, leggendo dal breviario e riportandoci le parole del Manzoni. In proscenio una fanciulla seduta ad un tavolino basso aziona microfoni e videoproiettore, leggendo ogni tanto passi dal romanzo o passando il microfono a chi serve. Il plot è mantenuto, ed alcuni personaggi sono abbigliati in guisa del ‘600, altri come Lucia, Don Rodrigo, l’Innominato o i bravi hanno fogge attuali, sneakers ai piedi, cantano canzoni neomelodiche napoletane, si muovo sui roller. La scena è ritmo puro, la drammaturgia del testo ridotta all’osso, alcuni personaggi resi in modo molto grottesco per comunicarci laddove Manzoni abbia provato un approccio commediale al testo, come nel caso del Dottor Azzeccagarbugli, dotato di un pugliese incomprensibile comico e iperbolico. La scena metallica ruota, si scompone, si ricompone, vengono proiettati video di migranti che leggono l’Addio ai monti di Lucia, in altri momenti il testo è tramesso sotto forma di interrogazione, la peste è simboleggiata da una pulce tridimensionale di plastica ingrandita milioni di volte. Sinisi si ritaglia il ruolo dell’Innominato in una cupa scena alla ricerca di Dio, e non compare più, lasciando il campo ai suoi giovani attori, valenti e molto aitanti; tutto ciò però non toglie quel senso di evanescenza, superficialità, nel tentativo effimero di dare un look contemporaneo ad una materia più profonda e viva, immortale e densa. Del testo di Manzoni resta qualche citazione qua e là, la trama ridotta all’osso e qualche momento intenso, come quella della monaca di Monza, ma per il resto la grande vicenda storica e umana, il senso del destino, del fato e della Provvidenza vengono rimossi, dalla forza centrifuga di una messa in scena che strizza l’occhio al Pop, restando sulla superficie dell’indagine umana.
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I promessi sposi
da Alessandro Manzoni
adattamento e regia Michele Sinisi
scrittura scenica Michele Sinisi e Francesco Maria Asselta
con Diletta Acquaviva, Stefano Braschi, Gianni D’Addario, Giulia Eugeni, Francesca Gabucci, Ciro Masella, Stefania Medri, Giuditta Mingucci, Donato Paternoster, Bruno Ricci
produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale