Metti un anomimo giovedì sera in città, metti la pioggia, metti che è gennaio, metti che hai lavorato e sei stanco.
Metti pure, però, una delle maggiori voci jazz in circolazione, metti uno degli idoli delle folle indie, e metti pure un’orchestra di 40 elementi. Che fai? Resti a casa?
È successo ieri, a Cosenza, al Tau (Teatro Auditorium Unical) dell’Università della Calabria a Cosenza.
Serena Brancale e Willie Pejote, accompagnati dall’orchestra del Dipartimento pop-jazz del Conservatorio Stanislao Giacomantonio hanno accompagnato gli appassionati in un viaggio di contaminazione musicale inusuale.
I maestri Alfredo Biondo e Giuseppe Oliveto hanno diretto i ragazzi del Conservatorio.
È una musica colta, piena, che riempie le orecchie della sala colma.
I due artisti si alternano tra pezzi jazz, R&B, funky, lasciando spazio anche al rap, soul e pop, proponendo successi noti, e nuovi pezzi.
In anteprima nazionale è stata presentata la nuova collaborazione tra i due: il pezzo si chiama “Tempo” e sarà inserito nuovo album della Brancale “Vita d’artista”
È un tifo da concerto a tutti gli effetti. Le dirette Instagram e Facebook fioccano e la Brancale scherza con la platea. Pugliese genuina, s’impadronisce della scena con le sue doti canore e musicali.
Il palco è suo quando si esibisce in uno stupefacente madley con i più noti pezzi di Lucio Dalla, con il sostegno esclusivo di voce, loopstation, batteria elettronica e tastiera. Trova posto nella sua esibizione anche un accenno ai Beales. Giochi di voci sovrapposte e virtuosismi entusiasmano il pubblico.
Importante il duetto con Nicola Pisani, docente del Dipartimento Jazz del Conservatorio di Cosenza. I due presentano il brano “Galleggiare”.
La Brancale e Willie Pejote collaborano, scherzano, duettano e si alterano, lasciando che il pubblico si goda le esibizioni stilisticamente distanti.
Lei Jazzista impeccabile, lui indie-repper provocatore, analista sociale, lucidamente critico, polemico. Entrambi ironici, artisti appassionati, competenti.
A musicare e arricchire il tutto l’orchestra del Conservatorio, pienamente all’altezza dei due artisti. Nuove leve calabresi che inorgogliscono una platea partecipe, entusiata, semplicemente felice. Perche la musica è felicità, e di questi connubi inusuali, sperimentali, forse azzardati, non ci stacheremo facilmente.