La prima volta che la Compagnia Stabile del Teatro Govi affrontò questo testo, il titolo scelto fu: “L’importanza di essere Ernesto”. Ora, in questa nuova versione, il titolo è stato modificato nella sua versione più diffusa, vale a dire: “L’importanza di chiamarsi Ernesto”.
Secondo il criterio registico che caratterizza le produzioni della Compagnia, pur rimanendo fedeli al testo e alla sua collocazione temporale, si è voluto personalizzare lo spettacolo sia attraverso le scenografie, che come sempre non “ricostruiscono” gli ambienti, ma vi alludono, sia attraverso una caratterizzazione particolare di alcuni personaggi che normalmente sono sullo sfondo della vicenda.
Così Lane, il cameriere di Algernon, diventa una Helen svagata e insoddisfatta della propria condizione, mentre Merriman, quello della casa di campagna di Jack, è ora una Mary formale, ma palesemente in dissenso con lo stile affettato dell’epoca.
A sua volta il reverendo Chasuble, pur rimanendo un pastore di anime timido e insicuro, si abbandona a volte a improbabili giochi di prestigio.
Il tutto, naturalmente, senza minimamente perdere di vista l’immancabile à plomb anglosassone, che rende ancor più divertenti le situazioni, le battute e quell’atmosfera di “lucida assurdità” che fanno di quest’opera il capolavoro di Oscar Wilde.
“L’importanza di chiamarsi Ernesto” è stato espressamente scelto per celebrare i primi dieci anni di vita della Compagnia Stabile del Teatro Govi, nel ricordo sempre vivo di Mario Alessandri.
“L’importanza di essere Ernesto”, titolo originale: “The importance of being Earnest”, titolo che contiene un gioco di parole intraducibile in italiano, dal momento che la parola earnest (onesto) in inglese si pronuncia come Ernest (Ernesto, appunto) fece la sua prima apparizione su un palcoscenico londinese il 14 febbraio 1895.
Jack è un nobiluomo che per sfuggire alla monotonia della vita di campagna si lancia nella mondanità della capitale, facendo credere di avere un fratello di nome Ernesto che conduce una vita dissoluta. Algernon, un esponente della nobiltà, oramai in declino, gli è compagno e a sua volta si è creato un amico invalido di nome Bunbury, che deve andare a trovare ogniqualvolta si crea una situazione che non gradisce.
Jack è innamorato di Gwendoleen, figlia della rigida Lady Augusta Bracknell, che, nel corso di un vero e proprio interrogatorio allo spasimante, viene a scoprire essere un trovatello. Jack è il tutore della giovane Miss Cecily, nipote di Mr Thomas Cardew, padre adottivo dell’uomo, della quale si innamora a sua volta Algernoon.
Da questi presupposti si snoda un divertente intreccio che porta a un imprevedibile finale di uno spettacolo dalla comicità molto garbata, ma non per questo meno esilarante, con incursioni nel nonsense e nel paradossale, che fanno de “L’importanza di chiamarsi Ernesto, una tra le commedie più apprezzate e rappresentate al mondo.
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di O. Wilde
regia Ivaldo Castellani
Interpreti: Claudia Ambrosini, Andrea Canzio, Max Gaggino, Rosa Nicoletti, Roberta Ottonello, Monica Pesaresi, Riccardo Ranno, Elsa Salvarezza, Santina Spanò
Aiuto regia: Santina Spanò
Assistente alla regia: Claudia Ambrosini
Scene e assistenza tecnica: Manuel Zucchini/Canegiallo Entertainment
Produzione: Compagnia Stabile del Teatro Govi
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Sabato 19 maggio ore 21
al Teatro del Collegio Emiliani, Via Provana di Leyni 15, GENOVA NERVI
Prezzo intero: € 10. Prezzo ridotto (tesserati UILT, FITA, MY TREKKING e CRAL), : € 8
Per prenotazioni: chiamare il 370 11003606 o il 338 7779719 oppure scrivere una mail a info@rassegnanervi@gmail.com