Due amori di lunga data che finalmente si incontrano: La Traviata e l’Arena di Verona. La Traviata è stata sicuramente una delle opere maggiormente frequentate da Zeffirelli nella sua lunghissima carriera di regista, scenografo e costumista, dal lontano 1958 quando l’affrontò per la prima volta a Dallas con Maria Callas, misurandosi giovanissimo con il padre artistico Visconti che l’aveva appena diretta nella celeberrima produzione scaligera; inoltre è noto lo strettissimo legame con Verona, a cui ha donato il suo tocco personale nel restyling di Piazza Bra, e soprattutto con l’Arena nei cui spazi, immensi e magniloquenti, ha prodotto allestimenti indimenticabili di Carmen, Aida, Il Trovatore, Turandot, Madama Butterfly, Don Giovanni e oggi finalmente l’attesissima Traviata. Attesissima non solo perché l’artista con questo titolo firmò una vera pietra miliare del genere, quella Traviata cinematografica del 1983 che ha segnato profondamente la storia dell’opera lirica sul grande schermo, ma anche perché tutte le Traviate di Zeffirelli hanno sempre incantato il pubblico mondiale in una continua rilettura, esteticamente ineccepibile ed emotivamente trascinante, del popolarissimo dramma verdiano. Giunge quindi la ‘sua’ Traviata in Arena e sarà davvero una somma sintesi di quel continuo lavorio intellettuale sul testo che ha accompagnato l’artista durante tutta la sua esistenza. Dunque una nuova Traviata, che è al contempo cronistoria di un lungo pensiero, d’immagini, colori e suggestioni sedimentate negli occhi e nei cuori del pubblico di mezzo mondo, tra citazioni, ricordi, continui ripensamenti di allestimenti lontani, quasi un’enciclopedia della riflessione stilistica zeffirelliana sull’amatissimo soggetto. Potremmo quindi definire questa Traviata areniana l’estrema sintesi di un leitmotiv wagneriano eternamente sospeso e a giugno 2019 finalmente compiuto.
A maggior ragione dunque una produzione importante, soprattutto per le giovani generazioni che non hanno potuto godere di persona dei grandi allestimenti del passato e che si troveranno di fronte ad un affresco che raccoglie in sé il florilegio di un pensiero raffinato dall’esperienza, sublimato da una lunghissima riflessione, documento storico ed estetico al contempo.
E tutti gli attori che hanno voluto questa Traviata, hanno con essa e il Maestro Zeffirelli un lungo percorso di affettuosa frequentazione professionale e personale: non solo la città di Verona, la cui piazza principale vive dei colori ideati dal Maestro fiorentino; il Festival areniano che vive in gran parte delle sue opere e che lo ha omaggiato nel 2010 con un cartellone che portava in ogni allestimento la sua firma, ma anche il Sovrintendente e Direttore Artistico Cecilia Gasdia, che il 9 dicembre 1984 a Firenze la cantò con Carlos Kleiber sul podio e Franco Zeffirelli alla regia, e il Vice Direttore Artistico Stefano Trespidi, che iniziò la sua lunghissima collaborazione con il Maestro proprio in Arena nel 1995 con Carmen; non ultimi tutti i lavoratori areniani, profondamente legati da affettuose esperienze di collaborazione col Maestro e che ne mantengono vivo ogni anno il messaggio artistico.
L’idea nasce già nel 2008 come suo grande desiderio personale per l’amore che ha sempre portato per Traviata ma solo oggi vede la luce dopo una lunga e complessa gestazione resa necessaria dall’importanza del titolo, del luogo, dalla trama di affetti e relazioni che attorno ad esso ruota, dall’esigenza di restituire davvero al pubblico quell’ultima essenza della perfezione, sempre cercata con caparbia determinazione dall’ultimo artista-artigiano del palco, vero ambasciatore della grande tradizione italiana nel mondo.
Massimo esperto del difficilissimo palco areniano, di cui conosce ogni insidia, con le sue enormità ed immense masse artistiche, ma anche fine interprete delle potenzialità di quello stesso spazio così prestigioso e intimorente, Franco Zeffirelli oggi aggiungerà dunque la sua settima produzione al ricco cursus honorum dell’Arena, che si accinge a raccontare la sua gloriosa storia in un ideale countdown verso il centesimo festival areniano stringendosi, in un grande abbraccio, ad i suoi più preziosi collaboratori di sempre.
Tra le autocitazioni che subito salteranno agli occhi del pubblico più attento, vale ricordare l’invenzione del sipario all’aperto presentato per la prima volta in occasione della Carmen areniana del 1995, l’amore per il coup de théâtre con un importante cambio a vista tra i due quadri del secondo atto e la presenza in scena del letto originale utilizzato nel film del 1983.
Il Sindaco di Verona Federico Sboarina, Presidente della Fondazione Arena di Verona, chiosa così l’evento: “Lo strettissimo legame che unisce il Maestro Franco Zeffirelli con l’Arena di Verona viene rinsaldato da questa nuova produzione de La Traviata, opera con cui Fondazione Arena ha deciso di inaugurare il Festival Lirico 2019. Si tratta di una scelta che vuole celebrare l’arte di questo straordinario regista, che ha saputo far conoscere e amare l’Arena nel mondo, e che proietta la Fondazione verso un futuro di grandi successi. La nuova Traviata del Maestro Zeffirelli sarà, nel mondo della lirica, uno degli eventi artistici del 2019. Un sentito ringraziamento va al Maestro che ha messo a disposizione la propria abitazione privata a Roma e la sede della sua fondazione a Firenze, per presentare questa Traviata, tra le produzioni più attese in ambito nazionale e internazionale”.
Cecilia Gasdia, Sovrintendente e Direttore Artistico della Fondazione Arena di Verona ricorda: “Nel 1984 il Maestro Zeffirelli mi sceglieva, giovane ragazza di 24 anni, per interpretare Violetta nel suo primo allestimento fiorentino di Traviata. Il suo ritorno a Firenze fu un evento sensazionale. Ed io oggi sono orgogliosa, emozionata, commossa e fortunata dopo 35 anni di potergli restituire il dono immenso che mi fece. Questa inaugurazione è un investimento pensato per garantire un grande futuro per Fondazione Arena perché sono certa che questa Traviata impreziosirà tante estati areniane nei decenni futuri come già avvenuto per tutti gli spettacoli di Franco Zeffirelli a partire dal 1995. Per una Fondazione come la nostra che ha sempre capitalizzato le produzioni più importanti, soprattutto quelle zeffirelliane, riproponendole come vero e proprio patrimonio estetico e culturale di Verona e dei tanti turisti che continuamente cambiano il volto al pubblico dell’Arena, anche questa Traviata aggiunge un importante capitolo al patrimonio della Fondazione i cui risultati si vedranno non solo nel 2019, ma per molti anni a venire.”
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