Mauro Tiberi e il gruppo vocale Kairos accendono le luci dell’Auditorium Parco della Musica di Roma attraverso vocalità misteriche ed una presenza scenica splendente. Entrando lo spettatore non sa, o forse già sì, che di lì a poco la sala del Teatro Studio Borgna diventerà un fondale oceanico nelle cui profondità il canto armonico, la danza dei giri, la sonorità portata creerà una dimensione sospesa in cui eco lontane, spiriti dionisiaci, menadi estatiche vibreranno nella meraviglia virtuosa di un’arte antica il cui corpo è altare sacrificale, paesaggio attraversato, archetipo ancestrale, richiamo sottile; invito al trascendere in un abbandono totale di godimento e libagione.
Mauro Tiberi appare come una voce fuori dal coro che del suo corpo fa tempio, estensione di un’Anima che si contorce, si espande, si allunga sempre di più fino a condurci alle porte di uno strappo che mai avviene spostandosi di un po’. Ascoltandolo ci si chiede se ci possa essere un limite alla maestria che sceglie di svuotarsi e aprirsi alla piena natura del suono che sfugge, e origina nello spazio e nel tempo del respiro e delle membra che si aprono, si abbassano, si piegano a ciò che la potenza dell’inespresso chiede, per potersi incarnare e così divenire potenza reale.
Seguendo la musica che ci viene donata attraversiamo diversi luoghi: essi ci parlano di zone nascoste nel cuore dell’Occidente che trovano nell’Oriente la propria madrepatria, ci parlano della sua bellezza misteriosa, simulacro di notti e di albe indicibili tra le cui trame scorgiamo delicatezza e forza, liberazione e silenzio, resistenza e arresa. Vi è qualcosa di sacro nel modo in cui questo canto nasce e si adagia tra le note di un sassofono, nei battiti di una percussione, tra le mani di un pianista; i suoi salire e scendere, le sue contrazioni ed espansioni ci portano a vivere immaginari molteplici che nel corso della serata si danno il cambio. Passiamo dal Jazz, al Blues ai battiti animali delle pratiche sciamaniche, toccando la psichedelia e i canti di oratori e mistici che al mattino e nella notte cantavano il tutto al beato nulla. E tutto questo è possibile grazie ad una piena consapevolezza dei musicisti Bob Salmieri, Gianluca Bacconi, Alex Barberis che conoscono perfettamente il senso più profondo di ciò che stanno andando a creare sul palcoscenico.
Il gruppo vocale Kairos nello sfondo si affida e accompagna il viaggio a cui Mauro Tiberi li invita, e in questo Laura Desideri spicca come contraltare femminile la cui voce nitida è una lama di piaceri e perdizione. Non c’è maschera né nell’uno nell’altro canto, ciò che portano è ciò che li fa vibrare di un’unica vivificante armonia, dandosi il permesso di farla rivivere in chi li ascolta. In ultimo ma non per bellezza Mauro Tiberi e il gruppo Kairos ci fanno un altro regalo: le linee della musica, e le sue rotture, sono per noi danzate in questa splendida cornice da Giorgia Alma Vicenti che, con la sua arte, dà forma e spessore a ciò che andiamo ascoltando attraverso movimenti bilanciati, sinuosi, radicati. Un ringraziamento quindi a questa sinergia di incanto, mistero ed euforia, e che l’entusiasmo donatoci possa sempre accompagnarvi.
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Credits
Voci soliste Mauro Tiberi, Laura Desideri, Giorgio Mortini
Coro Tiziana Cesarini, Diletta Borromeo, Patrizia Zuccaro, Michela Nicolucci, Francesca Novelli, Mascia Minghetti, Mara Curetti
Bassi Mauro Tiberi
Baglama, nay, sax soprano Bob Salmieri
Pianoforte, fender rodhes, analog sinth Gianluca Bacconi
Percussioni Alex Barberis
Danza estatica dei giri Giorgia Alma Vicenti