Dopo il memorabile Hänsel und Gretel del 2017 e il Die Zauberflote del 2016, l’Accademia del Teatro alla Scala porta in scena quest’anno Alì Babà e i quaranta ladroni, ultima opera composta da Luigi Cherubini all’età di 73 anni.
L’opera presenta un’impalcatura imponente e variegata e, seppur lontana per ispirazione dalla Mèdée che rese immortale il maestro fiorentino, contiene al suo interno contaminazioni diverse, a cavallo tra il gusto di quegli anni – già molto diverso da quello del maestro fiorentino – e una sorta di nostalgia per i suoi anni di grandi successi. Andò in scena per la prima volta a Parigi nel 1833, anche se la versione a cui abbiamo assistito è quella italiana curata da Nino Sanzogno per il Piermarini nel 1963.
Il libretto (quello originale, in francese, è a firma di Mélesville e Eugéne Scribe) si discosta nettamente dalla favola tradizionalmente ricondotta alla raccolta de Le mille e una notte, inserendo un personaggio – il giovane innamorato – che nella fiaba non esiste e trasformando il falegname Alì Babà in un ricco mercante avido ma in fondo un po’ grottesco, e quindi comico.
Liliana Cavani, che ha curato la regia, fa aprire il sipario durante la sinfonia iniziale, su una biblioteca dove due studenti si scambiano messaggi d’amore. Studenti che, all’inizio del prorogo, diventeranno i due protagonisti delle vicende fiabesche, in uno spazio senza tempo.
Possiamo dire che l’unico spiraglio vagamente innovativo sia stato questo. Per il resto la regia è tradizionalmente didascalica, seppur funzionale e perfettamente aderente al libretto, come le scene di Leila Fteita, che ci hanno stupiti solo nel quarto atto, alla comparsa del palazzo di Alì Babà: più per l’imponenza e la sontuosità delle architetture che per qualche tipo di idea peculiare.
Anche sul fronte della concertazione, il maestro Paolo Carignani si è attenuto ad un classico esercizio di stile, con una lettura filologica, equilibrata e precisa, ineccepibilmente eseguita dall’orchestra dell’Accademia scaligera.
Insomma, diversamente da quanto avevamo potuto godere gli anni scorsi con il Progetto Accademia, quella di quest’anno è una rappresentazione fortemente ancorata alla tradizione, senza alcuna spinta innovativa, pur nella compostezza di una precisa e godibile esecuzione.
Il cast si è rivelato perfettamente all’altezza della situazione, a partire da Riccardo Della Sciucca nel ruolo di Nadir, vera rivelazione della serata, che si è distinto per il timbro morbido e la potenza vocale pur mai senza controllo, in un raro quanto godibile mix di talento canoro e presenza scenica.
Brava anche Francesca Manzo, nel ruolo di Delia, che ci ha regalato momenti intensi soprattutto nel terzo atto, ma ha gestito con qualche difficoltà i più difficili passaggi di registro.
Alexander Roslavetes non ci ha convinto del tutto nella prima parte, pur recuperando sicurezza nella sua interpretazione dopo l’intervallo: qualche fraseggio non proprio cristallino e una tessitura non sempre morbida sono state compensate da ottime doti interpretative.
Ineccepibile il coro dell’Accademia, diretto dal maestro Alberto Mallazzi.
A fine recita applausi tiepidi, da un teatro non proprio gremito.
———-
Alì Babà e i quaranta ladroni
Luigi Cherubini
Coro e Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala
Allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia del Teatro alla Scala
Nuova Produzione del Teatro alla Scala
Direttore |
Paolo Carignani |
Regia |
Liliana Cavani |
Scene |
Leila Fteita |
Costumi |
Irene Monti |
Luci |
Marco Filibeck |
Coreografia |
Emanuela Tagliavia |
CAST |
|
Alì Babà |
Alexander Roslavets (1, 5, 14, 19, 25 sett.) Paolo Ingrasciotta (3, 9, 17, 21, 27 sett.) |
Delia |
Enkeleda Kamani (3, 9, 17, 21 sett.) Francesca Manzo (1, 5, 14, 19, 25, 27 sett.) |
Morgiane |
Alice Quintavalla (1, 3, 5, 14, 19, 21, 25 , 27 sett.) Marika Spadafino (9 e 17 sett.) |
Nadir |
Riccardo Della Sciucca (1, 5, 14, 19, 25, 27 sett.) Hun Kim (3, 9, 17, 21 sett.) |
Aboul-Hassan |
Maharram Huseynov (3, 14, 21, 25 sett.) Eugenio Di Lieto (1, 5, 9, 17, 19, 27 sett.) |
Ours-Kan |
Rocco Cavalluzzi (3, 9, 14, 17, 21, 25 sett.) Maharram Huseynov (1, 5, 19, 27 sett.) |
Thomar |
Gustavo Castillo (1, 5, 9, 14, 17 sett.) Lasha Sesitashvili (3, 19, 21, 25, 27 sett.) |
Calaf |
Chuan Wang |
Phaor |
Ramiro Maturana |