Leonardo Di Caprio, attore e produttore hollywoodiano, da sempre sensibile all’ecologia ed al benessere del nostro pianeta, è conosciuto ai più per i suoi eccezionali se non superbi ruoli in film come Titanic, dove ha interpretato il giovane Jack Dawson innamorato di una giovanissima Kate Winslet, o per ruoli come quelli di Howard Hughes in The Aviator, dell’estrattore Dom in Inception, senza parlare dell’esagerato Jordan Belfort in The Wolf of Wall Street e del magnanimo Jay Gatbsy ne Il Grande Gatsby.
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Ruoli diversi, spesso agli antipodi nella linea che conduce dal bene al male, dalla povertà alla ricchezza più sfrenata, incarnando emozioni che toccano tutto lo spettro dell’umano e del possibile vissuto corporeo; interpretazioni che lo hanno visto cimentarsi in pratiche estreme quali il mangiare carne cruda d’animale, l’entrare in una carcassa o l’essere ricoperto di formiche, azioni fondamentali per vivere totalmente la realtà del trapper Hugh Glass in Revenant, film che gli ha garantito l’Oscar e la fama che solo un grande attore può richiamare intorno alla sua Opera.
Leonardo Wilhelm Di Caprio nasce l’11 Novembre 1974 a Los Angeles, il numero del giorno di nascita: 11, e del mese: 11, è un numero che in Numerologia (la scienza simbolica che studia la realtà esaminando i numeri che la compongono) ci parla di quelle persone che sono in grado di produrre una realtà a partire dalla propria esperienza e dal proprio riflettere scendendo nelle profondità del mondo emozionale e del dolore che diviene nelle loro mani qualcosa da mostrare e di cui parlare. La sua scelta di vita nel campo della recitazione non accade per un caso: Leonardo, nome italiano i cui doni sono stati raccolti già da altri artisti, è un nome che ci parla di creatività, arte, stravaganza poiché è governato e diretto dal numero 39/3; Leonardo è un mondo in cui la capacità di vedere la realtà da un altro punto di vista diviene un tesoro condiviso con tutti gli altri, potremmo dire che questo nome è stato scelto dall’attore stesso quando scalpitando nella pancia della mamma ha fatto sentire la sua prima presenza di fronte al dipinto di un altro grande e umanitario Leonardo [Da Vinci] dinnanzi a cui era la madre. Questo nome si muove nella profondità, unendo solarità e vulnerabilità, comunione e solitudine, suscitando così in chi lo incontra emozioni ancestrali, memorie, attimi sospesi. Quanti di noi a pensarci, per quanto composti, si sono emozionati di fronte a scene quali quella del sacrificio estremo di Jack Dawson per amore di Rose? E davanti a quell’ultima parola detta prima di morire: “Deasy” ne Il Grande Gatsby?
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Ho ancora i brividi e non è un caso, lui muove la profondità e dalla profondità attinge, nato per mostrare l’emozione, nato per essere ciò che nell’ombra e nel cuore di ognuno di noi si muove, risiede nel posto che gli era destinato per mostrare a tutti noi qualcosa di grande con creatività, ricerca, serietà, responsabilità.
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Ci siamo domandati quasi con rabbia perché Leonardo Di Caprio non fosse stato candidato o non avesse vinto l’Oscar già nei panni di Filippo ne La Maschera di Ferro, di Billy in The Departed e negli importantissimi ruoli già qui citati, e una delle risposte è sicuramente quel numero 7 presente nella sua data di nascita come Destino, che di sé afferma: “Il Destino spacca il secondo, e neanche un secondo prima che il disegno sia compiuto accade ciò che deve accadere”. Chi nasce con un Destino 7 è portato allo sperimentare i vertici della perfezione, al comprendere come uno degli insegnamenti base di questa realtà sia quello di dare il meglio di sé fino all’estremo sforzo.
Siamo sicuri che Leonardo Di Caprio nei ruoli precedentemente svolti (prima di Revenant) fosse realmente soddisfatto del suo lavoro? Il 7 afferma: “Solo e soltanto nel momento in cui incarnerai il Maestro questo ti verrà riconosciuto”, e non c’entrano gli altri, è un vincere con te stesso, e infatti proprio il 28 febbraio 2016, in un giorno personale 7, come il suo destino, in un giorno universale 3, come il suo nome, Leonardo Di Caprio vince alla sua sesta nomination il suo primo Oscar, un caso?
Noi non crediamo, e a confermarlo: un discorso profondamente consapevole sulle sorti del Pianeta, manifestazione visibile del significato più profondo del numero 39/3, nel giorno che risuonava del suo destino e del suo nome.