Questo è il mio nome, che vede in scena cinque attori rifugiati, dopo decine di repliche in tutta Italia sarà riproposto là dov’è nato, tre anni fa, con il sostegno di SPRAR Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, Comune di Reggio Emilia e Dimora d’Abramo.
«Questo gruppo è nato nel 2015. I nostri attori, insieme a molti altri che frequentavano il laboratorio, erano arrivati da poco e si trovavano nella condizione di “richiedenti asilo”. Allora la memoria degli sbarchi, del grande viaggio dai paesi in guerra attraverso il deserto, l’inferno della Libia e poi le carrette del mare erano ferite aperte»: Bernardino Bonzani introduce la genesi di Questo è il mio nome, spettacolo del Teatro dell’Orsa con attori rifugiati che martedì 19 giugno alle ore 21.30 sarà in scena al Parco Cervi di Reggio Emilia, in apertura delle iniziative che la città dedica alla Giornata Mondiale del Rifugiato che sarà celebrata il giorno seguente.
«“Voi siete felici?” è la prima domanda rivolta al pubblico» spiega Annamaria Gozzi, collaboratrice alla drammaturgia dello spettacolo «E dalla parola felicità parte la trama dei racconti. I cinque attori sul palco non danno voce solo alle loro storie, sono portatori narranti di migliaia di altri giovani rifugiati, anche di chi non ha mai toccato il suolo d’Europa. Momenti felici, memorie e canti d’infanzia, amori, paure, sogni di futuro, tutto questo da agganciare a una nuova lingua. Da Mali, Gambia, Costa d’Avorio e Nigeria sul palco si srotolano le orme di Odissei in viaggio».
Questo è il mio nome è da circa tre anni in tour in tutta Italia. Ha ricevuto, tra l’altro, il Premio del Pubblico al Festival di Resistenza, Premio Museo Cervi – Teatro per la Memoria a Gattatico (RE), è stato selezionato al Festival I Teatri del Sacro 2017 e ha ottenuto l’attenzione di numerosi media nazionali: «Uno spettacolo è vivo se continua a evolversi, ad arricchirsi. Per Questo è il mio nome a ogni rappresentazione modifichiamo battute, proviamo a costruire nuove scene» aggiunge Bernardino Bonzani «Questo accade grazie ai cinque attori che hanno scelto di continuare l’esperienza teatrale inizialmente vissuta come richiedenti asilo. Lo fanno oggi in una veste di lavoro professionale in teatro. Dopo ormai più di quattro anni di vita in Italia, ciascuno di loro ha studiato, si è integrato nella lingua, nel lavoro e nelle amicizie».
«Viviamo un tempo buio, di sguardi torvi, di sospetti che accendono paura, di chiusure, di perdita di umanità. Non ci salveranno i fili spinati, per tessere futuro occorre un filo nuovo, limpido, che intreccia ascolto e memoria, che porta al riconoscimento dell’altro come risorsa e non come fardello. Il teatro è una zattera di senso, porta frammenti di noi dal passato e dall’altrove, prova ad allenarci alla vita, nella complessità, nella fragilità di cui tutti siamo impastati. Il teatro fa lo sgambetto ai pregiudizi, alla propaganda, alle parole urlate e con un soffio ci mette davanti alla verità nuda. Ogni vita è una vita e ogni vita vale» conclude Monica Morini, che insieme a Bernardino Bonzani firma ideazione e regia dello spettacolo «Sono stati migliaia gli spettatori colpiti dall’autenticità di questi racconti, che abbracciano la vita nella profondità e nella leggerezza. Un’avventura necessaria, in un tempo di muri e pregiudizi, che ha toccato i teatri all’italiana, i Festival, le piazze e le scuole. Dalla Sardegna al Piemonte, dalle Marche al Trentino. E che ancora continua a camminare».
Questo è il mio nome vede in scena gli attori rifugiati del progetto Sprar di Reggio Emilia Ogochukwu Aninye, Djibril Cheickna Dembélé, Ousmane Coulibaly, Ezekiel Ebhodaghe e Lamin Singhateh.
Al termine dello spettacolo, presentato con il sostegno di SPRAR Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, Comune di Reggio Emilia e Dimora d’Abramo, il pubblico potrà dialogare con attori e registi.
Ingresso libero e gratuito.
Il Parco Cervi si trova in Piazzale Fiume a Reggio Emilia.
Info sulla Compagnia: http://www.teatrodellorsa.com/