Sarà presentato in prima mondiale al Biografilm – festival cinematografico internazionale dedicato alle biografie e ai racconti di vita che si svolgerà a Bologna dal’1 al 24 giugno – Iuventa, il film documentario diretto da Michele Cinque e prodotto da Lazy Film con Rai Cinema, in coproduzione con Sunday Films e ZDF/3Sat, in associazione con Bright Frame.
Il documentario Iuventa segue per oltre un anno i protagonisti della ONG tedesca Jugend Rettet, dalla prima missione nel Mediterraneo al sequestro della nave avvenuto lo scorso 2 agosto nel porto di Lampedusa. La giovane ONG – fondata nel 2015 da un gruppo di ragazzi tedeschi per salvare i migranti nel Mediterraneo, ma soprattutto come gesto di richiesta attiva ai governi d’Europa di creare un servizio pubblico di salvataggio, come era stato Mare Nostrum – è assurta alla cronaca per le accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina che hanno portato al sequestro preventivo dell’imbarcazione e all’odierna sentenza che tale sequestro conferma.
Dalla nascita di Jugend Rettet (gioventù che salva) al crowdfunding attivato nel 2016 per comprare il vecchio peschereccio poi rinominato “Iuventa” (gioventù); dai quindici giorni della prima missione in mare aperto, in cui vengono salvati più di duemila naufraghi, al rientro dei giovani a Berlino; dal viaggio in Sicilia per ritrovare i ragazzi salvati sei mesi prima fino al sequestro dell’agosto dell’anno scorso, il film è un viaggio intenso e toccante scandito dalla narrazione del regista.
Il documentario attraversa la vita sulla barca, le speranze e i timori dei ragazzi della ONG, il ritrovamento dei barconi, l’imbarco dei naufraghi, l’incontro con la morte. Ma il film non si ferma alla vita in mare, segue i ragazzi della Jugend Rettet prima a Berlino poi in Croazia, in Sicilia e a Malta, per investigare e raccontare il gesto utopico di questi ragazzi europei, le profonde istanze che lo hanno motivato e il drammatico scontro con la realtà.
Nel giorno dell’attesa sentenza Michele Cinque commenta così il verdetto della Prima Sezione Penale della Cassazione che ha confermato il sequestro: “E’ paradossale che durante una crisi umanitaria di tali proporzioni, dopo otto mesi di sequestro preventivo e ancora nessuna accusa mossa ai giovani della Jugend Rettet e dopo il dissequestro della Proactiva, la Iuventa rimanga ferma nel porto di Trapani. Solo nell’ultimo weekend sono stati salvati oltre 1400 migranti che hanno scelto di tentare la roulette russa del Mediterraneo pur di scappare dalla Libia, Paese in cui la stessa Onu ha riconosciuto gravissime violazioni dei diritti umani, e non si conoscono i numeri esatti di chi ha perso la vita in mare nelle ultime ore in seguito all’ennesimo naufragio al largo di Sabratha. Pur essendo una fase indiziaria del processo, in quanto l’indagine della procura di Trapani è ancora in corso, per chiunque conosca la situazione nel Mediterraneo centrale è scontato che ci sia bisogno della Iuventa e delle altre navi delle Ong per far fronte all’emergenza in mare ma anche per testimoniare cosa sta succedendo laggiù”.
“Le Ong non hanno mai rappresentato la soluzione al problema ma hanno fatto fronte al drammatico vuoto lasciato dalle autorità europee nel Mediterraneo dopo la chiusura di Mare Nostrum. Oggi più che mai è necessario un nuovo Mare Nostrum, altrimenti ci renderemo colpevoli di quello che sta succedendo nel Mediterraneo.”