opera prima di Ana Asensio
[USA 2017, 87 minuti]
con Ana Asensio, Natasha Romanova, David Little, Nicholas Tucci, Larry Fessenden, Caprice Benedetti
www.exitmedia.org/portfolio/most-beautiful-island/
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Gran Premio della Giuria al SXSW (South by Southwest) Film Festival 2017
Miglior Film al Sidewalk Film Festival 2017
Menzione Speciale Miglior Opera Prima al London BFI 2017
Selezione Ufficiale Sitges 2017
Selezione Ufficiale 35º Torino Film Festival 2017
Nominato agli Independent Spirit Awards 2018
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Distribuzione EXIT media
Federico Sartori e Iris Martín-Peralta
exitmedia.info@gmail.com
3405529271 / 3805908856
facebook ExitMediaDistribuzione / twitter @EXITmedia
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CAST ARTISTICO
ANA ASENSIO – Luciana
NATASHA ROMANOVA – Olga
DAVID LITTLE – Doctor Horowitz
NICHOLAS TUCCI – Niko
LARRY FESSENDEN – Rudy
CAPRICE BENEDETTI – Vanessa
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CAST TECNICO
REGIA E SCENEGGIATURA Ana Asensio
EXECUTIVE PRODUCERS Peter Phok, Jose Maria Garcia, Ahmet Bilgen, Selim Cevikel, Christopher Todd, Gill Holland
PRODUTTORI Jenn Wexler, Chadd Harbold, Larry Fessenden, Noah Greenberg, Ana Asensio
FOTOGRAFIA Noah Greenberg
MONTAGGIO Francisco Bello
SUONO Jeffery Alan Jones
MUSICA Jeffery Alan Jones
DISTRIBUZIONE USA Samuel Goldwyn
DISTRIBUZIONE UK Bulldog Films
DISTRIBUZIONE ITALIA EXIT MEDIA
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SINOSSI BREVE
Il film ruota intorno a Luciana, una giovane spagnola da poco arrivata a New York e in fuga dal proprio passato. Sola e senza documenti, il suo unico scopo è trovare un modo per guadagnare quel tanto che le permetta di sopravvivere nella Grande Mela. Un giorno riceve una proposta economicamente irrifiutabile. Le vengono offerti 2.000 dollari per andare ad una festa “esclusiva” vestita elegante: nessun contatto fisico, dovrà solo “reggere il gioco” degli ospiti. Luciana accetta ma la festa conduce ad una stanza misteriosa: la suspense va oltre ogni immaginazione.
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SINOSSI LUNGA
Most Beautiful Island è un titolo ironico e disincantato. Il film inizia con delle immagini che ritraggono alcune donne che compongono la fitta massa umana che ogni giorno popola i grattacieli di Manhattan. Donne dalle identità sconosciute, animate da un’incredibile audacia, pronte a tutto pur di sfondare in un mondo impietoso e quanto mai competitivo. Tra loro si scorge Luciana (interpretata dalla stessa Asensio), una giovane spagnola con alle spalle un passato tumultuoso e un incidente traumatico che cerca di dimenticare ad ogni costo. Ma sopravvivere alla frenetica vita newyorkese non è semplice. Luciana lo sa, per questo accetta ogni tipo di lavoro pur di sbarcare il lunario nella Grande Mela. Un giorno la sua amica Olga, con cui Luciana condivide tutti i giorni le difficoltà lavorative, le chiede di sostituirla per un lavoro. Il compito sembra piuttosto semplice e l’offerta economica assolutamente allettante: basta presentarsi ad una festa “esclusiva” ben vestita e riceverà un compenso di 2.000 dollari, molto di più delle miserabili cifre a cui Luciana è abituata. Sembra quasi troppo bello per essere vero e Luciana mostra non poche perplessità, ma l’amica la tranquillizza spiegandole che non è previsto alcun contatto fisico con nessuno, dovrà solo limitarsi a “reggere il gioco” degli ospiti.
Così, Luciana inizia a seguire scrupolosamente tutte le indicazioni che le sono state date fin nei minimi dettagli. Ma quando arriva alla misteriosa location in cui si svolgerà la festa tanto attesa, la giovane protagonista dovrà fare i conti con una stanza ambigua ed estremamente inquietante. Da questo momento, per Luciana e le altre donne che come lei hanno accettato l’incarico assegnatole, ha inizio un incubo che va oltre ogni tipo di immaginazione possibile.
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Most Beautiful Island è l’esordio alla regia della giovane e talentuosa Ana Asensio che dopo essere stata attrice di numerosi film e serie televisive decide di passare dietro la macchina da presa.
Girato in 16mm, con una macchina da presa agile, scarse risorse ma molta audacia. l’Asensio, infatti, dimostra un’ottima padronanza del linguaggio filmico, sapendo dosare con cautela diversi elementi: dal suono, che lascia sempre fuori campo, alla suspance che scandisce l’incedere narrativo del film.
Vincitrice del Premio speciale della giuria all’ultimo SXSW di Austin (Stati Uniti), la regista cala nella sceneggiatura molti passaggi da lei vissuti in prima persona quando era un’immigrata in un paese decisamente poco accogliente. Gli spunti biografici aiutano l’edificazione del climax narrativo che caratterizza la pellicola, facendosi metafora socio-politica di un dramma (quello del lavoro e della crisi economica) che ci attanaglia sempre di più.
Di matrice “loachiana” – evidente nell’intento filmico – Most Beautiful Island, oltre ad essere uno dei film più significativi del circuito indipendente internazionale, è un’incisiva parabola sullo sfruttamento dei più deboli.