Era il 1983 quando la pellicola Flashdance sconvolse il mondo intero registrando un incredibile successo di pubblico e critica poi confermato dalla vincita del premio Oscar come migliore colonna sonora. Prodotto da Paramount Pictures e diretto da Adrian Lyne, il film racconta la storia di Alex Owens, una giovane ragazza che insegue con passione e tenacia il sogno di diventare una ballerina professionista nella cittadina di Pittsburgh. Entrata nell’immaginario collettivo dei ragazzi cresciuti negli anni ’80, la vicenda diventa un musical con le omonime canzoni del film sulle note vibranti di What a feeling, Maniac, I love rock ‘n’ roll, Man hunt e Gloria.
Dopo lo strabiliante successo riscosso l’anno scorso al Teatro Nazionale Che Banca! di Milano con circa 70.000 spettatori, la versione italiana di Flashdance prodotta da Stage Entertainment torna in cartellone girando alcuni fra i più grandi teatri italiani. Nota di merito e firma dal valore qualitativamente molto alto la regia di Chiara Noschese. Dopo aver diretto musical nostrani come Il piccolo principe e Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie, l’attrice e casting director si cimenta con Flashdance nella sua prima regia di un musical internazionale. Assolutamente riuscito il suo adattamento, dove i ruggenti anni ’80 vengono restituiti nei costumi e nelle atmosfere con un pizzico di attualizzazione che non guasta.
Il mondo in cui Alex si muove durante il giorno è dominato da colori scuri, partendo dal grigio della divisa da operaia alle pareti della fabbrica in cui lavora come saldatrice, arrivando alle lamiere che attraversano il palcoscenico celando o svelando porzioni di scenografia durante lo spettacolo. Tutt’altra atmosfera si respira la notte, quando la giovane ragazza indossa i sensuali costumi di scena nel pub dove si esibisce con altre amiche, esercitandosi e sognando di entrare all’Accademia di danza della città. Presenza costante e rassicurante nella sua vita la nonna, anziana ballerina e insegnante di danza in pensione, dolce ma allo stesso tempo volitiva. È con la costanza e il coraggio che Alex arriverà al suo obiettivo, aiutata dal capo e successivamente fidanzato.
Le coreografie di Marco Bebbu sono sicuramente il punto forte della messa in scena, incalzanti e serrate così come la ritmata colonna sonora chiede. Interessante la riproposizione dell’hit Gloria nella doppia versione italiano/inglese, drammaturgicamente rispondente all’approfondimento psicologico di una delle amiche di Alex, finita per caso in un brutto giro. Un plauso speciale va alla versatile Valeria Belleudi, protagonista assoluta del musical dopo le interpretazioni in Sister Act e Priscilla la regina del deserto. Degna di nota la sua capacità di interpretare il ruolo della ballerina danzando per tutta o quasi la durata del musical cantando allo stesso tempo, mantenendo sempre un preciso controllo della voce.
Un cast affiatato, una regia centrata e dinamica, un disegno scenografico che raggiunge il suo culmine nella citazione al film con la cascata d’acqua che cade sulla protagonista alla fine di una delle sue spettacolari coreografie. Da non perdere.