Ci sono sempre falsi profeti. Ma nel caso della psichiatria è la profezia stessa ad essere falsa, nel suo impedire, con lo schema delle definizioni e classificazioni dei comportamenti e con la violenza con cui li reprime, la comprensione della sofferenza, delle sue origini, del suo rapporto con la realtà della vita e con la possibilità di espressione che l’uomo in essa trova o non trova.
“Follia/Delirio in scritti”
Il Teatro Patologico ricorda i quarant’anni della legge Basaglia portando in scena al Teatro Franco Parenti lo spettacolo “Tutti non ci sono”.
Dario D’Ambrosio, autore e interprete dello spettacolo, ha fondato a Roma il Teatro Patologico, associazione con un proprio teatro dove si svolge la Prima Scuola Europea per la formazione teatrale di ragazzi disabili psichici.
La produzione del Teatro Patologico ha girato l’Europa, Rio de Janeiro e New York ricevendo plauso e ammirazione per la sua particolare ricerca, ovvero, come far dialogare il teatro e il disturbo mentale.
Una ricerca dove il teatro torna ad avere, finalmente, un reale valore sociale. Diventando uno strumento per quella comunità emarginata, invisibile, ma piena di vita che ha la necessità di conoscersi e di farsi conoscere.
Altro che scuole di recitazione, andate nelle cliniche psichiatriche e troverete dei grandi e inconsapevoli artisti accomunati da una tremenda sensibilità e dall’incapacità d’integrarsi.
L’idea di utilizzare l’arte teatrale come strumento di terapia per la disabilità psichica è audace e meravigliosa perché finalmente il teatro torna ad essere un luogo d’umanità e confronto, nel bene e nel male, per le persone.
Un’idea di teatro lontana dalle elucubrazioni del critico, dai narcisismi dell’attore e dall’intellettualità sterile di certi autori.
Vi immaginate un maniaco-depressivo in carenza di Litio declamando la parte di Sigismondo ne “La vita è un sogno” fuori da un autogrill? Questo è grande teatro.
In “Tutti non ci sono” D’Ambrosio ghermisce l’indifferente spettatore per trascinarlo nella scena, coinvolgendo tutti nel dialogo e nelle sue azioni da picchiatello.
Siete un po’ stanchi di questo teatro intellettuale, borghese, accademico e farisaico?
Andate a vedere/partecipare a “Tutti non ci sono” ma soprattutto, interessatevi dell’associazione Teatro Patologico, ne vale davvero la pena.