Se si pensa a un balletto classico che continua a esercitare il suo fascino inalterato, la mente corre immediatamente a Il lago dei cigni di Čajkovskij, composto nel 1875, primo dei tre capolavori realizzati nella Russia imperiale su coreografie di Petipa-Ivanov che fra amore, inganno e tradimento racconta la tormentata storia d’amore tra la principessa Odette, trasformata ogni notte in un cigno bianco dal malvagio mago Rothbart, e il principe Sigfried che promette di liberarla.
Nonostante sia contraddistinto da un’estetica inconfondibile, fra simmetrie e tutù, Il lago dei cigni si presta anche perfettamente a ogni tipo di variazione e adattamento (saccheggiato anche per il cinema con Il cigno nero di Aronosfky), come accade nella nuova coreografia di Luigi Martelletta, che ha avuto una lunga e luminosa carriera come ballerino al Teatro dell’Opera di Roma e che adesso firma anche la regia del suo personale Lago dei cigni della Compagnia Nazionale Raffaele Paganini che arriva in scena al Teatro Brancaccio di Roma, per la data unica di sabato 28 aprile (ore 18).
Insomma se i classici sono immortali, immortali e universali sono anche i sentimenti che li muovono, ma solo chi conosce bene il balletto ha anche la facoltà di poterlo “modificare”: obiettivo di Martelletta, che conosce perfettamente il Lago, affrontato tante volte in carriera, è anche di avvicinare il pubblico al balletto attraverso una versione particolarmente “snella” per traghettarlo (in un futuro non troppo lontano9 alla versione classica.
Dimenticate quindi Il lago dei cigni tradizionale: la versione di Martelletta è moderna, essenziale, ballata sulle punte, e intende mantenere inalterata la gamma di sentimenti che il balletto si porta dietro, nonostante alleggerisca di molto la drammaturgia classica sfondandola di buona parte della pantomima e di quello che potrebbe apparire come manierista.
Martelletta lavora su un effetto d’insieme, dinamico e leggero che non tradisce lo spirito di Čajkovskij offrendo tutta la sua riconoscibilità nelle presenza dei cigni, negli attesi passi a due, nei valzer di gruppo e nelle danze di carattere.
Più reali anche la scenografia e i costumi, lineari e contemporanei (modificati anche i tutù dei cigni), che intendono però non tradire lo spirito del Lago, ma mantenere inalterato tutto il suo spirito neoclassico e la sua bellezza assoluta. Fantasia e realtà si mescolano in un allestimento che vede i nomi di Sara Loro e Marco Marangio dal Teatro dell’Opera di Roma che interpreteranno i ruoli principali di Odette e Sigfried. Biglietti da 28,50 euro, info su 06 80687231, teatrobrancaccio.it.