“Una vera tradizione non è la testimonianza di un passato concluso, ma una forza viva che anima e informa di sé il presente”. Così il compositore russo Igor Stravinskij, che pur essendo un cultore della tradizione fu in realtà tra i più straordinari innovatori della musica classica. E questa non sembri un’incoerenza: la tradizione si conserva e si vivifica se la sappiamo innovare. Ed è quanto fa ormai da molti anni (prima a Torino, poi a Napoli, infine dal 2004 a Roma), con eccezionale maestria e rara qualità espressiva, la compagnia del Teatro San Carlino (fondata dai capostipiti Michele Vitiello e Vera Zamuner), indubbia protagonista di quell’arte di burattini e marionette che continua a far innamorare di sé il pubblico di tutte le età.
Tradizione e innovazione, questa la cifra stilistica degli spettacoli del San Carlino. E quello in scena proprio in queste settimane, la delicata avventura del “Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry (visibile ancora nelle giornate del 19, 20, 24, 26 e 27 gennaio), di questa perfetta fusione sembra esserne il manifesto. Lo si capisce già dalla scena: dal centro del palcoscenico diparte una passerella che taglia in due la sala, col pubblico messo ai lati, una parte di fronte all’altra. E lo conferma l’inizio dello spettacolo: musica techno, laser e luci stroboscopiche, proiezione di stelle e galassie su uno schermo (con una divertente citazione dell’ultranota serie tv di Star Trek) posto in fondo al palcoscenico, apparizione in controluce del Piccolo Principe (realizzato come un pupazzo di cartapesta alto come un bambino), e poi con l’ausilio di quinte mobili la creazione, sempre sul medesimo palcoscenico, della classica scatola del teatro di burattini.
Il Piccolo Principe del San Carlino si muove su un doppio binario: da un lato la forte spettacolarizzazione del racconto, con accenti da “viaggio tra le stelle” e soluzioni sceniche sorprendenti (come il personaggio del Geografo, rappresentato come un droide seduto di fronte a un tavolo da disegno con tecnigrafo, con gli occhi luminosi e quattro braccia), dall’altro il lavoro finissimo sul testo orientato a far emergere il carattere di educazione all’affettività, quel profondo significato dell’amicizia e dell’amore (mirabile e ispirato è il momento centrale del dialogo tra il protagonista e la Volpe Non Addomesticata, quello della celebre frase “non si vede bene se non il cuore”) che ha fatto la fortuna dell’opera letteraria.
Ma non sarebbe uno spettacolo del San Carlino se non ci fosse la consueta dose di divertimento. Da apprezzare, in questo senso, sono gli incontri del Piccolo Principe con l’Uccello Migratore, con il Serpente e con il Re (quest’ultimo rappresentato come un uomo-trono, con un costume che sembra un’installazione d’arte contemporanea), dove si enucleano gli aspetti più spassosi del testo. Tutta l’ultima parte, infine, è dedicata al rapporto tra il Piccolo Principe e l’Aviatore, ed è lì che s’impone il carattere più poetico della rappresentazione. Uno spettacolo eclettico, insomma, che utilizza robot e marionette, attori dal vivo e laser, supportata da un’importante colonna sonora (eclettica anch’essa, passando dagli Skrillex a Debussy, agli Who) e, ovviamente, dai sempre bravissimi attori e burattinai Caterina Vitiello, Emanuele Silvestri e Camilla Ribechi (per la regia di Luigi Saravo).
Il Piccolo Principe, insomma, è uno spettacolo davvero da non perdere. La stagione teatrale continua il 2-3 febbraio con il “Big Babol Circus” di Daniele Antonini, il 9-10 e 16-17 con “Il Carnevale degli animali”, il 23-24 febbraio e 2-3 marzo con la “Festa di Carnevale”. In marzo, nel weekend 9-10 c’è “Salviamo il mondo” con il mago Gigi Speciale, mentre in quelli del 16-17, 23-24 e 30-31 ritorna la compagnia del San Carlino con “Il Mago di Oz”. Nei mesi successivi, infine, il Mago Mancini (6-7 aprile) e la micro-big band Old Jazz Orchestra (4-5 maggio), mentre la compagnia del teatro sarà impegnata nei “Tre porcellini” (13-14, 20-21, 25-28 aprile, 1 maggio), nel “Brutto anatroccolo” (11-12, 18-19 e 25-26 maggio) e in “Cappuccetto rosso” (1-2, 8-9 e 15-16 giugno).