L’approdo di Babilonia Teatri allo Stabile di Torino pone il pubblico di fronte a una figura tragica, non tanto per il vissuto problematico del protagonista quanto per la sua caratterizzazione. Enrico Castellani interpreta un personaggio abbastanza problematico da suscitare una reazione di istintivo distacco negli spettatori: nato da inseminazione artificiale e figlio di due madri.
La stesura della drammaturgia di Pedigree (che aggiunge la firma di Valeria Raimondi) e l’interpretazione di Castellani sanno come muoversi in due diverse direzioni: tra i forti simbolismi scenici che “didascalizzano” il testo, il carattere della scena enfatizza la diversità del personaggio, ponendolo sul palco in compagnia di un distaccato e muto comprimario (Luca Scotton, anche direttore scenico), ma riesce al contempo a esprimere con violenta loquacità la sua inaliebile appartenenza al genere umano, alla sfera delle creature viventi, alla consapevolezza della realtà.
A rendere tragico il personaggio, nel senso classico del termine, è il rapporto mancato con un padre assente e mai conosciuto. Rivolgendosi al genitore mancato, Castellani rivolge il testo di Pedigree contro la mentalità bigotta per antonomasia, sostanziando nella forma e nel contenuto il pretesto per quel distacco dalla condizione di normalità: ripudiando la possibilità di conoscere il donatore del seme che lo generato, l’affermazione di non necessitare di un pedigree, un certificato di normalità che ne giustifichi l’esistenza.
Le provocazioni gridate dal palco si stagliano su una scenografia dal gusto anni ’50 – un periodo storico sufficientemente remoto da essere eleggibile a immagine stessa del bigottismo – sotto le parole di Love me tender e Hound Dog di Elvis Presley, che diventano una sorta di manifesto della normalità. Il contrasto genera momenti di rara poesia, per uno spettacolo che si dimostra capace di rinnovare il teatro senza snaturarne il meccanismo tragico.
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Pedigree
di Enrico Castellani
con Enrico Castellani e Luca Scotton
cura Valeria Raimondi
direzione di scena Luca Scotton
costumi Franca Piccoli
produzione Babilonia Teatri / La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale
coproduzione Festival delle Colline Torinesi