L’ultima sigaretta di Borsellino al Teatro Furio Camillo
L’ultima sigaretta di Borsellino al Teatro Furio Camillo. Il testo, frutto di un’accurata e documentata ricerca su articoli di giornale, libri, dichiarazioni e interviste dello stesso Borsellino, ricostruisce una delle pagine più tragiche della storia italiana post bellica, una ferita lacerante che ancora oggi sanguina. Ma la mafia non ha vinto.
La loro morte non è stata vana. Anzi, la barbara uccisione dei due magistrati è un ricordo vivo, ha inciso nel sangue la parola giustizia e aperto le menti e i cuori sul senso civico del dovere etico, tracciato il cammino della giustizia. Non erano eroi, né volevano esserlo.
Erano, semplicemente, uomini, consapevoli dell’esistenza del male e della necessità che quel male andava combattuto ad ogni costo.
“È bello morire per ciò in cui si crede – scriveva Borsellino – Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”. La parola drammaturgica di Pellecchia mette al bando la retorica; è la cronaca vera degli ultimi giorni di un uomo coraggioso alla ricerca della verità e in corsa contro il tempo. Il suo credere nei valori è l’eredità che ci lascia e che fa sì che la sua assenza diventi una presenza rumorosa.