Le attività di Danza per il 2019 dirette da Marie Chouinard e organizzate dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta – prendono il via con Biennale College, dedicato a due percorsi intensivi sviluppati nell’arco di tre mesi: Biennale College – Danzatori, che è iniziato l’1 aprile con i 15 danzatori selezionati, e Biennale College – Coreografi, che si avvierà il 14 maggio con i 3 coreografi prescelti.
Entrambi i College si concluderanno all’interno del 13. Festival Internazionale di Danza Contemporanea a fine giugno con la presentazione delle nuove brevi opere prodotte. I 15 danzatori saranno interpreti di Set and Reset /Reset di Trisha Brown e di un nuovo lavoro di Alessandro Sciarroni; i coreografi saranno autori di tre brevi opere originali lavorando con 7 danzatori professionisti.
Nell’arco di 10 giorni – dal 21 al 30 giugno – il 13. Festival Internazionale di Danza Contemporanea presenterà in totale 29 spettacoli di 22 coreografi e compagnie da tutto il mondo. 5 le prime assolute, 9 quelle nazionali e 9 gli interventi inediti creati per il palcoscenico all’aperto nel cuore della città; numerosi gli incontri con gli artisti; un ciclo di film: tutto negli spazi dell’Arsenale –Teatro alle Tese, Teatro Piccolo Arsenale, Sale d’Armi, Giardino Marceglia – ma anche al Teatro Malibran e in Via Garibaldi.
Il Festival – dall’originale titolo On Becoming a Smart God-des – nasce nel segno dell’inclusività e di un approccio multidisciplinare alla danza con alcune delle figure più importanti e tanti nomi nuovi della scena internazionale. Dai capisaldi William Forsythe, Sasha Waltz, Daniel Léveillé alle nuove rivelazioni Katia-Marie Germain, Bára Sigfúsdóttir, Maria Chiara De Nobili, quest’ultima una scoperta della scorsa edizione di Biennale College. Dagli artisti provenienti dalla ricerca più aggiornata – Michelle Moura, Simona Bertozzi, Doris Uhlich, Giuseppe Chico e Barbara Matijević – ai creatori di coreografie fuori dall’ordinario – Nicola Gunn, Luke George e Daniel Kok, Nicolás Poggi e Luciano Rosso. Infine con i premiati di quest’anno – Alessandro Sciarroni (Leone d’oro alla carriera), Théo Mercier e Steven Michel (Leoni d’argento). E con i giovani danzatori e coreografi di Biennale College.
Torna per il secondo anno Biennale College Asac – Scrivere in residenza rivolto a giovani laureati italiani under 30. Declinato in tutti i settori della Biennale, nello specifico Scrivere di danza sceglierà un tema in relazione al programma del festival da approfondire sotto la guida di un tutor. Successivamente alla visione degli spettacoli del festival, i giovani laureati selezionati entreranno nello specifico del tema in Archivio: guidati dal tutor porteranno avanti una ricerca di fonti, di riferimenti storici per la redazione di un testo.
Biennale Educational conferma l’attenzione alle giovani generazioni, alla loro familiarità con le arti e con l’istituzione Biennale attivando collaborazioni con istituti scolastici del territorio per l’alternanza scuola-lavoro (come il Liceo Coreutico dell’Educandato Agli Angeli di Verona e il Liceo Marinelli di Udine) e propone iniziative per gruppi di studenti di scuole e accademie di danza.
Per conoscere la Biennale Danza 2019 nel dettaglio un catalogo – con schede critiche per ogni spettacolo e biografie degli artisti in cartellone – sarà in vendita nelle sedi della Biennale (Giardini, Arsenale, Ca’ Giustinian) e nelle migliori librerie.
Per partecipare agli spettacoli in programma a partire da oggi 8 aprile si potranno acquistare in prevendita i biglietti e gli abbonamenti.
Si ringraziano il Ministero per i Beni e le Attività Culturali per il suo importante contributo e la Regione del Veneto per il sostegno accordato ai programmi del Settore Danza della Biennale di Venezia.
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Biennale College – Danza
1 aprile > 30 giugno 2019
Biennale College – Danzatori
Sono gli italiani Maria Chiara Bono, Rebecca Carluccio, Andrea Cipriani, Ludovica Di Santo, Anna Forzutti, Eva Scarpa Dabalà, Vanessa Loi, Alice Pan, Noemi Piva; gli australiani Arabella Frahn-Starkie, Benjamin Hurley, Oonagh Slater, l’inglese Megan Harris, l’indiano Kunaal Sangtani e lo statunitense Ramon Vargas i 15 danzatori selezionati tra un centinaio di domande pervenute dopo il lancio del bando internazionale lo scorso novembre.
Tutti tra i 18 e i 25 anni, i 15 danzatori partecipano per 3 mesi (1 aprile > 30 giugno 2019) a un percorso intensivo che integra sessioni dedicate alla consapevolezza del corpo o somatic approach, tecniche contemporanee, ricerca del movimento e interpretazione con particolare riferimento al repertorio di Trisha Brown.
Il percorso dei 15 danzatori si conclude con la presentazione di due lavori il 27 e 28 giugno al Teatro Piccolo Arsenale nell’ambito del 13. Festival Internazionale di Danza Contemporanea:
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una nuova creazione ideata appositamente per loro da Alessandro Sciarroni
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Set and Reset/Reset realizzato sotto la guida degli stessi interpreti della Trisha Brown Company per cui l’opera fu originariamente concepita.
Il training dedicato alla consapevolezza del corpo o somatic approach è affrontato con esperti di rilievo come Judith Koltai (Authentic Movement), Gaby Agis (Skinner Releasing Technique), Shelley Senter (Alexander Technique), Linda Rabin (Continuum), Ami Shulman (Feldenkrais), Tika Bowrin (Postural Pilates, Yoga, Somatic and Meditative Training).
Saranno invece alcuni danzatori provenienti dalla Trisha Brown Dance Company – Marc Crousillat, Leah Ives, Amanda Kmett’Pendry, Cecily Campbell – a farsi maestri per i 15 danzatori selezionati, in termini di tecnica contemporanea, ricerca del movimento e interpretazione.
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Biennale College – Coreografi
Nel 2017 Marie Chouinard, Direttrice del Settore Danza, ha introdotto per la prima volta l’arte della coreografia fra le discipline del College. Da allora sono state prodotte 6 brevi coreografie originali.
I vincitori del bando internazionale 2019 sono:
– Adriano Bolognino, 24 anni da Napoli
– Sofia Nappi, 25 anni da Firenze
– Rima Pipoyan, 31 anni, dall’Armenia
A ognuno di loro è affidata l’elaborazione di una creazione libera e originale di circa 20 minuti.
A questo scopo i tre coreografi ammessi saranno residenti a Venezia dal 14 maggio al 30 giugno e dopo una prima fase propedeutica, dedicata quest’anno all’analisi del meccanismo compositivo e ideativo di Trisha Brown, inteso come spunto per la personale ricerca, lavoreranno per 6 settimane consecutive con 7 danzatori professionisti appositamente selezionati: Lorena Ceraso, Beatrice D’Amelio, Isabel Phua, Melina Sofocleus – alumni di Biennale College Danzatori 2018 – e Mirko Ingrao, Alessandra Di Bella, Matteo Carvone.
Nelle diverse fasi di ricerca ed elaborazione delle 3 creazioni originali i coreografi si potranno confrontare con esperti: Marc Crousillat relativamente al metodo Trisha Brown, Guy Cools per la drammaturgia, Catherine Schaub Abkarian nel ruolo di “occhio esterno”, Simone Derai per la regia e l’allestimento scenico. Alla fine di questo percorso i tre coreografi presenteranno le loro tre creazioni nelle serate conclusive del 13. Festival Internazionale di Danza Contemporanea (29 e 30 giugno, Teatro Piccolo Arsenale).
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Biennale College – Open Doors
Prima del debutto ufficiale all’interno del 13. Festival Internazionale di Danza Contemporanea, Biennale College apre le porte al pubblico. I primi tre sabati di giugno – dalle 15.00 alle 19.30 – gli appassionati di danza e i visitatori della 58. Esposizione Internazionale d’Arte potranno entrare nel vivo della creazione artistica alla Sala d’Armi A dell’Arsenale dove è in corso il lavoro, in fase già avanzata, dei 15 danzatori e danzatrici e dei 3 coreografi di Biennale College.
Nello specifico:
– l’1 giugno si potrà assistere a sessioni di lavoro dei 15 danzatori con Marc Crousillat della Trisha Brown Dance Company
– l’8 giugno i 3 coreografi si alterneranno sulla scena nella creazione del proprio lavoro
– il 15 giugno saranno al lavoro in successione sia i danzatori – con Leah Ives della Trisha Brown Dance Company – che i coreografi.
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13. Festival Internazionale Di Danza Contemporanea
ON BEcOMING A SmArT GOd-dESS
21 > 30 giugno 2019
Spettacoli
Sono i Leoni, artisti che condividono strategie compositive originali e un approccio multidisciplinare alla danza, alfieri di un’idea estesa e “permeabile” di questa disciplina, a dare il via il 21 giugno al Festival e a marcarne la fisionomia.
Alessandro Sciarroni, Leone d’oro alla carriera, artista di formazione “mista” tra arte, teatro e coreografia è a Venezia con Your Girl, spettacolo-rivelazione, e Augusto, dove la pratica fisica e vocale attraverso la quale viene concesso agli interpreti di esprimersi è esclusivamente quella della risata a oltranza. Anche Steven Michel – con studi di mimo, danza, percussioni – e Théo Mercier – formato alle arti visive e alla regia – Leoni d’argento, si incontrano nell’intersezione tra arte e coreografia, frutto di processi di costruzione simili ma con strumenti diversi: da una parte il corpo e dall’altra gli oggetti. Come in Affordable Solution for Better Living, assolo che disseziona con humour la standardizzazione dei nostri stili di vita che trovano un modello esemplare nei mobili Ikea.
Così Piece for Person and Ghetto Blaster della scrittrice, regista, performer, designer australiana Nicola Gunn e Un Poyo Rojo dello strepitoso duo argentino Nicolás Poggi e Luciano Rosso coesistono all’interno del Festival pur viaggiando su binari differenti, persino opposti. Pluripremiato in Australia, il primo è una “digressione filosofica in movimento”, tra gag, aneddoti, interrogativi e affondi sul più essenziale e ambiguo degli enigmi morali – la differenza tra giusto e sbagliato – innescato da un “incidente” tra un uomo una donna e un’anatra; mentre il secondo, che ha girato il mondo e al Festival Fringe di Edimburgo è rimasto un mese intero, è puro “physical theatre”, un’azione drammatica con due uomini e una radio che si fronteggiano, si sfidano, si combattono e si seducono a colpi di humour in un mix esilarante di danza, sport ed erotismo.
La relazione artista – spettatore, un tema oggi portante nella danza contemporanea, è affrontato espressamente da alcuni spettacoli ospiti che scardinano le nostre abitudini percettive. E’ il caso di Blink della brasiliana Michelle Moura (anche interprete con Clara Saito), definito “un pas de deux metafisico”, una coreografia ipnotica che ha per strumento compositivo l’atto riflesso e intermittente dello sbatter di ciglia che provoca impercettibili mutamenti psico-fisici e infinite trasformazioni. O come Habiter, dove la scrittura visiva della canadese Katia-Marie Germain, vincitrice del Prix de la Danse de Montréal – sezione “scoperte”, in un gioco illusionistico compone un dipinto che poco alla volta si svela davanti ai nostri occhi come tanti fermoimmagine in successione: in scena due donne, un tavolino apparecchiato per la colazione e un un’unica fonte di luce utilizzata come un pittore fa col chiaroscuro. Anche il lavoro di Simona Bertozzi, a lungo con Virgilio Sieni prima di intraprendere una strada personale, al Festival con Ilinx – Don’t stop the Dance, mira a rendere visibile l’invisibile lavorando su articolazioni, muscoli, organi, cellule. Il nuovo lavoro, che amplia e ridisegna lo spettacolo del 2008, propone “un’inedita riflessione sulla solitudine del performer e del suo universo ludico” ispirandosi a una delle categorie ludiche di Roger Caillois.
E precisamente sulla “relational performance practice” si basa la ricerca del coreografo australiano Luke George, che con Daniel Kok firma Bunny, spettacolo felicemente trasgressivo dove in un gioco di corde e nodi – ispirati alla tradizione dello shibari come a quella marinara – si scardinano le convenzioni sociali e teatrali interrogandosi sulla consensualità, la fiducia, le aspettative, la complicità tra artisti e spettatori. Un tema affrontato anche da Forecasting di Giuseppe Chico e Barbara Matijevi, che è anche in scena insieme a un laptop alla ricerca di nuove forme di narrazione che esplorino l’incidenza del web sul gesto del performer e sui nostri sensi. La sfera del virtuale trasforma infatti la premessa che è alla base di ogni spettacolo: l’attore davanti al pubblico.
Apre altri orizzonti al movimento Every Body Electric dell’austriaca Doris Uhlich (laureata in Pedagogia della danza), che impegna artisti disabili a liberare tutte le loro potenzialità fisiche ed espressive, con sedie a rotelle, stampelle e protesi che diventano strumento coreografico. “Ogni essere umano è unico e speciale” ci ricorda la Uhlich che vede nella danza un “nutrimento per il corpo” e nel movimento “una specie di combustibile interno” così che “l’energia di un movimento è più importante della sua forma”.
Nel rapporto tra suono e silenzio, movimento e immobilità si dispiega il delicato intreccio tra musica e danza di Tide, ispirato al moto delle maree. Protagonisti sono la danzatrice e coreografa islandese, per la prima volta in Italia, Bára Sigfúsdóttir insieme al compositore e trombettista norvegese Eivind Lønning, fra i nomi di maggior spicco nel panorama musicale nordeuropeo.
La musica ha un ruolo rilevante negli spettacoli di tre fra i massimi protagonisti della scena contemporanea: Sasha Wlatz, Daniel Léveillé, William Forsythe.
Agli Improvvisi di Schubert, una sorta di diario intimo affidato alla voce sola del pianoforte, guarda lo spettacolo Impromptus del 2004, quasi un classico di Sasha Waltz, autrice dal personalissimo immaginario coreografico, capace, con la sua danza, di illuminare la struttura classica della musica vedendola sotto una nuova luce.
In Quatuor Tristesse di Daniel Léveillé gli accenti lirici delle partiture barocche contrastano con l’assenza di emozione dei danzatori che il coreografo canadese scolpisce in gruppi plastici dove la nudità austera, l’economia del movimento, la sua ripetizione ossessiva sono contenuto e forma della ricerca di una purezza originaria.
E’ William Forsythe, artista in continuo rinnovamento, a regalare al pubblico A Quite Evening of Dance nell’arco teso tra le geometrie del balletto accademico e le forme dell’hip hop, tra nuove creazione e altre preesistenti, interpreti 7 fra i suoi più fidati collaboratori con l’innesto di Rauf “Rubberlegz” Yasit, performer di break dance.
24 anni, da Napoli, europea di formazione, Maria Chiara De Nobili proviene dal vivaio di giovani coreografi di Biennale College, l’iniziativa con cui la Biennale di Venezia promuove nuovi talenti offrendo loro di operare a contatto di maestri affermati per la messa a punto di nuove creazioni. Il debutto sul palcoscenico del Festival 2018 trova ora conferma con un lavoro a serata intera che la Biennale le ha commissionato per il 2019. Così nasce Wrap, in cui la giovane autrice persegue la sua ricerca attraverso la forma dell’assolo e del duetto, immaginando una coreografia per immagini in sequenza, come le tessere di un mosaico o i pezzi di un puzzle.
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Outdoor performance
Alcuni degli artisti ospiti – Simona Bertozzi, Nicolás Poggi e Luciano Rosso, Luke George e Daniel Kok, Katia-Marie Germain, Bára Sigfúsdóttir insieme al musicista Eivind Lønning, Nicola Gunn, Nara Vadori-Gauthier, i danzatori e i coreografi di Biennale College porteranno la danza direttamente nel fluire della vita quotidiana di Venezia: ognuno di loro proporrà brevi interventi coreografici nella dimensione site specific in Via Garibaldi, su un palcoscenico allestito per l’occasione.
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Film
Un ciclo di film – documentari, ritratti d’artista, fiction – sarà proiettato al Giardino Marceglia all’Arsenale: sono lungometraggi e corti che abbracciano la danza e il suo mondo artistico con sguardo diverso, affiancandosi agli spettacoli in programma.
Rebels on pointe (2017) di Bobbi Jo Hart è un excursus tra immagini d’archivio e immagini live, interviste e storie dei componenti della famosa compagnia tutta al maschile en travesti Les Ballets Trockadero de Monte Carlo.
Looking for Steve Paxton di Fabiana Sargentini prende avvio dal giugno 2014, quando Steve Paxton riceve il Leone d’oro alla carriera. La regista lo intervista a Venezia a 30 anni di distanza da quando Paxton venne in Italia – tra il 1969 e il 1978 – invitato dal padre Fabio Sargentini nella galleria L’Attico. Preziosi materiali d’archivio della galleria dialogano con il presente.
Une joie secrète (2019, 52’) di Jérôme Cassou con la danzatrice, coreografa e artista Nadia Vadori-Gauthier costruisce un racconto con un minuto di danza al giorno inteso come “atto di resistenza poetica” agli orrori del mondo.
Dialoge di Sasha Waltz è un’insolita “mostra temporanea” o una “coreografia nomade” che elettrizzò più di diecimila visitatori 10 anni fa, quando la Waltz, in compagnia di 70 tra musicisti, cantanti e danzatori, esplorò le stanze vuote del Neues Museum di Berlino, distrutto dalla guerra e appena restaurato.
Lucinda Childs, La grande fugue de Beethoven (2016) di Marie-Hélène Rebois è la ripresa della personale lettura che la coreografa americana, già Leone d’oro alla carriera, fa del celebre pezzo di Beethoven per il Ballet de l’Opéra de Lyon.
Dans le pas de Trisha Brown (2016), anche questo firmato da Marie-Hélène Rebois, affronta la trasmissione del metodo di lavoro di Trisha Brown, complici i suoi interpreti colti dietro le quinte e durante le prove di un pezzo da antologia come Glacial Decoy con i ballerini e le ballerine dell’Opéra de Paris.
The Ferryman (2017, 56’) di Gilles Delmas è un viaggio cinematico e coreografico che connette le radici di rituali animistici all’arte e al mondo contemporanei portando lo spettatore attraverso i paesaggi mozzafiato di Bali, del Giappone, della Scozia fino al Louvre.
Strike a Pose di Ester Gould e Reijer Zwaan è un racconto intenso sul dietro le quinte del successo con i ballerini che 25 anni fa accompagnarono Madonna nel “Blond Ambition Tour”, una tournée mondiale che fu una rivoluzione nel mondo dei concerti pop ma anche nel costume e che ha segnato per sempre quel corpo di ballo.
Anche i corti in programma riserveranno sorprese: Ama è il video realizzato sott’acqua dell’apneista e video-artista Julie Gautier, il misterioso The Magma Chamber della coreografa Shantala Pèpe ha vinto il premio della giuria e del pubblico al Festival Danse en Film 2018 di Montréal, Ma’ L’interval di Cédric Marcellin è condiviso con la pittrice Olivia Maurey Barisson e la danzatrice Chiharu Mamiya, Le lac des cygnes è un episodio tratto da “Vestiaires”, serie di France-Tv, protagonisti due giovani nuotatori professionisti disabili.
A questi titoli, durante tutto il festival e in orario di apertura del Giardino Marceglia (Arsenale), saranno proiettati a ciclo continuo materiali video originali sui lavori e i percorsi dei coreografi e delle compagnie in cartellone; un ulteriore strumento per approfondire la conoscenza dei protagonisti della Biennale Danza 2019.
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Incontri e conversazioni
Nel corso del festival sono previsti incontri al Giardino Marceglia (Arsenale) e conversazioni dopo gli spettacoli con straordinarie donne e straordinari uomini della scena internazionale: un mosaico di immagini, visioni, racconti, saperi per sollecitare un rapporto diretto e aperto alla conoscenza e al confronto, con un pubblico sensibile alla ricerca dei diversi linguaggi espressivi.
In calendario incontri con: Nicolás Poggi e Luciano Rosso, Luke George e Daniel Kok, Katia-Marie Germain, Nadia Gauthier, Sasha Waltz, Bára Sigfúsdóttir, Daniel Léveillé, Maria Chiara De Nobili.
Sono programmate conversazioni con gli artisti a conclusione degli spettacoli: Blink, Un Poyo Rojo, Ilinx – don’t stop the dance, Habiter, Tide, Forecasting, Everibody Electric, Piece for Person and Ghetto Blaster, Wrap.
Altre conversazioni sono previste a conclusione del film Rebels on pointe con il regista Bobbi Jo Hart e con Nadia Vadori-Gauthier dopo la proiezione del film di cui è interprete Une joie secrète.
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Biennale College Asac – Scrivere in residenza
Per il secondo anno verrà lanciato il bando Scrivere in residenza, destinato a giovani laureati italiani under 30, che prevede un percorso di ricerca sul campo con la partecipazione al Festival e di studio con la frequentazione dell’Archivio Storico della Biennale, attraverso il tutoraggio di professionisti e la supervisione dei Direttori di settore. Il bando coinvolge tutti i settori della Biennale: Danza, Musica, Teatro, Cinema, Architettura, Arte.
Come per ogni settore, Scrivere di danza avrà un tema specifico scelto in relazione al programma del festival e verrà approfondito sotto la guida di un tutor. Successivamente alla visione degli spettacoli del festival, i giovani laureati selezionati entreranno nello specifico del proprio tema in Archivio: guidati dal tutor porteranno avanti una ricerca di fonti, di riferimenti storici per la redazione di un testo.
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Biennale Educational
La Biennale di Venezia dà grande impulso alle attività denominate Educational e conferma in tal modo l’attenzione alle giovani generazioni, alla loro familiarità con le arti e con l’istituzione Biennale in particolare.
Le attività Educational hanno lo scopo di:
– promuovere un qualificato rapporto con il proprio pubblico e la conoscenza diretta del mondo delle arti
– favorire la “visita alla Biennale” quale luogo della propria formazione, elemento del “lessico familiare” per le nuove generazioni della città di Venezia, del Veneto e più in generale del territorio
– accrescere l’interesse della scuola verso il “fare creativo” come parte integrante dei programmi di formazione dei giovani.
La Biennale, per sua natura luogo aperto all’incontro e alla sperimentazione, vuol in tal senso offrire opportunità per scuole, famiglie, studiosi, appassionati, professionisti, aziende e università.
Paolo Baratta
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In occasione del 13. Festival Internazionale di Danza Contemporanea, Biennale Educational propone un percorso di approfondimento della durata di un giorno (25 giugno) dedicato a gruppi di studenti di scuole e accademie di danza.
Il programma propone:
– ore 11.30 spettacolo all’aperto di Biennale College Coreografi in via Garibaldi
I vincitori del bando Biennale College Coreografi 2019 presenteranno al pubblico alcuni estratti delle loro creazioni originali, risultato del lavoro eseguito a stretto contatto con grandi esponenti del mondo della danza
– ore 14.00 incontro con Sasha Waltz al Giardino Marceglia
Conversazione con la coreografa e danzatrice tedesca Sasha Waltz, esponente di punta del Tanztheater
in alternativa
– ore 14.00 laboratorio di danza (sede in via di definizione)
Laboratorio condotto da operatori specializzati di Biennale Educational con particolare rilievo sulla tecnica del coreografo William Forsythe (posti limitati)
– ore 17.00 spettacolo A Quite Evening of Dance di William Forsythe, Teatro Malibran, al costo di 5 euro a persona
Vincitore del Fedora Prize for Ballet 2018, A Quite Evening of Dance non è solo da vedere, ma anche da ascoltare, perché fa parlare la danza in un modo diverso, conservandone tutto il valore e la forza.
in alternativa
– ore 21.00 spettacolo Impromptus di Sasha Waltz, Teatro alle Tese (Arsenale), al costo di 5 euro a persona
Considerato un classico di Sasha Waltz, lo spettacolo si ispira agli Improvvisi di Schubert. La danza della Waltz illumina la struttura classica della musica vedendola sotto una nuova luce
Inoltre, Biennale Educational ha attivato collaborazioni con alcuni istituti scolastici per l’alternanza scuola – lavoro (tra cui il Liceo Coreutico dell’Educandato Agli Angeli di Verona e il Liceo Marinelli di Udine), che vedranno alcuni studenti affiancare lo staff della Biennale nella gestione e nell’organizzazione delle attività promozionali e didattiche proposte in occasione del festival di danza.
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Informazioni pratiche
Catalogo
Una guida al Festival con tutti gli approfondimenti, un apparato fotografico, dichiarazioni degli artisti ospiti, biografie, schede critiche dei singoli spettacoli a cura della studiosa di danza Elisa Guzzo Vaccarino sarà in vendita al prezzo di 12 euro nei bookshop della Biennale, gestiti da Electa, e precisamente:
– ai Giardini, nelle sedi della Mostra
– all’Arsenale, nelle sedi della Mostra
– a Ca’ Giustinian, sede della Biennale di Venezia
e nelle migliori librerie sul territorio nazionale.
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Prezzi dei biglietti
Spettacoli
€ 20 intero
€ 18 ridotto
Spettacoli Biennale College – Danza
€ 10 prezzo unico
Abbonamenti (escluso Biennale College)
8 spettacoli
€ 140 intero
€ 120 ridotto
5 spettacoli
€ 90 intero
€ 80 ridotto
€ 50 ridotto studenti
2 spettacoli – giornaliero
€ 30 intero
€ 20 ridotto
Formula Arte + Danza
58. Esposizione Internazionale d’ Arte + 1 performance 13. Festival Internazionale di Danza Contemporanea
€ 35 prezzo unico
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Riduzioni
ACI, COOP, FAI, Touring Club, Cinema Più, Venezia Unica city pass (buono d’ordine servizi), Rolling Venice Card, Carta Giovani, studenti, under 26, over 65, Biennale card 2019, clienti Trenitalia con bigl. Freccia Argento/Bianca/Rossa con dest. VE antecedente max. 3 gg, titolari di abb. Ferroviario Trenitalia regionale valido Veneto o Friuli Venezia Giulia e Soci CartaFRECCIA
Accompagnatori degli spettatori con inabilità motoria e bambini fino ai 6 anni: ingresso gratuito
Cerimonia di consegna Leone d’oro alla carriera
ingresso su invito ritirabile presso Ca’ Giustinian a partire dal 19 giugno fino ad esaurimento dei posti disponibili
Spettacoli all’aperto: ingresso libero
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Punti vendita
La Biennale di Venezia
Ca’ Giustinian, San Marco 1364/a – mar > sab 10.00 > 17.00
VeneziaUnica
Venezia – P. le Roma agenzia e ufficio IAT c/o Autorimessa Comunale, Lido S.M.E., Ferrovia – interno Stazione S. Lucia, di fronte al binario 2, Tronchetto agenzia, Rialto approdi Actv Linea 2, Accademia approdo Actv – tutti i giorni 8.30 > 18.30
Venezia – ufficio IAT P.zza San Marco, Giardini – tutti i giorni 9.00 > 18.30
Tessera – Infoaeroporto-IAT- tutti i giorni 9.00 > 18.30
Mestre P.le Cialdini IAT tutti i giorni 8.30 > 18.30
Dolo – Via Matteotti 15/H – lun > ven 8.30 > 18.30, sabato 8.30 > 13.30
Sottomarina – P.le Europa 2/c – tutti i giorni 8.30 > 18.30
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Prevendite on line
ww.labiennale.org
www.vivaticket.it
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Informazioni al pubblico
tel. / ph. +39 041 5218828
lun > ven / mon > fri h. 10.00 > 13.30 – 14.30 > 17.30
sat h. 10 > 13.30