Inaugurata nella Sala Oro del Teatro della Pergola di Firenze la mostra di Walter Sardonini Pagine al Vivo – Manifesti per il teatro 1997/2018.
Una rassegna di vent’anni di opuscoli, brochure, programmi di sala, manifesti degli spettacoli prodotti e delle annuali campagne abbonamenti della Fondazione Teatro della Toscana, di cui Sardonini è il Responsabile del Sistema di identità visiva istituzionale, unitamente all’attività per il Festival Fabbrica Europa.
“Dare volto a una rappresentazione, a un festival, a una stagione di prosa – afferma Walter Sardonini, tra i fondatori di SocialDesign, studio fiorentino di architetti e graphic designer – significa arricchire quegli eventi di uno sguardo, di una pennellata, cercando dunque di non riprodurre qualcosa esattamente com’è stato già “dipinto” o lo sarà, ma di portare nello scambio intellettuale un’ulteriore inquadratura. Stimolando la riflessione”.
La mostra è aperta fino al 22 aprile nei soli orari di spettacolo. Ingresso libero per i possessori di biglietto.
La collaborazione ventennale di Walter Sardonini con il Teatro della Pergola, il Festival Fabbrica Europa, il Centro per la Ricerca e la Sperimentazione Teatrale, la Fondazione Teatro della Toscana, supportata da un immaginario sempre vitale e articolato, costituisce un’anomalia nel panorama italiano e mostra la convinzione di dare continuità a un’esperienza civile, a tratti irripetibile. Un’azione che ha contribuito alla consapevolezza che anche grazie alla comunicazione della cultura e dei servizi si può costruire il tessuto connettivo che definisce l’identità della collettività sociale.
Vent’anni di progetti, ora raccolti nella Sala Oro del Teatro della Pergola con la mostra Pagine al Vivo – Manifesti per il teatro 1997/2018, testimoniano sia affiatamento culturale con le istituzioni, che capacità di strutturare e articolare un proprio linguaggio visivo ricco di complessità. La sequenza, non temporale, in cui sono proposti opuscoli, brochure, programmi di sala, manifesti degli spettacoli prodotti e delle annuali campagne abbonamenti, rivela i diversi linguaggi che caratterizzano le specificità dei teatri, mentre gli accostamenti marcano le scelte di segno, funzionali all’identificazione delle diverse attività.
Sardonini si occupa di pittura e arti visive terminati gli studi classici. Parallelamente all’attività artistica ed espositiva comincia a lavorare nel settore della comunicazione, sempre con lo sguardo rivolto ai maestri della pittura che lo hanno ispirato (Chagall, Klee, Kandinskij, Feininger) e ai designer che hanno fatto la storia della grafica (Albe Steiner, Max Huber, John Alcorn, Emanuele Luzzati, Mario Cresci, Roman Cieslewicz, i Grapus e molti altri ancora). Ha ben chiaro il proprio approccio progettuale: la comunicazione di un’opera teatrale non può essere compendiata da un’unica immagine. Un’opera contiene molte variabili, non ultima la predisposizione di ogni spettatore. Da tali considerazioni scaturisce la convinzione che il manifesto non debba restituirne un unico momento per quanto significativo, ma che abbia la responsabilità di trasportare l’immaginazione verso il sogno, di suscitare desiderio.
Nella gran parte i materiali in mostra sono caratterizzati da grandi immagini oniriche – vere e proprie visioni – costituite da singoli elementi in relazione/sovrapposizione: si tratta di manifesti da osservare con sguardo frontale, cosi come si osserva la scena teatrale. Lo spettatore si trova al cospetto di un caleidoscopio di attimi prossimi o remoti nel tempo e nello spazio. La costruzione di un sistema complesso di frammenti di realtà tra loro intersecati apre lo sguardo alla percezione tridimensionale dello spazio e la mente alla simultaneità del tempo.
Significativa la presenza di manifesti caratterizzati, invece, dal protagonismo del lettering, che in questo caso diventa il soggetto della comunicazione. Mentre l’immagine può essere colta sia nel suo insieme che nel dettaglio e l’occhio può muoversi liberamente in più direzioni, la scrittura esige che lo sguardo proceda secondo un andamento e un tempo prestabiliti, essendo immagine e testo in un unico segno. In tali lavori talvolta il lettering cede il passo alla grafia, segno intimo, ‘pre tipografico’: favorisce una percezione confidenziale e supporta altri segni o disegni, suggestioni contemporanee o evocative.
Attraverso la considerevole rassegna di immagini di Pagine al Vivo – Manifesti per il teatro 1997/2018, Walter Sardonini conferma le sue doti di ‘affabulatore visivo’ (già così definito da Mario Cresci e Omar Calabrese), individuando per noi la chiave di accesso alla magia del teatro.
“Dare volto a una rappresentazione, a un festival, a una stagione di prosa significa arricchire quegli eventi di uno sguardo, di una pennellata, cercando dunque di non riprodurre qualcosa esattamente com’è stato già “dipinto” o lo sarà, ma di portare nello scambio intellettuale un’ulteriore inquadratura. Stimolando la riflessione.
Realizzare un manifesto di uno spettacolo significa inseguire il soggetto e la dinamica della rappresentazione, approfondirne gli aspetti, trovarne possibili chiavi di lettura, anche non “allineate”. Poi liberare l’immaginazione, riuscire a parlare il linguaggio di quei simulacri che si sono manifestati nella fase di ricerca, fantasticando su di loro, con loro, vivere quel sogno, per rilanciarne la lettura, amplificarne il significato. Risolvere con una foto di scena (che nella maggior parte dei casi ancora non c’è…), un titolo e qualche nome d’obbligo è troppo poco. È didascalico, freddo. La magia resta inafferrabile, la comunicazione non funziona.
Meglio insinuare, nel coro di tutte le voci, una suggestione visionaria, che provochi stupore, che stimoli una riflessione, che apra la strada a diverse possibili letture dell’evento. Anche al dubbio. Ma contrastare la banalità e, di conseguenza, l’indifferenza, negazione di una crescita culturale. Attirare, coltivare l’interesse. L’interesse critico, non semplicemente l’attenzione. Per questa è sufficiente che il manifesto sia rosso fucsia con le scritture bianche e qualche segno grafico – preferibilmente – gratuito. Come la maggior parte di quelli che imbrattano i muri della città.
Credo che in molti, seppure indaffarati nel proprio quotidiano, passando per strada (e non solo dunque dentro ai luoghi deputati, come teatri, cinema e musei) di fronte alle immagini presentate nella mostra Pagine al Vivo abbiano perso una manciata di secondi per interrogarsi, stupirsi, rincorrere una fantasia. Sorridere forse. Forse sognare. E poi la sera venire a teatro.
Come Shakespeare fa dire a Prospero ne La tempesta “Noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni”. Il sogno è la proiezione della nostra essenza più vera. L’immaginazione è vita. Lo dirà anche Sam Spade / Humphrey Bogart ne Il mistero del falco. Non una citazione, non una ripetizione, semmai un omaggio, che non fa che arricchire la storia di un altro, nuovo tassello”.
Walter Sardonini–
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Walter Sardonini (Firenze, 1960)
Terminati gli studi classici, si occupa di pittura e arti visive. Parallelamente all’attività artistica ed espositiva comincia a lavorare nel settore della comunicazione, sempre con lo sguardo rivolto ai maestri della pittura che lo hanno ispirato (Chagall, Klee, Kandinskij, Feininger) e ai designer che hanno fatto la storia della grafica (Albe Steiner, Max Huber, John Alcorn, Emanuele Luzzati, Mario Cresci, Roman Cieslewicz, i Grapus e molti altri ancora).
Dal 1988 cura la progettazione grafica per il settore Comunicazione istituzionale di Unicoop Firenze realizzando l’immagine delle campagne istituzionali (es. identità visiva Archivio Storico Unicoop Firenze), sociali, culturali (es. Abbraccia il Battistero) e di solidarietà (es. Il Cuore si scioglie), nonché la grafica dell’Informatore, mensile della cooperativa sui temi dell’attualità, del consumo, del tempo libero, della salute.
Dal 1997 progetta e cura l’immagine del Teatro della Pergola di Firenze, che dal 2015, unitamente al Centro per la sperimentazione e la ricerca teatrale di Pontedera (con il suo Teatro Era) ha costituito la Fondazione Teatro della Toscana, nella quale sono confluiti anche il rinato Teatro Niccolini di Firenze e il Teatro Studio di Scandicci, ottenendo la qualifica di Teatro Nazionale. Fin dall’inizio e ancora oggi, per la Fondazione si occupa di progettare e realizzare le annuali campagne abbonamenti, i manifesti degli spettacoli prodotti e delle rassegne, brochure, opuscoli nonché il Sistema di identità visiva istituzionale.
Nel 2005 ha progettato l’immagine dell’Ente Teatrale Italiano (ETI). E, sempre nell’ambito dello spettacolo dal vivo, ha curato l’immagine del Festival Fabbrica Europa, del Teatro Era di Pontedera, dell’Estate al Bargello, del centro L’Oltrarno diretto da Pierfrancesco Favino, della Compagnia Italiana diretta da Maurizio Scaparro.
Per il Comune di Firenze, ha realizzato nel 2008 il restyling del giglio di Firenze, primo passo utile a ridefinire negli anni successivi e registrare in una forma univoca e definitiva il marchio dell’Amministrazione stessa e lo stemma della città, nonché l’intera immagine istituzionale, sigillata oggi nel manuale del Sistema di identità visiva della Città di Firenze, divenuto regolamento comunale.
Sempre per il Comune di Firenze, dal 2011, insieme all’architetto Goffredo Serrini, si è occupato della progettazione prima e successivamente della direzione dei lavori per la costituzione del sistema segnaletico per cittadini e turisti denominato Camminare a Firenze, sistema complesso di elementi strutturali, mappe ed elementi di identità visiva, tutt’oggi in fase di definizione e completamento.
Per l’Amministrazione comunale ha realizzato altre campagne quali Leggere per non dimenticare, Estate fiorentina, la prima versione della FirenzeCard, il sistema identitario delle affissioni nel centro cittadino, il Sistema identitario per l’allestimento visivo delle aree di cantiere.
Ha progettato nel 1993 – e realizzato negli anni successivi – il sistema cartografico della rete dei percorsi dell’Ataf, Azienda dei Trasporti dell’Area Fiorentina.
Nel settore dell’editoria ha collaborato prevalentemente con Edumond Le Monnier (progettazione grafica delle copertine di tutti i libri del settore scolastico, universitario e grandi opere), Rcs Scuola, Mondadori, Utet, Gruppo Editoriale L’Espresso, Einaudi, Panorama, Scala Group progettando la grafica di copertine, collane, libri, monografie e cd-rom (es. Out of the blue – L’opera di Renzo Piano, La pittura di Leonardo da Vinci, il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid).
Si è occupato di curare l’immagine e l’allestimento di eventi espositivi voluti dalla Regione Toscana e da altri Enti comunali e regionali. In particolare si ricorda la mostra fotografica Assoluto Naturale. Le forme del marmo allestita nel monumentale Palazzo Mediceo del comune di Seravezza, la mostra di opere d’arte I modelli di Narciso. Autoritratti di maestri del ’900 dalla collezione Rezzonico allestita nella Sala delle Reali Poste presso il Museo degli Uffizi di Firenze, la mostra fotografica Volti Positivi. Viaggio in Sudafrica, allestita nello storico Salone delle Compagnie presso l’Istituto degli Innocenti di Firenze. Ha curato la grafica dell’allestimento del Museo dell’Acqua, all’interno della Fonte di Pescaia a Siena recuperati dagli architetti dello studio SocialDesign, con l’allestimento multimediale di Studio Azzurro.
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SocialDesign (Firenze, 2000)
Composto da architetti e graphic designer, SocialDesign svolge attività professionale e di ricerca nell’ambito della progettazione e della comunicazione. Il gruppo, che si è formato muovendo dalle esperienze e dai progetti elaborati a partire dall’inizio degli anni ’80, è oggi composto da Goffredo Serrini, Claudio Zagaglia e Sara Guarino (progettazione architettonica, urbanistica e del paesaggio), Walter Sardonini, Daniele Madio, Daniela Lotti e Pietro Filippeschi (progettazione grafica e comunicazione visiva).
La denominazione dello studio vuole essere un esplicito riferimento alla presenza e agli interventi del gruppo nei settori della pubblica utilità, della citta, della cultura, della comunicazione istituzionale, dell’informazione; alla volontà di perseguire e proporre una “progettazione integrata e interscalare”.
SD_Architettura svolge attività professionale e di consulenza, in particolare per la pubblica amministrazione, sui temi dell’evoluzione e della trasformazione della città contemporanea, studiando i modi e le tecniche del progetto urbano, gli elementi, i materiali e il disegno dello spazio pubblico. Lavora inoltre nel campo della tutela e della valorizzazione dei beni culturali.
SD_Grafica interviene in settori quali la progettazione di sistemi di identità visiva e di comunicazione per enti pubblici e aziende, istituzioni culturali, editori.